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Chi progetta gli ospedali…

…poi ha mai passato li un periodo di degenza?

Generalmente si entra in ospedale per motivi di salute fisici e si finisce per ammalare il cuore, schiacciato dalla vista continua di un luogo asettico, spesso bianco o dai colori pallidi (quasi a ricordare quanto si è malati!), corridoi infiniti, un labirinto di stanze tutte uguali, riconoscibili solo dai numeri marchiati in fila sulle porte proprio come si fa per le mucche nelle stalle!

Come si può essere architetti, progettare un ospedale, scegliere le misure giuste, i materiali più igienici, i percorsi più sicuri e dimenticarsi poi dell’animo delle persone?

Non sarà che tutto questo pallidume influenzi anche l’animo di dottori e infermieri, allo stesso tempo spesso cupi e spenti?

A differenza della maggior parte degli ospedali italiani, nel resto del mondo, molti istituti hanno scelto di progettare gli spazi di degenza, ma anche le sale operatorie, i corridoi, ecc, riempiendoli di energia e di positività grazie a colori e decori ma anche all’uso sapiente del legno, materiale del benessere per eccellenza e la ridefinizione dei concetti legati agli spazi.

Per esempio, in Spagna il centro diurno per l’infanzia Vall d’Hebron didi Barcello è stato rinominato  “Parc d’Atencions” (parco delle attenzioni, nel senso di prendersi cura) rimandando al gioco di parole dovuto alla somiglianza con il termine catalano “diversió”, che sta per parco divertimenti (termine sicuramente più familiare a bambini e bambine). È un luogo dove i più piccoli e i loro familiari vengono accolti e assistiti da un punto di vista medico, personale ed emotivo oltre che per merito dello staff, anche per la cura con cui gli spazi sono stati gestiti e allestiti. Il progetto è stato realizzato da Fundación Small insieme allo studio di architettura  Plasencia  Arquitectura.

E ancora, il London Children’s Hospital, ha scelto di coinvolgere degli artisti, attraverso l’associazione Vital Arts, per dare animo agli spazi dell’ospedale!

E ancora…

Cari Dottori, dato che i pazienti non possono fare niente, almeno voi ribellatevi a queste scelte e chiedete a gran voce di riportare la vita anche negli ospedali!

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Chi ha paura dell’Architetto?

“Costa tanto”, “Decide tutto lui”… “Ha idee strane!”…

Quante se ne sento sugli architetti?

Nell’antichità l’architetto era l’uomo di cultura per eccellenza, doveva sapere quasi tutto, della tecnica, dei materiali, ma anche del clima, della psicologia, ecc… Come dimenticare la soluzione geniale che ha studiato il Brunelleschi per la Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, e tutti gli esempi eccellenti che si sono susseguiti nell’antichità!

Anche oggi l’architetto deve essere un po’ tuttologo, perché vicino agli studi tecnici deve accostare un eccellente buon gusto, una strepitosa sensibilità verso il genere umano, una conoscenza della storia, del design, dei colori, della natura, e così via!

Troppi si sono improvvisati architetti pensando che fosse un gioco facile, ed invece l’architettura è come prima cosa Amore, amore per questo mestiere che è ancora prima una Passione!

Non abbiate quindi paura dell’Architetto perché…

1. Un architetto vi ascolta e non fa di testa sua!

Il dialogo è molto importante in tutte le situazioni e così anche quando ci si avvia ad un nuovo progetto è importante saper comprendere a fondo le esigenze del cliente e quindi i requisiti che dovrà avere il prodotto finale. Il progetto non è solo una questione estetica o funzionale ma implica una profonda conoscenza ed attenzione verso il fruitore finale. Conoscenza che avviene solo attraverso un continuo dialogo ed un attento ascolto!

2. Un architetto può farvi risparmiare e anche molto

Un architetto infatti sa come valorizzare i vostri immobili, gli spazi e le preesistente in generale! Vi siete accorti di come stanno tornando di moda cementine e marmittoni? Un architetto sa come valorizzarli dando all’appartamento un aspetto nuovo e originale!

Una volta si sarebbe demolito tutto, oggi l’architetto aiuta a conservare e riutilizzare!

Il riuso spesso regala spazi davvero belli, originali ed unici!

Prima di buttare via qualcosa quindi, provate a contattare un architetto!

3. Un architetto non fa cose strane, bensì cerca di trovare nuove soluzioni

Purtroppo l’architettura degli ultimi cinquant’anni non ci ha regalato esempi interessanti, pochi progetti a misura d’uomo, mega sculture senza senso, una infinità di ecomostri!

Anche io ho paura di alcuni architetti, ma non ho paura di me stessa, perché so che solo attraverso l’ascolto attento si può arrivare a buone soluzioni e solo essendo molto umili si può davvero fare bene! L’architetto deve dimenticare di autocelebrarsi per celebrare piuttosto la vita, quella vita che scorre tra le stanze, su e giù per una montagna, di corsa in un giardino!

4. L’architetto è il dottore degli spazi

Come non si vive bene quando si ha una malattia così non si sta bene quando lo spazio intorno a noi è gestito male; ricordo sempre le parole di una professoressa dell’Università quando ci spiegava come fosse importante potersi muovere con fluidità negli spazi ed entrando nel dettaglio ci raccomandava che tra la porta e la porta finestra di una stanza non ci fossero elementi d’arredo che potessero essere da ostacolo! La casa poi è lo specchio in cui ci vediamo ogni giorno, se non è piacevole per tutti e cinque i sensi, non ci farà stare bene!

Chi ha ancora paura dell’Architetto??

Spiegateci il perché, raccontateci le vostre esperienze, lasciatevi andare ai commenti più cattivi, senza remore…..e magari qualche architetto può anche raccontarci perché e se ha mai avuto paura di un cliente!

Di seguito alcuni esempi di riuso eccellentemente riusciti e con poca spesa

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Foto da Pinterest

 

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Calendario dell’avvento de La Buona Architettura – 15) Un dono: gli spazi in cui vivi ti rispecchiano? Ti svelo qualche segreto per renderli come tu li vuoi davvero!

Calendario dell’avvento de La Buona Architettura

18 dicembre 2017

15) Un dono: gli spazi in cui vivi ti rispecchiano? Ti svelo qualche segreto per renderli come tu li vuoi davvero!

Esiste il luogo perfetto? Esiste il progetto perfetto?
Che cosa ci fa stare veramente bene?

Ogni saggio architetto non può non vivere questo dilemma e cercare ogni giorno, in ogni progetto di risolverlo!

Qual’è il luogo perfetto quindi?
Non quello progettato ad hoc, non quello che ha arredi di design o materiali costosi, non quello ampio e neanche quello raccolto, non è l’opera di archistar…

Lo spazio perfetto è quello dove ritroviamo le nostre emozioni positive, dove si accumulano ricordi o dove si trovano elementi che richiamano ricordi!

Fate uno sforzo e cercate di ricordare dove siete stati veramente bene: in quell’edificio di nuova costruzione o nella casa della nonna, dove, da una finestra, posta accanto al caminetto, si potevano vedere tutte le montagne?
Vi siete sentiti anche voi spaesati quando vi siete trasferiti in una casa nuova e invece perfettamente a vostro agio tra i vicoletti di un centro storico?

Se siete in procinto di ristrutturare casa o se avete voglia di rinnovare gli spazi in cui vivete, non fatevi incantare dalle ultime novità sul mercato o da riviste patinate,…pensate invece ai luoghi dove vi siete sentiti veramente bene e in pace con voi stessi e prendere ispirazione da lì!

Un bravo e sensibile architetto può aiutarvi a trasformare il sogno in realtà!

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Foto da Pinterest

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Calendario dell’avvento de La Buona Architettura – 4) Non c’è innovazione senza tradizione

Calendario dell’avvento de La Buona Architettura

6 dicembre 2017

4 – Non c’è #innovazione senza #tradizione

(Andare indietro per poter andare avanti!)

#calendarioavventolabuonaarchitettura

Ieri è successo un fatto che non mi ha potuto lasciare indifferente ed ha condizionato anche il nostro calendario dell’avvento…
Il giovane Sindaco della mia città #Collefero, Pierluigi Sanna, si è sdraiato a terra davanti ai camion che stavano portando materiale per riaccendere gli inceneritori… Erano le 19 circa e faceva un freddo terribile …

Una lotta per la giustizia, per la salute, …che ha origini lontane, che viene dalla ingente mole di #rifiuti che non siamo capaci di non produrre!
Basterebbe tornare alla vita dei nostri nonni per vedere svanire in un attimo la parola #inceneritore… Basterebbe non produrne di rifiuti…sarebbe un vantaggio per l’#ambiente, per la €salute ma anche per l’#economia #familiare…e non è difficile… Ci riesce molto bene Linda Maggiori con suo marito e i suoi quattro figli…e cercheremo di scoprire insieme come fare anche nel corso del calendario dell’avvento de La #Buona #Architettura!

Se è vero che non si può #pensare il #futuro senza #conoscere il #passato, questo è ancora più vero nel caso del problema della gestione dei #rifiuti! Nel passato questo problema non esisteva perché lo stile di #vita più povero era anche più #sano!
Lo sapete che i primi #alberi di #Natale venivano #decorati con la #frutta, come esempio le #mele e le #arance? Si acquistava un bene di prima necessità, lo si utilizzava per rendere la casa più festosa ed accogliente e poi veniva mangiata…senza produrre alcun rifiuto..anche perché la buccia, se non viene consumata, è utile per concimare la terra!
Chi non ha voglia di cimentarsi col fai da te ma vuole un Natale davvero Sano, può sbizzarrirsi usando mele, arance, #melagrane, #limoni, ecc..alternandoli o usandoli singolarmente, a seconda dell’effetto desiderato..e se volete più condividete con noi le vostre creazioni!

Un #Natale più #Sano a tutti!9e40fcb51094d12f446f60577a92860d.jpg

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Qual’è la progettazione più bella e più difficile?

Qual’è la #progettazione più #bella e più #difficile?

#Progettare per i #bambini!!!

E’ #bello perchè nell’#immedesimarsi (#necessità di ogni #progettazione) si respira un pò della loro #spensieratezza;

E’ #difficile perchè per quanto siamo stati anche noi bambini, da adulti proprio non possiamo capirli!

L’unica #soluzione è #ASCOLTARLI, con un #ascolto #attivo e #COINVOLGERLI nelle #decisioni attraverso la #progettazione #partecipata!

Può sembrare tutto ovvio o scontato, ma già quando avete scelto la cameretta dei vostri figli avete mai pensato di interrogarli, di includerli, di capire di cosa avessero bisogno loro? O vi siete fatti coinvincere a incastrare qua e la scaffali chiusi e aperti come se le energie infinite dei bambini si potessero incasellare?

Di cosa hanno bisogno i bambini quindi? Vi svelo un primo segreto: I BAMBINI hanno bisogno di SPAZIO, spazio per giocare, spazio per sperimentare, spazio per vivere!!! Hanno bisogno di spazio per spostare le sedie e i tavoli e creare un castello, spazio dove fare le capriole, spazio dove costruire una torre con i giochi ma anche con altro… E allora perchè le camerette esco tutte già belle e composte latsciando ai bambini solo la libertà di sedersi o sdraiarsi! Ricordo che quando con i miei ci eravamo trasferiti nella casa nuova, e ancora non avevamo tutti i mobili, io e mio fratello, ogni sera, ci divertivamo a cambiare posto ai letti apribili!

Anche gli #spazi #pubblici non sono da meno nel rispetto del #diritto dei bambini alla #città: la progettazione è relegata a pochi “esperti” e tra questi mai figura neanche un bambino!

I bambini subiscono le scelte degli adulti:

“Come tutti sanno l’unico contributo della scuola al processo decisionale pubblico avviene periodicamente quando i locali scolastici vengono usati come seggi elettorali. I bambini hanno un giorno di vacanza. I riti di civismo non devono essere esposti ai loro occhi ironici e curiosi” (L.Moretti, V. Petrucci, Il gioco non si arresta; gangemi editore)

Mentre i centri storici ancora sono i luoghi del gioco diffuso e della sperimentazione, nelle città moderne, tra parcheggi e strade carrabili, sono stati occupati tutti gli spazi liberi per il gioco e i bambini sono costretti in aree delimitate e con giochi monotematici che stancano preso l’animo dinamico dei piu piccoli; questo perchè l acittà dei bambini è decisa dagli adulti; un pò come se venisse uno sconosciuto a decidere per noi come vestire o quale divano mettere in casa!

Per chi volesse saperne di più sulla progettazione partecipata con i bambini vi consiglio il libro “Il gioco non si arresta, pratiche di progettazione partecipata per il diritto alla città di bambini e di ragazzi” a cura dell’architetto Viviana Petrucci e dell’educatrice interculturale Laura Moretti

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Foto: illustrazione di Gemma Capdevila

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Chi ha paura dei colori scuri?

Chi ha paura dei colori scuri?

Io ne ho avuta per un po’, forse perché ho conosciuto solo ambienti interamente cupi, sia per la scelta dei toni che per la mancanza di luce naturale o di una cattiva gestione di quella artificiale

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Ho iniziato a familiarizzare con i colori scuri grazie ad un libro dal titolo “le conseguenze del colore” di Hans Blomquist, che mi ha fatto riflettere su come spesso possano contribuire a realizzare un ambiente rilassante e silenzioso, un po’ come quando scende la notte e ci ricorda che è arrivato il momento di riposare

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Anche per le camere da letto, come per le aree riservate al riposino pomeridiano dei bimbi nelle scuole, i colori scuri, simulano la notte e inducono più facilmente il sonno!

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I colori scuri inoltre sono ottimi per dare risalto solo ad alcuni elementi più chiari, facendone sparire altri sullo sfondo;

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Grazie ad una attenta gestione dei colori e dell’illuminazione possiamo decidere cosa porre in risalto e cosa no, un po’ come quando in una mostra d’arte s’impone una luce forte sull’opera in questione e tutto il resto è buoio

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Basta che un elemento sia chiaro, brillante come l’oro o illuminato, per poter risaltare su un contesto dai toni cupi!

Diverso è il caso in cui su uno sfondo dai colori chiari e luminosi si posiziona un elemento scuro; quest’ultimo, malgrado il contrasto, non risulterà ma apparirà come un buco, un vuoto della composizione!

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Non abbiate paura quindi di giocare con i colori, sono degli strumenti potenti che possono cambiare le sorti di uno spazio! Fate solo attenzione a calibrare e scegliere con cura ogni dettaglio perché è lì che si dedice se il risultato di Ale sarà piacevole e vivibile o no!

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Allora, di chi voi dopo questo post ha voglia di ricolorare il mondo intorno a sé?

 

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Perché Halloween attira?

Tra teschi e scheletri, ragni pendenti e zucche animate, non posso fare a meno di chiedermi come è possibile che attiri così tanto essere circondati di mostri e demoni spaventosi, che a me invece incutono ancora non poca paura!

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Da piccola i mostri erano un nemico da fuggire, …i film dove c’erano demoni e vampiri non si vedevano,… Eravamo protetti da un mondo che non aveva niente a che fare con la vita!

Ma perché invece oggi si accoglie con così tanto entusiasmo i simboli della non vita, della paura e della violenza…e soprattutto cosa ha a che fare tutto questo con l’architettura e l’interior design?

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Non mi attardo a spiegarvi il mistero….. Credo che il successo di Halloween sia dovuto al fatto che sia in fondo molto Hygge: con le candele, le luci soffuse, i toni scuri, … è tutto estremamente rilassante!

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Halloween incarna ciò che è in atto nelnpassaggio alla stagione fredda: la natura si riempie di arancione, tra zucche, mandarini e foglie secche; le giornate si accorciano ed è tutto rapidamente più cupo; il sole sempre più basso regala atmosfere rosate; ecc…

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I toni cupi poi, evocano il momento in cui si può andare a dormire, quando fa notte, motivo per cui spesso le camere da letto o gli ambienti dove si cerca un’atmosfera di relax, sono spesso sui toni che vanno dal blu notte all’azzurro!

In fondo quindi il festeggiare Halloween è solo un modo per esorcizzare questo passaggio verso l’inverno, cercando di prenderne il lato più piacevole e caldo;…se almeno ci fossero meno mostri e più calore umano … Più Hygge e meno Halloween…stessa iniziale nel nome ma finalità molto diverse!

 

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Il Colore che fa Bene

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“Il #colore è un #bisogno,

Nessuno capisce ancora il potere che ha il colore di farti stare bene o male.

#Scegliere un colore è #facilissimo per un #bambino perché lo sceglie in modo #emozionale!

Per un adulto è più difficile perché vogliamo avere un spiegazione razionale per ogni cosa.”

Voi…siete coscienti di quale potente azione fate quando scegliete di utilizzare un colore piuttosto che un altro, o un dato abbinamento o ancora un non colore?!

Un interessante intervento della colour design #Francesca #Valan:

Foto: da Pinterest