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L’architetto secondo Vitruvio…ma anche secondo me!

“Vitruvio, già nel 15 sec. a.C dà all’architettura il titolo di scienza, ma non si limita a questo: anzi, la eleva al primato, in quanto contiene praticamente tutte le altre forme di conoscenza. Nella fattispecie, l’architetto deve avere nozioni di:

  • geometria: deve conoscere le forme con cui lavora
  • matematica: l’edificio deve stare in piedi, per questo vanno fatti dei calcoli specifici
  • anatomia e medicina: costruisce luoghi per la vita dell’uomo, per questo deve conoscere le proporzioni umane, deve fare attenzione a illuminazione, arieggiamento e salubrità di città ed edifici
  • ottica ed acustica: basti pensare ai teatri
  • legge: chiaramente, la costruzione deve seguire norme ben precise
  • teologia: nel caso di edificazione di templi, questi dovevano essere graditi agli Dei
  • astronomia: particolari tipologie di edifici, soprattutto luoghi di culto, dovevano tenere conto della posizione degli astri
  • meteorologia: il microclima del luogo di costruzione dell’edificio è fondamentale per le caratteristiche che deve avere.

L’architettura è imitazione della natura, l’edificio deve inserirsi armoniosamente nell’ambiente naturale. L’architetto deve possedere una vasta cultura generale, anche filosofica (il modello del De oratore di Cicerone è presente in Vitruvio), oltre alla conoscenza dell’acustica per la costruzione di teatri ed edifici simili, dell’ottica per l’illuminazione degli edifici, della medicina per l’igiene delle aree edificabili.

Vitruvio, nei proemi, mira anche a conferire all’architetto prestigio culturale e sociale solitamente negato ai tecnici antichi.” (Cit. Wikipedia)

Ecco perché non ci si improvvisa architetti, ecco perché un buon architetto non smette mai di studiare e di avere sete di conoscenza, ecco perché un coscienzioso architetto non può non farsi domande, sempre, ovunque, ecc.

L’architetto è il tuttologo che si occupa del bene delle persone e per fare questo deve conoscerne a fondo tutti gli aspetti!

Bisogna pretendere da un architetto preparazione e sensibilità e allo stesso tempo essere grati e riconoscenti per il suo lavoro che è innanzi tutto Amore!

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Il verde terapeutico

Non bisogna essere malati per ricevere gli effetti benefici derivanti dalla vicinanza della natura!

Numerosi studi hanno dimostrato che passeggiare nel bosco o in un parco, curare l’orto, ammirare i fiori e le piante, ha smisurate ripercussioni positive sulla nostra salute fisica e mentale!

La natura è un bisogno, di tutti!

Si fa un gran parlare di giardini terapeutici, orti didattici, orti d’ufficio, orti sociali, come se la natura si potesse scandagliare in scatolette e dividerla per funzione! La natura non è un oggetto che si può rigirare a nostro piacimento!

Si può invece riconoscerle il suo valore e l’importanza che riveste per la nostra esistenza e fare in modo che possa far parte della vita di tutti, e ancora più di chi è costretto per molto tempo tra quattro mura!

La natura quindi ci viene incontro li dove l’abbiamo dimenticata: negli uffici, nelle scuole, negli ospedali!

Per via del gran clamore che si sta facendo in questi mesi per il nuovo e attesissimo giardino terapeutico a firma Boeri voglio dedicare due righe al concetto di giardino terapeutico!

Giardino terapeutico è quasi un pleonasmo: la natura infatti è la cura per ogni cosa ed estenderla anche ai degenti negli ospedali non è un surplus ma un dovere! L’errore è a monte quando si è pensato di poter ammucchiare persone dentro a scatoloni vuoti, come si fa con le mucche dentro le stalle! Oggi si parla di giardini terapeutici come si fosse fatta una incredibile scoperta e ancora non si riconosce quanto sia invece importante per tutti i pazienti poter sopportare la malattia sentendosi a casa, o almeno in un luogo che sappia di casa!

A quel punto sarebbe naturale che affacciandosi da una finestra, preferibilmente di legno massello, materiale terapeutico per eccellenza, possano vedere prati fioriti, alberi, uccellini e bambini correre; che possano scegliere di indossare la tuta e uscire a godere di quel bel paesaggio!

Qualsiasi altro progetto, seppur super propagandato, che non si ponga come primo obiettivo di dare ai malati una casa piuttosto che una stalla, non ha motivo di esistere!

Di seguito una serie di esempi di ospedali ed ospizi presi da Pinterest dove si vede come il vero giardino terapeutico è quello quotidiano, che si può osservare dalle finestre, che borda le entrate, che decora e colora tutto!

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Senza categoria

Una vita a colori…non solo a Carnevale!

Il colore è gioia di vivere!

I templi greci e romani erano un tripudio di colori e così anche le statue egiziane e persiane!

Il colore è un bisogno!

Da sempre presente nelle nostre vite!

Carnevale è la giusta occasione per conoscerlo meglio, amarlo e non lasciarlo mai!

Non è facile saper gestire il colore, è una potente arma di gioia ed energia, di benessere, ma può diventare fastidioso ed eccessivo se non ben gestito!

Ecco perché a volte si preferisce rinunciarvi, anche se fare a meno del colore è un po’ come fare a meno della vita!

Di seguito esempi dal mondo e dalla storia di un uso sapiente del colore negli spazi pubblici e privati!

Chi di voi non ha paura di vivere a colori?

Condividete con noi i vostri esperimenti pieni di energia!

Ph. da Pinterest

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Buqshan Hotel in Khaila, Yemen
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Ricostruzione dei colori delle antiche statue greche e romane a cura dall’Archeologo Vinzenz Brinkmann
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L’Ara Pacis com’era
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Ricostruzione dei colori delle antiche statue greche e romane a cura dall’Archeologo Vinzenz Brinkmann
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India

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Messico
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Castello di Sammezzano

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Brasile
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Venezia
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Corea del Sud

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Le città, musei a cielo aperto….grazie alle cortecce degli alberi!

Le città nascondono inaspettati tesori, opere d’arte quotidiane, talmente usuali che non ci facciamo quasi caso!

Uno di queste sono le cortecce degli alberi, sempre particolari, sempre diverse, creano pattern originalissimi e di grande effetto!

Le cortecce sono opere d’arte a tre dimensioni, dalla nobile funzione e dalla bellezza sorprendente!

Basta avere un po’ di tempo per guardarsi intorno e poi avvicinarsi agli alberi e studiare nel dettaglio ogni linea, ogni curva!

Quanto ci sarebbe bisogno di arte nelle strade, nelle piazze, nelle scuole, negli uffici?!

Quell’arte che sa far dialogare i cuori, che emoziona, che parla e insegna sempre!

La natura è la nostra esperienza d’arte quotidiana, non perdete occasione di godervela!

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Foto da Pinterest

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Dettaglio della corteccia di un albero di prugno a piazza Gaucci a Colleferro

 

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Chi progetta gli ospedali…

…poi ha mai passato li un periodo di degenza?

Generalmente si entra in ospedale per motivi di salute fisici e si finisce per ammalare il cuore, schiacciato dalla vista continua di un luogo asettico, spesso bianco o dai colori pallidi (quasi a ricordare quanto si è malati!), corridoi infiniti, un labirinto di stanze tutte uguali, riconoscibili solo dai numeri marchiati in fila sulle porte proprio come si fa per le mucche nelle stalle!

Come si può essere architetti, progettare un ospedale, scegliere le misure giuste, i materiali più igienici, i percorsi più sicuri e dimenticarsi poi dell’animo delle persone?

Non sarà che tutto questo pallidume influenzi anche l’animo di dottori e infermieri, allo stesso tempo spesso cupi e spenti?

A differenza della maggior parte degli ospedali italiani, nel resto del mondo, molti istituti hanno scelto di progettare gli spazi di degenza, ma anche le sale operatorie, i corridoi, ecc, riempiendoli di energia e di positività grazie a colori e decori ma anche all’uso sapiente del legno, materiale del benessere per eccellenza e la ridefinizione dei concetti legati agli spazi.

Per esempio, in Spagna il centro diurno per l’infanzia Vall d’Hebron didi Barcello è stato rinominato  “Parc d’Atencions” (parco delle attenzioni, nel senso di prendersi cura) rimandando al gioco di parole dovuto alla somiglianza con il termine catalano “diversió”, che sta per parco divertimenti (termine sicuramente più familiare a bambini e bambine). È un luogo dove i più piccoli e i loro familiari vengono accolti e assistiti da un punto di vista medico, personale ed emotivo oltre che per merito dello staff, anche per la cura con cui gli spazi sono stati gestiti e allestiti. Il progetto è stato realizzato da Fundación Small insieme allo studio di architettura  Plasencia  Arquitectura.

E ancora, il London Children’s Hospital, ha scelto di coinvolgere degli artisti, attraverso l’associazione Vital Arts, per dare animo agli spazi dell’ospedale!

E ancora…

Cari Dottori, dato che i pazienti non possono fare niente, almeno voi ribellatevi a queste scelte e chiedete a gran voce di riportare la vita anche negli ospedali!

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La Comunicazione del Design

Chi conosce il linguaggio del design?

L’ambiente che ci circonda parla di noi ma non solo, parla con noi! Ci ricorda ogni giorno chi siamo e come ci sentiamo! Per questo è importante saper padroneggiare il linguaggio del design per non rischiare di cadere in problemi di comunicazione!

Sembra tutto semplice: metto un quadro li, una lampada qui, le sedie le prendo bianche, le tende gialle, ecc…

Il risultato spesso però è simile allo scarabocchio di un bambino perché manca la maturità di linguaggio che trasforma un insieme di elementi in un ambiente che “parla”!

C’e differenza infatti tra quello che sentiamo e desideriamo e la sua realizzazione, come quando si rappresenta su un quadro un paesaggio o si ferma un momento su una foto!

Non basta mettere la carta da parati con disegnate piante e fiori per respirare un clima tropicale o colorare tutto di blu, celeste e bianco per sentire il rumore del mare! Il velluto é elegante, i materiali concreti e naturali caratterizzano spesso le abitazioni tradizionali mentre gli arredi moderni stridono in una casa di campagna, ecc..

Non per mettere limitazioni alla fantasia o alla voglia di osare, ma come Carnevale dura un tempo limitato anche per gli azzardi c’è il giusto tempo e il giusto luogo.

Se si vuole godere di ambienti piacevoli bisogna lavorare sull’armonia!

Tutto ciò che è universalmente bello si basa sull’armonia, l’armonia dei colori, delle dimensioni, delle proporzioni, delle simmetrie. Noterete che anche la composizione più bizzarra non apparirà confusa e disordinata se è basata su una elaborata armonia!

Ho scelto questo bellissimo video di Laura Pausini per farvi notare come certe scenografie, attentamente scelte, sanno parlare più di mille parole:

Gli specchi, posizionati sorprendente mente in mezzo alla natura, comunicano alla perfezione ciò che sentiamo quando c’è una persona nelle vicinanze, la percepiamo ma non la vediamo se non con il riflesso della mente! Un oggetto apparentemente fuori luogo quindi aiuta a rendere bene una situazione meglio di qualsiasi altra cosa. Quindi se volete un ambiente tropicale, riempitevi di piante, ma soprattutto scegliete una casa con ampi balconi e ancora meglio giardini e piscina; godetevi ciò che c’è di vero, di reale: il sole caldo e la fresca vegetazione! Se volete un ambiente elegante ed impostato non potete fare a meno del velluto; se sognate la casa al mare, trovate l’occasione di andarci davvero al mare: come è bella l’immagine della Pausini sdraiata sul tavolo mentre le onde fanno avanti e indietro?! Il nero è elegante ma non può essere imposto ad ogni situazione formale; l’illuminazione soffusa è ideale per atmosfere rilassanti, molto meno per feste dinamiche; osare con i colori o con i decori va bene solo se va fatto dentro uno schema controllato; ecc…

La grammatica del design è un mondo tutto da scoprire insieme all’aiuto di un architetto sensibile ed esperto!

Cosa aspettate a fare domande per saperne di più?

Intanto godetevi il video di Laura Pausini e di seguito una carrellata di esempi sul tema, da Pinterest

 

 

 

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Carnevale e Sicurezza

Carnevale e Sicurezza sono due termini che  non hanno niente a che fare e mi rimandano alla medesima controversia tra fantasia e architettura!

Il Carnevale è il simbolo per eccellenza della libertà: grazie alla maschera possiamo desiderare di essere chiunque altro; il colore ci fa assaporare il divertimento e lo svago ed entrambi, insieme, ci accompagnano attraverso quel processo di rigenerazione che ci permetterà di  affrontare, con energie rinnovate, il nuovo anno.

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L’ombra della Sicurezza pero è caduta anche su questa millenaria kermesse: quest’anno il limite di visitatori del volo dell’Angelo in piazza San Marco é stato ridotto ulteriormente a 20mila persone. La misura é stata presa in ottemperanza al cosiddetto decreto Minniti sulla sicurezza delle manifestazioni all’aperto, per assicurare ordine e facilitare la gestione e il controllo.

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Difficile immaginare Venezia, stretta tra le barricate, difficile vedere il suo eco mondiale di  arte e cultura diventare appannaggio di quei pochi che potranno goderla dal vivo. Questo spettacolare evento, nato circa mille anni fa dal desiderio di donare al popolo un periodo di  libertà e svago, livellando le differenze sociali grazie all’uso delle maschere, è stato piegato e sottomesso dal terrore. La stessa cosa è successa alla fantasia dell’architetto!

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Quante volte la fantasia e la creatività degli  architetti è stata violentata e maltrattata con la scusa della crisi, del tanto non si può fare? Nasciamo creativi e ci trasformano in disillusi.

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E invece la creatività, l’arte, è una caratteristica dell’essere umano che ci nutre, ci aiuta a trovare soluzioni, ci realizza!

Quale architetto non si incanta davanti al Carnevale di Venezia, per i suoi colori, gli infiniti decori, la compresenza di materiali solidi e millenari dei magnifici palazzi storici, la scenografia magia della laguna, i pizzi e merletti, gli infiniti decori e dettagli che si ritrovano tanto sulle maschere quanto sugli edifici

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A Venezia la magia è di casa e nei giorni del Carnevale trova la sua massima espressione!

Speriamo che la paura non privi mai Venezia di questo momento sociale dal forte potere terapeutico e rigenerante e che l’architetto, seguendo l’esempio, non faccia barricare la sua più potente arma che è la fantasia e non abbandoni mai la sua propensione ad elaborare nuove soluzioni per il bene della comunità.

Ph. da Pinterest

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Chi ha paura dell’Architetto?

“Costa tanto”, “Decide tutto lui”… “Ha idee strane!”…

Quante se ne sento sugli architetti?

Nell’antichità l’architetto era l’uomo di cultura per eccellenza, doveva sapere quasi tutto, della tecnica, dei materiali, ma anche del clima, della psicologia, ecc… Come dimenticare la soluzione geniale che ha studiato il Brunelleschi per la Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, e tutti gli esempi eccellenti che si sono susseguiti nell’antichità!

Anche oggi l’architetto deve essere un po’ tuttologo, perché vicino agli studi tecnici deve accostare un eccellente buon gusto, una strepitosa sensibilità verso il genere umano, una conoscenza della storia, del design, dei colori, della natura, e così via!

Troppi si sono improvvisati architetti pensando che fosse un gioco facile, ed invece l’architettura è come prima cosa Amore, amore per questo mestiere che è ancora prima una Passione!

Non abbiate quindi paura dell’Architetto perché…

1. Un architetto vi ascolta e non fa di testa sua!

Il dialogo è molto importante in tutte le situazioni e così anche quando ci si avvia ad un nuovo progetto è importante saper comprendere a fondo le esigenze del cliente e quindi i requisiti che dovrà avere il prodotto finale. Il progetto non è solo una questione estetica o funzionale ma implica una profonda conoscenza ed attenzione verso il fruitore finale. Conoscenza che avviene solo attraverso un continuo dialogo ed un attento ascolto!

2. Un architetto può farvi risparmiare e anche molto

Un architetto infatti sa come valorizzare i vostri immobili, gli spazi e le preesistente in generale! Vi siete accorti di come stanno tornando di moda cementine e marmittoni? Un architetto sa come valorizzarli dando all’appartamento un aspetto nuovo e originale!

Una volta si sarebbe demolito tutto, oggi l’architetto aiuta a conservare e riutilizzare!

Il riuso spesso regala spazi davvero belli, originali ed unici!

Prima di buttare via qualcosa quindi, provate a contattare un architetto!

3. Un architetto non fa cose strane, bensì cerca di trovare nuove soluzioni

Purtroppo l’architettura degli ultimi cinquant’anni non ci ha regalato esempi interessanti, pochi progetti a misura d’uomo, mega sculture senza senso, una infinità di ecomostri!

Anche io ho paura di alcuni architetti, ma non ho paura di me stessa, perché so che solo attraverso l’ascolto attento si può arrivare a buone soluzioni e solo essendo molto umili si può davvero fare bene! L’architetto deve dimenticare di autocelebrarsi per celebrare piuttosto la vita, quella vita che scorre tra le stanze, su e giù per una montagna, di corsa in un giardino!

4. L’architetto è il dottore degli spazi

Come non si vive bene quando si ha una malattia così non si sta bene quando lo spazio intorno a noi è gestito male; ricordo sempre le parole di una professoressa dell’Università quando ci spiegava come fosse importante potersi muovere con fluidità negli spazi ed entrando nel dettaglio ci raccomandava che tra la porta e la porta finestra di una stanza non ci fossero elementi d’arredo che potessero essere da ostacolo! La casa poi è lo specchio in cui ci vediamo ogni giorno, se non è piacevole per tutti e cinque i sensi, non ci farà stare bene!

Chi ha ancora paura dell’Architetto??

Spiegateci il perché, raccontateci le vostre esperienze, lasciatevi andare ai commenti più cattivi, senza remore…..e magari qualche architetto può anche raccontarci perché e se ha mai avuto paura di un cliente!

Di seguito alcuni esempi di riuso eccellentemente riusciti e con poca spesa

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Foto da Pinterest

 

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Quando apri la porta!

Quando apri la porta di casa cosa vedi?

E quando passi da una stanza ad un’altra?

Quello che vediamo ci apparirà piacevole se gli arredi sono disposti come si dispongono gli elementi in un quadro, seguendo prospettive, punti di fuga, simmetrie! Un quadro o una foto  riescono a raffigurare un elemento tridimensionale rappresentandolo in due dimensioni, allo stesso modo, dalla soglia della porta, si dipana, davanti ai nostri occhi, un quadro a grandezza naturale!

Quando scegliamo la migliore posizione dei nostri elementi d’arredo quindi non possiamo solo tenere conto della loro funzione o della singola composizione ma dovremo fare attenzione a come appaiono entrando nella stanza o da altre angolazioni significative!

Sembra un concetto difficile, ma è molto più semplice di quello che appare! Molti di voi l’avranno già attuato, magari senza saperlo, quando avete deciso di mettere un bel vaso con i fiori sopra la consolle dell’ingresso o un grande specchio in fondo al corridoio! Progettare dal vivo poi rende questa operazione ancora più semplice e spontanea!

Riuscite a vedere il vostro quadro quando entrate in casa?

Condividete la vostra esperienza personale! Sarà la parte più interessante di questo articolo! Parliamone insieme nei commenti sotto!

Di seguito alcuni esempi da Pinterest che possono aiutarci a capire cosa si intende per quadro tridimensionale!

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Benvenuto 2018!… A tutto #colore!

Benvenuto 2018!… A tutto #colore!

Davvero pensavate che il nuovo anno inizia il primo gennaio? Per me si volta pagina davvero il primo giorno feriale dopo la Befana, quando si riparte con il solito tram tram, scuola, ufficio, famiglia, ma con tanta voglia di fare, di porsi e raggiungere nuove sfide e nuove obiettivi, di cambiare…in meglio, sempre!
Chi oggi non sente dentro quel fremito di essere di fronte ad una nuova sfida? Chi non prova quella sensazione di poter ricominciare, riprovare?

Quest’anno abbiamo a disposizione una infinità di #colori di cui poter godere, usandoli nell’arredamento, nel vestiario, nella grafica, …nelle città! L’unica condizione è che siano #vivaci, #grintosi, pieni di #energia da #condividere!

Il primo della lista però deve essere il #verde, il verde delle piante, della #natura, dei #prati #freschi, dei #boschi, della #sostenibilità, della #riduzione dei rifiuti (vi segnalo il sito zero waste Italia http://www.zerowasteitaly.org/ dove si possono trovare tante informazioni utili)!

I colori non sono solo moda, sono nutrimento per l’anima, hanno un grande potere di comunicare e di far stare bene, ma anche male!

Saper usare i colori è come saper comporre una frase; non è scontato e bisogna studiare per farlo bene; altrimenti avremmo sempre ambienti monotoni, privi di personalità e insoddisfacenti!

Quindi iniziamo un 2018 più verde e poi scorpiamo insieme, giorno dopo giorno, quanti bei colori ci offre la natura e cosa possono fare per noi!

Che sia per tutti voi un 2018 a tutto colore!!!

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Foto (da Pinterest) Villa Torrigiani a Lucca