Il 21 marzo 2018 è stata la giornata internazionale della Foreste Urbane, con il tema dell’anno “Foreste e città sostenibili” !
Noi architetti non possiamo non sentirci chiamati in causa su un tema così importante! Piena di curiosità ho cercato su Google “Urban forest” e “foreste urbane” e cosa è apparso? Il bosco verticale di Boeri ed esempi simili!!
MA COSA C’ENTRA un grattacielo di cemento con il concetto di foresta o bosco urbano?
Come è possibile che un tema così importante si riduca a mera campagna pubblicitaria?
Persino il video ufficiale dell’evento non ha disdegnato un esempio così Insostenibile per l’architettura
Definizione proposta dalla FAO e utilizzata nell’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi di Carbonio (INFC, 2005):
“Il bosco è un territorio con copertura arbo-
rea superiore al 10%, su un’estensione maggiore di 0,5 ettari e con alberi alti, a maturità, almeno 5 metri e una larghezza minima della tessera di 20 metri ”
Quali sono allora alcuni esempi noti che avrebbe dovuto mostrare Google in testa alle ricerche?
Central Park, New York, USA
High Line, New York, USA – Piet Oufolf
(Trasformazione di una vecchia linea ferroviaria in parco pubblico)
Jardin de Turia, Valencia, Spagna
Bois de Boulogne, Parigi, Francia
Villa Borghese, Roma, Italia
Le foreste urbane sostenibili sono quelle con i piedi per terra, anzi, con le radici…!!
Ma anche…..
Le Foreste commestibili (Food Forest), …per combattere l’insicurezza alimentare!
All’Università un professore ci spiegò un giorno: “le tavole di un architetto non dovrebbero mai avere testi perché dobbiamo essere bravi a comunicare anche solo con le immagini”
L’architettura infatti ha poco a che fare con le chiacchere e molto con i fatti e se è vero che della cultura non bisogna mai averne abbastanza è anche vero che l’architettura è cultura che si fa materia, che si fa funzione, che è custode di sentimenti e sensazioni!
Succede poi che a forza di parlare ci si scordi del fare e si finisce per interpretare le parole ognuno a modo suo, col rischio di incorrere in errori irrimediabili!
Questo è quello che sta avvenendo per l’architettura sostenibile, o green, o verde, o come preferite definirla!
Dolce e Gabbana, 2014-2015
Non c’è progetto che non si vanti di essere sostenibile, verde, ma poi nella sostanza sono pochi gli esempi meritevoli di questo titolo e poche quindi le occasioni da cui imparare!
Birgit Kos by Mario Testino for Vouge US August 2017
Difficile infatti spiegare a parole le diverse sensazioni che si provano a stare in uno scantinato o sopra una collina! Lo sappiamo tutti cosa si prova eppure se dovessimo raccontarlo a qualcuno che non lo ha mai vissuto dovremmo appellarci a sinonimi, improvvisare stati d’animo, fare esempi che si avvicinano, ma non sarebbe mai come sperimentarlo dal vivo!
Succede così che a forza di raccontare che basta un po’ di verde per cambiare le sorti di un edificio o di una città, ci ritroviamo invasi da improbabili pareti verdi, che durano il tempo della fiera, piante e fiori che sbucano dal pavimento pur non avendo le giuste condizioni per fiorire, …grattacieli di cemento appellati come “biofilici” solo perché nel progetto sono stati inseriti tanti begli alberi, che sopravviveranno solo a patto di una INsostenibile e continua manutenzione!
Per godere degli effetti benefici della natura, bisogna viverla, starci a stretto contatto, ma con quella vera, quella che affonda le radici nella terra e da essa si nutre!
Non c’è wallpaper a tema o lampada-vaso che tenga che possano uguagliare la vista di un bel viale alberato o una passeggiata in un parco; non c’è vasca o piscina che regalino i benefici di un bagno nel mare d’agosto!
Ho invoca l’aiuto del mondo della moda, e delle sue capacità di comunicazione, per farvi capire, immedesimandovi nelle modelle, la differenza tra lo stare a contatto con la natura e illudersi di farlo!
Queste immagini, quasi al limite della realtà, rendono bene la sensazione fresca e selvaggia della foresta, del bosco o di un folto giardino!
Vouge Brazil, May 2017, Josephine Scrivere by Giampaolo Sgura
Scorrendo oltre potete invece vedere esempi in cui la natura c’è, ma sotto forma di rappresentazione o ispirazione e anche se i colori e le forme sono molto simili, l’ambiente, e di conseguenza le sensazioni, cambiano completamente!
Vogue China August 2016 Vanessa Moody by Camilla AkransFoto di Annie LeibovitzAlessandro Michele per GucciGucci, Spring 2016
Gucci, Spring 2016
Vouge Germano, october 2013, Codie Young by Giampaolo Sgura
Tutto è più statico, rigido e monotono!
Mancano le sfumature e l’imprevedibilità, l’aria umida e sana, ..manca la vita!
Non c’è la facciamo ad essere più bravi della natura, inutile intestardirsi! E allo stesso tempo non ne possiamo fare a meno, è un bisogno primario e ancestrale!
Quindi non fatevi intontare da chiacchere senza sostanza e fate di tutto per tutelare la natura, quella vera!
Non pavimentate un giardino solo perché il prato sporca e ha bisogno di manutenzione; non rinunciate ad un balcone o terrazzo pieno di verde, non accette che vengano abbattuti alberi senza poi piantarne di nuovi e a quantità!
Le sorti della città sono in mano a ogni singolo cittadino!
Come ci si sente quando la porta di casa sbatte dietro alle spalle e, mentre pensi al lavoro che ti aspetta, già senti la mancanza della tua famiglia?
Chiesa di San Giuseppe, Taormina, Sicilia
È scontato che siano i papà che debbano uscire di casa, la società difficilmente lascia scelta! Le donne vengono incentivate, aiutate e accudite, nel caso decidano di trovare un impiego fuori casa, per l’uomo no, è un dovere, punto!
Chiesa di San Giuseppe, Ragusa, Sicilia
Eppure tanti papà magari vorrebbero passare ore a giocare con i figli; vorrebbero avere piu tempo da trascorrere insieme, essere più riposati, con la mente piu libera!
Cattedrale di San Giuseppe, San Jose, California
“La casa è della donna”…”I figli sono della mamma”… Ma quante cose fanno i papà, nell’ombra, per sostenere la mamma e la famiglia?
Basilica di San Giuseppe, Montreal, Canada
Quando tornano a casa, si spogliano di pensieri e responsabilità lavorative per sostenere la moglie in quelle familiari, che non lascia mai davvero, perché sono un pensiero fisso della giornata! Ascoltano in silenzio il delirio della donna quando la casa è in disordine, quando bisogna fare la spesa, quando bisogna organizzare partenze o inviti, intrattengono i figli quando serve e si mettono da parte quando loro reclamano le coccole della mamma…..tengono dentro, per tutta la vita, il dolore e la gioia di aver visto la madre dei suoi figli darli alla luce e lo fanno in silenzio…perché è quello che si pretende e ci si aspetta dagli uomini (ancora più dai papà), che siano eroi di tutti i giorni, e che, come San Giorgio, arrivino all’occorrenza per sconfiggere i nostri personali draghi!
St. Joseph Università, Philadelphia, PA, USA
Io il mio San Giorgio lo ho come padre e a lui dedico queste righe perché ogni volta che si è trovato davanti ad un bivio lui ha scelto sempre di fare il padre!
Cattedrale di San Giuseppe, Antigua, Guatemala
Auguri a tutti i papà che scelgono di fare i papà oltre ad esserlo!
Chiesa di San Giuseppe, Podgorze, Krakow, Polonia
Per voi questi esempi dal mondo di chiese ed edifici dedicati al vostro santo protettore, San Giuseppe!
Santuario di San Giuseppe, st. Luis, Missouri, USA
Le gocce d’acqua riflettono la luce in tutte le direzioni, potenziano i colori, creano un’atmosfera da fiaba…
Per un po’ la città si trasforma, i colori sono più accesi, più vividi e gli architetti studiano a fondo causa ed effetto per ricreare, nelle loro opere, questa bellissima atmosfera di magia..
Impossibile!
La
Natura
è
Insuperabile!
Impossibile eguagliare la natura, ma la soluzione c’è ed è portare la natura in ogni cosa, in ogni progetto, in ogni intervento!
E se le piante da sole non sono sufficienti a creare l’atmosfera pioggia, possiamo aiutarci inserendo laghetti naturali e, dove possibile, piccole cascate, nei parchi pubblici ma anche privati!
Si fa a gara a farli sempre più stretti, sempre più compatti; rimpiccioliscono i sanitari, si compattano i lavandini…
Ma il bagno è un servizio che offre (o potrebbe offrire) molto di più!
Una vera e propria stanza, alla stregua delle altre! Da progettare con la stessa cura e attenzione che si riserva alle aree più in vista come il soggiorno o il terrazzo/giardino!
La Sala da Bagno, dove rilassarsi grazie all’acqua, alla luce e alle piante; il luogo rigenerante dove prendersi cura della salute e del corpo.
Molti metri quadri in più rispetto ai minimi di legge, molti metri quadri non per soli ricchi ma per scelta!
La scelta di ridistribuire le funzioni in modo diverso, per avere spazi più belli e funzionali!
Chi non vorrebbe cambiarsi direttamente al bagno, piuttosto che fare avanti e dietro dalla camera?
Chi non vorrebbe riposare senza l’incombo del guardaroba straripante o rilassarsi sul divano senza sentire l’immane prenza della libreria stracolma?
La soluzione è semplice e sta nella rilocalizzazione delle stesse funzioni in punti differenti dell’abitazione!
Il guardaroba può liberare la camera da letto posizionandosi nel corridoio o in una camera a se, purché sia vicino al bagno; il bagno può essere più grande ed ospitare varie funzioni, le stesse che si finisce per fare in luoghi non idonei come la camera da letto o peggio nel soggiorno; la libreria, accumulatrice di polvere e di caos, sta meglio in uno spazio di passaggio come il corridoio o l’ingresso, in modo da offrire più aria e comfort al soggiorno, ecc…
Qual’è la tua stanza del relax? Hai mai provato a distribuire le funzioni di casa sulla base dei tuoi bisogni?
Non siamo più bambini, eppure pensiamo di poterlo essere a piacimento quando vogliamo, basta un po’ di spensieratezza e nessuna responsabilità!
Ma non è sufficiente! Per essere bambini, ci vuole energia allo stato puro, vera spensieratezza, ingenuità, curiosità all’ennesima potenza!
Non siamo bambini e non lo saremo mai più! Proprio per questo è importante che i bambini possano vivere liberamente la voglia di sperimentare e la necessità di conoscenza, seguendo, senza remore, i propri istinti!
Fuji Kindergarten, Tachikaw, Tokyo – Studio Tezuka
Ecco che questo asilo soddisfa a pieno l’esigenza di movimento, curiosità e sperimentazione, tipica di ogni bambino eelo fa stretto contatto con la natura, nostro bisogno primario!
Così spiegano infatti i progettisti e coniugi Takaharu e Yui Tezuka: “Siamo stati determinati nel voler condurre il giardino esterno anche all’interno dell’edificio, attraverso i tre alberi di Zelkova, nei limiti del possibile; ed abbiamo voluto creare un edificio con spazi fluidi e continui, aperti verso l’interno grazie alla pianta circolare”
Fuji Kindergarten, Tachikaw, Tokyo – Studio Tezuka
Il cerchio è una forma accogliente, simula il grembo materno e ci fa sentire tutti più sicuri.
Il rapporto costante con la natura è assicurato dalle grandi e continue vetrate, che permettono di godere della luce naturale per gran parte della giornata; la copertura, con pavimento in legno, è un grande spazio di gioco, che parte dal piano terra e sale idealmente verso il cielo. Non c’è separazione fisica come non c’è separazione nella mente dei bambini, che così sono sempre liberi di scegliere e sperimentare!
Fuji Kindergarten, Tachikaw, Tokyo – Studio Tezuka
La presenza costante della natura raggiunge il massimo livello grazie al contatto giornaliero con sequoie centenarie che crescono proprio dentro gli spazi scolastici
Fuji Kindergarten, Tachikaw, Tokyo – Studio Tezuka
I bambini sono liberi di salire e scendere dall’albero per puro gioco o per salire sul tetto o…..quello che la fantasia gli consiglia!
Ogni giorno crescono insieme alla natura che li li circonda imparando vicendevolmente che cosa è la vita!
Fuji Kindergarten, Tachikaw, Tokyo – Studio Tezuka
Cambiano i politici ma la città è sempre la stessa!
Non è solo un problema di gestione ma di cultura: un tempo lo spazio pubblico era solo una estensione di quello privato e così ci si sentiva responsabili della sua cura e del suo uso; questo ancora avviene in molti centri storici dove le viuzze sono sempre adorne di vasi e fiori, di nonnine che sferruzzano sulle sedie portate da casa, di panni stesi!
Qual’è il limite, nei centri storici, tra spazio pubblico e spazio privato? È difficile definirlo perché il passaggio è molto graduale e la strada ne risente dell’influenza positiva dei suoi abitanti: a tratti è zeppa di fiori, a tratti ricoperta di ceramiche lungo le facciate, talvolta si trova un cuscino su una scaletta di accesso; i numeri civici non sono mai uguali mentre la strada è costantemente limpida! Avete mai visto le viuzze pedonali di un centro storico sporche? Io mai!
Quando ero piccola ho vissuto per un periodo nel più entusiasmante parco giochi di sempre: il piccolo borgo di Collepardo, in provincia di Frosinone. Per noi bimbi era come una gigantesca casa delle bambole: i genitori seduti sull’uscio di casa, i ragazzi sulle scalinate della chiesa; i bambini sempre in movimento! Le sbarre di ferro a borda strada ci permettevano di girare come gli acrobati al circo, le scalette degli ingressi erano un modo per sperimentare percorsi nuovi, le piantine che crescevano sui muri spaccati o tra i sampietrini erano la base per infiniti giochi di ruolo, ecc..
La vita si svolgeva in uno spazio condiviso che era responsabilità di tutti!
Poi la città funzionalista ha rimesso tutti a loro posto: quello che è privato te lo gestisci tu e quello che è pubblico il Comune!
Questa entità astratta ha rubato la libertà dello spazio pubblico e allo stesso tempo è diventato il capro espiatorio per ogni male della città! Qualsiasi problema è causa di una cattiva gestione della città, e mai ci si interroga su quelle che sono le nostre responsabilità su uno spazio che anche nostro!
Ancora oggi comunque non disdegnamo di sperimentare la città a modo proprio; pensiamo al caso in cui ci sediamo sulle scalinate, o sul bordo delle fontane, anche se non sonobstate pensate pervquesto scopo; ci sdraiamo a terra nei parchi pubblici come stessimo sul letto di casa, o partecipiamo a grandi eventi accalcati a sconosciuti!
Il senso della città come il vivere in comunità fa ancora parte di noi; è arrivato il momento di fare un passo avanti eeprendere coscienza che se vogliamo davvero una città, un paese, migliore dobbiamo iniziare curando e migliorando il fazzoletto di terra di fronte alla nostra abitazione. Solo così, facendo ognuno il suo, si avranno città moderne, funzionali e belle come i nostri magnifici centri storici!
Volete essere anche voi i protagonisti della Rigenerazione e non solo tante anime in fila in attesa di verdetto?
Molti pensano agli architetti come l’angelo nero del politico di turno, ma se così fosse non ci sarebbero tanti architetti a spasso!
Purtroppo non ci ascolta nessuno, anche li dove è di nostra competenza!
Ma arriviamo al dunque: cosa c’entrano le elezioni 2018?
C’entrano nel momento in cui le scuole diventano la sede per questo importante evento!
E dove altro farlo altrimenti?
Molti ragazzi staranno gioendo per questi giorni di vacanza, senza pensare che quello che non impareranno in quei due giorni di scuola non lo impareranno più, perché la vita non da tempo di recuperare, mai!
Quindi nel momento in cui i giovani cedono un po’ della loro cultura per gli affari degli adulti, è giusto anche ricordarci quanto sia importante ascoltare la loro voce, attraverso PROGETTAZIONE PARTECIPATA con i BAMBINI?
Ecco che l’architettura inizia ad avere a che fare con la politica!
Gli edifici, dove i nostri ragazzi studiano oggi, sono ben lontani dalle Scuole Innovative di cui si e largamente dibattuto negli ultimi anni: sono spesso edifici destinati a usi differenti o pensati, molto tempo fa, come contenitori vuoti!
Ma qualcuno si è mai posto la domanda di chiedere agli studenti, bambini e ragazzi, come vorrebbero che sia la loro scuola?
C’è una strada percorribile ed e quella della Progettazione Partecipata con i bambini:
Il riconoscimento dei diritti dell’Infanzia attraverso la convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, stipulata a New York nel 1989, (ratificata in Italia dalla legge 27 maggio 1991, n. 1761) riconosce i bambini come cittadini a cui spetta il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su ogni questione che lo interessa, nonché l’accessibilità ad occasioni di partecipazione ed opportunità di
autodeterminazione.
Inoltre afferma che “Il soddisfacimento delle esigenze dei bambini e dei giovani
presuppone, per quanto dipende dall’amministrazione comunale, che si offrano loro, così come a tutti i cittadini, spazi, attrezzature e servizi adeguati per il loro sviluppo sociale, morale e culturale”.
La Carta riconosce quindi il ruolo formativo dell’ambiente urbano e la corresponsabilità
che esso ha nello sviluppo socio‐culturale di tutti i cittadini, a partire dai bambini,
demandando altresì il compito di salvaguardare questo ruolo alle amministrazioni locali delle città che la hanno sottoscritta.
Da quest’anno, quando tornate tutti a scuola, per vostre, ringraziare i nostri ragazzi e ricordatevi che non hanno voce in capitolo per quanto riguarda la città che abitano ed è ora che qualcosa cambi!
Quando già ne parlavo…di progettazione partecipata: https://iannifioriniarchitetti.wordpress.com/2017/11/21/quale-la-progettazione-piu-bella-e-piu-difficile/
La neve è neve un pò ovunque, è silenziosa, è rilassante; a tratti somiglia allo zucchero a velo, a tratti ad una calda coperta!
Chi oggi in Italia si è goduta questa bellissima giornata di neve deve dire un pò grazie anche agli architetti e agli ingegneri!
Chi, invece, si è congelato al freddo e al gelo, sa cosa intendo!
Se oggi abbiamo potuto ammirare il paesaggio imbiancato e godere dei suoi effetti rilassanti è perché, tanto tempo fa, qualcuno ha studiato il modo di riscaldare i nostri spazi con il gas e i termosifoni!
Non voglio con queste mie parole interrompere la magia, anzi, vi posto subito un pò di foto scattate oggi a Colleferro (RM)
E’ fantastica!
Quindi se oggi non ci sono caduti tetti in testa, non siamo congelati dal freddo e via dicendo è perché il mondo dell’edilizia ha messo in atto una serie di studi che hanno permesso di realizzare edifici forti per reggere il peso della neve e saggi per tenere il freddo a distanza!
Non avrebbe senso qui solo una celebrazione della categoria se non si sfruttasse l’occasione per sensibilizzare sul tema e in particolar modo sull’importanza di fare progetti in regola e sull’efficientamento energetico degli edifici!
In questi ambiti il fai da te spesso non porta a risultati soddisfacenti, per questo è importante affidarsi ai professionisti quando si decide di intervenire sulle strutture della propria abitazione e allo stesso tempo è importante non sottovalutare lo spreco di energie di un edifico non isolato a dovere: l’isolante infatti è un pò come la nostra pelle, fa respirare il corpo ma allo stesso tempo lo protegge; lì dove si crea una ferita nella pelle si ha una perdita di materiale dal corpo. Lo stesso vale per la casa: l’isolante, se non ben dimensionato e distribuito rimane solo un ornamento! Come fare? Agire solo se si è preparati o contattare un esperto (architetto o ingegnere)!
Come l’adeguamento strutturale vale non solo per le nuove costruzioni ma anche quelle esistenti e si può fare tranquillamente con il legno, allo stesso modo si può migliorare l’efficienza energetica di un edificio antico. La normativa ormai impone alle nuove costruzioni il raggiungimento di un certo livello di isolamento termico che, posso assicurare, è notevole! A seconda delle dimensioni dell’edificio e del tipo di riscaldamento, i consumi possono arrivare vicini allo zero!
Per gli edifici esistenti l’isolamento può essere fatto esternamente, internamente (anche se meno efficiente) o all’interno delle murature grazie all’isufflaggio di materia liquida.
Come per le strutture mi sento di consigliare vivamente il legno, anche per l’isolante bisogna cercare tra i tanti disponibili di origine naturale!
La scelta del materiale, infatti, oltre alla posa e alla corretta realizzazione, può influenzare il risultato finale in termini di salubrità e qualità degli ambienti!
Non me ne vogliano gli architetti per questa super sintesi del problema, ma lo scopo era innanzi tutto sensibilizzare sul tema e non spiegarne tutte le soluzioni.
Il dilemma senza fine tra l’essere giusti, corretti ed essere appariscenti, scenografici!
In uno dei miei primi lunghi viaggi di ritorno dall’università, mentre ricaricavo le energie spalmata su uno dei tanti sedili sfasciati del treno, vedo passare una ragazza senza tempo, bellissima ed elegante, fisico perfetto appena accennato in un tailleur classico e gonna fin sotto il ginocchio! Non era appariscente ma era perfetta!
Tra le altre donne con cosce all’aria, pellicce e colori vistosi, la sua bellezza non era chiassosa eppure era indiscutibilmente superiore!!!
Allo stesso modo c’è una architettura elegante, perfetta nell’assolvere le funzioni richieste, di una bellezza appurata, nelle sue linee universalmente apprezzate; corretta nel ricercare come prima cosa la soddisfazione dell’utente finale!
Negli anni, man mano che le crescenti abilità pubblicitarie hanno cambiato le sorti del commercio, si è fatta largo una architettura appariscente, scenografica, frivola e veloce, proprio come uno spot! L’architettura dello show, l’architettura più nota appunto per la sua natura vistosa!
Quanti sono andati a vedere, incuriositi, l’acqua della Fontana di Trevi a Roma tinta di rosso e quanti ancora invece si sono soffermati sulla bellezza di quel bene culturale, sugli infiniti decori e dettagli, ecc? Pochi e forse erano turisti!
La bellezza usuale non ci colpisce e quindi non fa notizia!
Ma l’architettura non può limitarsi a fare notizia!
E’ giusto quindi fare una architettura scenografica, che fa notizia o una architettura duratura, comoda, corretta, per le persone?
L’architettura dello show può andare bene per eventi temporanei, per le pubblicità, per le feste; ben diverso è il quotidiano dove l’architettura deve pensare a molteplici fattori che vanno dalla luce ai materiali, dalla salute ai colori, dalle temperature ai rumori, ecc…e molto dipende dal fine che un determinato edificio deve avere!
L’edificio della copertina è la Fondazione Prada a Milano, ad opera dell’architetto Rem Koolhaas che ha trasformato una distilleria risalente agli anni Dieci del Novecento nella nuova sede permanente della Maison Prada a Milano.
Sulla stessa linea anche l’intervento per la Boutique Chanel ad Amsterdam ad opera dello studio MVRDV.
Si è preso un edificio, si è stravolta completamente la sua vocazione ottenendo qualcosa di completamente diverso, nuovo! Non un recupero ma una vera e propria sostituzione: malgrado sia stata mantenuta la dimensione e l’alternanza delle bucature, la parete interamente vetrata e la conseguente diversa luminosità passante, ha segnato l’unità delle facciate del complesso architettonico. Un intervento vistoso che ha cancellato ogni traccia delle preesistenze e con esse i loro valori!
Eppure Coco Chanel rivoluzionò si il concetto di eleganza femminile, sostituendo i poco comodi e opulenti abiti dell’epoca, con abiti più lineari e funzionali, ma il suo stile è rimasto indiscusso nel tempo perchè era carico di armonia e bellezza!
Quindi non è la novità in assoluto ad essere vincente ma la vera innovazione!
Gli interventi di Milano e di Amsterdam sono più vicini ai pantaloni strappati, che tra l’altro non mi sono mai piaciuti!
Contemporaneamente, sempre a Milano, altri interventi, sicuramente meno chiassosi, hanno deciso di riqualificare degli edifici industriali mantenendo intatta la vocazione ma consentendo il riuso!
Dopo tutto non è sempre necessario laccare gli edifici per metterli a nuovo!
Il fascino di queste strutture sta proprio nei muri sgretolati, nelle travi decorate dalla ruggine, nell’atmosfera comoda e rilassata!
Cascina Cuccagna Milano
“Progetto Cuccagna recupera all’uso pubblico dei cittadini i preziosi e grandi spazi della settecentesca omonima cascina urbana, fin qui cadente e abbandonata, per farne un luogo di incontro e aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un punto di riferimento per la ricerca comune di benessere sociale e di qualità della vita. Un’impresa esemplare sostenuta e finanziata da chi ha a cuore il futuro della città. “
Fonderie Milanesi, Milano
“Per trovare le Fonderie Milanesi, bisogna addentrarsi in un cortile ricoperto di ghiaia, su cui si affacciano garage e officine. È come fare una passeggiata indietro nel tempo, nella Milano di un secolo fa. In fondo, quasi nascosta, una ex fonderia artistica trasformata nel 2013 in un locale dall’aria magica, frutto di un lavoro di recupero che ha salvaguardato anziché stravolgere”
Questi progetti hanno regalato atmosfere davvero originali pur mantenendosi intatti!
C’è una moda bella e sostenibile … (vedi approfondimento: https://wordpress.com/post/iannifioriniarchitetti.wordpress.com/1202 )
..ma è scomoda e laboriosa: la moda dei popoli dell’Oceania, che ancora sanno vestirsi di foglie e fiori, regalandoci scenografie spettacolari, ma sono legati a lunghe ore di lavoro per preparali e spesso sono pesanti da indossare!
Come per la moda, anche l’architettura non è sufficiente che sia bella e ancora meno appariscente!