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Perché decorare la casa a Natale!? (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 21/12/2019)

Natale…tempo di sogni e speranze, di buoni propositi e gigantesche e irraggiungibili aspettative!

A Natale dovremmo essere tutti più buoni ma non tutti, a Natale, possono permettersi di essere spensierati e sereni, …ed è per tutti loro che ho deciso di silenziare il calendario dell’avvento per una settimana e più…per prendere del tempo per riflettere sul vero significato di tutto questo e cercare di regalare a tutti, ma proprio tutti, la magia del Natale!

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Per fare questo bisogna andare alle origini… Alle origini di tutto!

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Quelle che conosciamo bene, si, ma che ci sfuggono, proprio nel periodo più magico dell’anno…presi dalla frenesia di eventi e regali!

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Sapete che fino al 1800 il Natale quasi non si festeggiava e la gente lavorava come fosse un giorno qualsiasi?. E l’usanza dell’albero di Natale si è sviluppata solo nel dopoguerra!

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Cosa ha a che fare, quindi, tutto questo consumismo con il Natale? Addobbi, luci, statuine, e chi più ne ha e più ne metta!

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L’Abete, in quanto simbolo, ha radici lontanissime, dato che per il fatto di essere robusto e sempreverde è stato da subito associato alla vita eterna.

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Addobbare gli alberi, cosa che anticamente veniva fatta con frutta di stagione, soprattutto mele, aveva la finalità di evocare il paradiso di Adamo ed Eva e l’abbondanza che la primavera avrebbe regalato di li a poco!

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La scelta di riempire l’albero, sintetico, per giunta, di una infinità di oggetti di plastica è davvero recente…ed è una scelta che ha perso ogni contatto con le origini del Natale!

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Ogni anno i negozi si riempiono, sempre prima, di una infinità di addobbi preconfezionati, di plastica (poco sostenibile) e ci costringono a fare a gara a chi ha l’albero più abbondante e vistoso! Facebook ne è la prova con la sfilata di foto che si fa sempre più copiosa e non fa altro che alimentare il consumismo che c’è dietro!

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Andare alle origini significa capire il perché di ogni gesto e farlo con piena consapevolezza!

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Da architetto non posso non parlare del Natale e dei suoi addobbi, come resistergli!?

Ma da architetto coscienzioso ho scelto di parlare di addobbi sostenibili!

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Perché se i decori, a Natale, devono accompagnare la gioia e l’entusiasmo di questa festa religiosa e devono evocare vita e grazia, di sicuro non possono essere acquistati al volo in un supermercato e soprattutto non possono ulteriormente alimentare il business del  consumismo e del rifiuto sconsiderato.

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E ci si divide tra chi persino odia decorare casa per le feste perché lo sente più come un dovere e chi si fa in quattro per trovare gli addobbi sempre più nuovi e sorprendenti!

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La giusta via, come sempre, sta nel mezzo:

Gli addobbi, in quanto simbolo di gioia e di festa, sono sacrosanti. In antichità, addobbare le case, spesso povere ed umili, significava portare all’esterno la gioia che si provava dentro. Ma gli addobbi non erano certo acquistati, ma bensì venivano realizzati a mano utilizzando quello che la natura offriva: rami, bacche, frutta di stagione. Ci si dedicava con molto entusiasmo, andando prima a raccogliere il materiale in mezzo alla natura, spesso assai vicina a casa, e poi liberando la fantasia. Tutta la famiglia partecipava, maschi e femmina,  dai più grandi ai più piccoli!

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Acquistare in tutta fretta addobbi preconfezionati, peggio ancora, in materiali artificiali, e riversarli in casa, senza viverli, senza dedicarvici, non alimenta lo spirito natalizio ma solo la superficie utile per raccogliere la polvere!

Ed ecco che arriva la fine delle feste e liberarsi dei decori è quasi un piacere!

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La verità è che, se gli addobbi fossero fatti in casa, diventerebbero ricordi preziosi da tramandare da generazione in generazione; se fossero fatti di natura ritornerebbero come concime alla terra

Se fossero fatti con il riuso di ciò che abbiamo in casa, sarebbero più piacevoli, vissuti ed originali.

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Avete mai pensato che una sciarpa che non usate più o che usate solo in estate può diventare una calda ghirlanda?

Vestiti inutilizzati, maglioni fuori moda, calze e calzini bucati,..ma anche riviste, …tutto può diventare un incantevole decoro, o una confezione regalo, basta solo un po’ di fantasia e spirito natalizio!

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Il tempo….per riflettere! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 03/12/2019)

Il tempo…chi ne ha sempre tanto e chi non ne ha mai abbastanza!

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Sta diventando più prezioso dell’oro!

E se a Natale regalassimo il nostro tempo? Il tempo di preparare un dolce, di aiutare ad addobbare casa, ma anche a fare la spesa,…il tempo di dedicarsi a qualcuno, ascoltarlo, condividere del tempo insieme!

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Forse qualcuno se n’è accorto…molti sicuramente no…ma ieri, per mancanza di tempo, non ho potuto fare l’articolo del calendario dell’avvento per il 2 dicembre! Bene, ottimo! Prima ero tentata di mettermi al lavoro alle 11 di sera, per rispettare gli impegni presi. Poi ho pensato che in fondo anche questo è parte della vita e che era una ottima occasione per rifletterci sopra e capire quanto tempo e denaro sprechiamo inutilmente durante le festività natalizie!

E quanto di quel tempo è giusto restituire indietro alla nostra vita!

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“La consapevolezza dell’insostenibilità ambientale di molte festività, Natale in primis, sta crescendo. Questo avviene perché, ormai, i protagonisti degli eventi sono gli sprechi che hanno trasformato il Natale da festa religiosa a festa consumistica. Dai dati di Waste Watcher, presentati in occasione della consegna dei premi Vivere a Spreco Zero, è emerso che a Natale sprechiamo soprattutto denaro (43%) e cibo (41%), ma anche carta, imballaggi (11%) e tempo (5%). Non è difficile da credere se ragioniamo un attimo sui nostri programmi dicembrini. Tutto questo spreco si traduce in un impatto ambientale inutile che, come se non bastasse, si va ad aggiungere alla già grande impronta ecologica di questa festività (sovraproduzione di oggetti inutili, spreco energetico di negozi e case, traffico costante, cibo spazzatura, scarso o nullo riciclo dei rifiuti)…. Sembra che non ci sia felicità o realizzazione senza il possesso”…o senza l’ostentazione, aggiungerei io!

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E se a Natale regalassimo la nostra gratificazione?

“Niente stelle luminose e comete che attraversano le strade da un lato all’altro, niente luci colorate e alberelli in piazza. Per il trentesimo anno Cesara – paese del Cusio sulle alture del Lago d’Orta – rinuncia alle luminarie che caratterizzano le festività natalizie, preferendo solo piccoli lumini alle finestre delle case accesi nei fine settimana. Una scelta radicale voluta a suo tempo dal parroco don Renato Sacco che ha chiesto alla comunità di «spegnere le luci» e di accendere la solidarietà. Una decisione che ha trovato l’appoggio della popolazione e anche delle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni alla guida del piccolo centro cusiano.

«Risparmiamo per donare»

«Con i soldi risparmiati abbiamo fatto investimenti a favore dei poveri e bisognosi in Italia e nel resto del mondo perché solo donando gratuitamente, come ha fatto il Signore con noi, possiamo dirci pienamente cristiani – afferma don Renato Sacco -. Nei precedenti 29 anni sono stati raccolti, anche grazie alle tante offerte che ci sono giunte, oltre 133 mila euro. Nel nostro Natale non è cambiato nulla, ma abbiamo donato un sorriso a migliaia di bambini in Italia, un buon numero pure nel nostro territorio. Abbiamo aiutato famiglie colpite da terremoti e da alluvioni, sostenuto opere nella ricostruzioni di villaggi distrutti dalle guerre in Iraq a Mosul e ad Aleppo in Siria».

Sguardo sul mondo: quest’anno si aiutano i bimbi dello Yemen

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Una generosità che va dal Medio Oriente all’Africa sino al Pakistan, ma che non ha dimenticato chi ha problemi e fa fatica ad arrivare a fine mese anche nel Cusio, nel Vco e nel Novarese. Sarà così anche quest’anno. «Chiediamo a tutti di rinunciare alle luminarie, segno esterno non del Natale, ma del consumismo senza freni legato alla festività – prosegue il parroco -. Vogliamo fare una scelta “illuminante” perché sia davvero il giorno più bello dell’anno ponendo un segno alternativo in un mondo dominato dalla guerra. Riduciamo i consumi e gli sprechi e poniamo attenzione a chi vive in difficoltà. Quanto raccoglieremo quest’anno lo faremo avere ai bambini dello Yemen, Paese colpito da una crisi umanitaria inaccettabile e disumana, che viene bombardato anche con armi prodotte in Italia».

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Altra parte di quanto raccoglieremo andrà all’associazione «Salvamamme» che sostiene madri e bambini con problemi socio-economici. «A questo proposito – conclude don Sacco – chiediamo alle nostre famiglie, di donare giocattoli, anche usati, da regalare ai bambini di questa associazione. Sarà un regalo che parte dal cuore»

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Le “luci” naturali sono mistiche ed emozionanti e di gran lunga più belle delle loro brutte copie che sono le luminarie.

L’usanza delle luminarie è recente, risale ai primi anni del ‘900. Con il tempo sono diventate motivo di sfide tra città e cittadini, di lavoro sull’apparenza e sulla superficialità! Ma se il vero senso del Natale è tutta un’altra cosa, non sarebbe bello spegnere le luci e accendere il cuore?

Non sarebbe bello spegnere il consumismo e accendere la riflessione, l’altruismo? Partiamo da qui, il 3 dicembre, con il giusto tempo per riflettere ed arrivare al Natale in piena sostenibilità!

Approfondiremo come fare, nei prossimi giorni!

Fonti:

https://www.imperialbulldog.com/2018/12/10/natale-insostenibile/

https://www.lastampa.it/verbano-cusio-ossola/2018/12/06/news/il-paese-del-cusio-da-trent-anni-senza-luminarie-di-natale-noi-aiutiamo-i-bimbi-poveri-del-mondo-1.34065467

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Pasqua 2018: bella, brava e buona!

Pasqua, dall’ebraico pesah, “passaggio”!

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Un passaggio a vita nuova, sotto tanti punti di vista, non solo religiosi!

Il design, nel suo piccolo, non può esserne indifferente e oltre a “bello”, deve pretendere di essere anche “bravo e buono”!

Per questo ho scelto, per questa Pasqua 2018, decori incredibilmente sostenibili!

Vediamoli nel dettaglio

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In questi giorni spuntano margherite e fiori di campo un po’ ovunque, ricoprono i prati di una luce nuova, si insinuano con forza tra i mattoni di laterizio, decorano con eleganza il triste cemento!

La natura lotta per mostrare la sua supremazia e noi non possiamo che rimanere incantati davanti a tanta perseveranza!

I prescelti per i decori di Pasqua2018, quindi, sono i fiori e le foglie raccolte tra le fughe dei marciapiedi, lungo i bordi dell’asfalto, o sopra i prati fiori della città!

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(Vi raccomando di indossare guanti per il giardinaggio e di portare con voi due buste così, mentre in una raccogliete i fiori e le foglie che saranno la base per i decori Pasquali, nell’altra busta, quella per l’organico, potrete riunire le infestanti che non amate e contribuire alla pulizia e decoro del vostro quartiere!)

Una Pasqua più buona e brava di così!!!?

Ma anche bella come non mai!

Guardate di seguito un po’ di esempi da Pinterest su come utilizzare piante e fiori spontanei ma anche vegetali che usiamo ogni giorno e che ci vengono in aiuto anche per i decori dell’ultimo minuto!

Appena smette di piovere, fate una passeggiata e fate incetta di fiori e piante; oppure riunite i vegetali in frigo che si stanno rovinando e reinventateli per una tavola di Pasqua completamente Green!

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E le piante che ho raccolto io tra strade e giardini di Colleferro…

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E come semplicemente hanno illuminato la festa di mio figlio!

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La neve è bella…dal calduccio di casa!

La neve è neve un pò ovunque, è silenziosa, è rilassante; a tratti somiglia allo zucchero a velo, a tratti ad una calda coperta!

Chi oggi in Italia si è goduta questa bellissima giornata di neve deve dire un pò grazie anche agli architetti e agli ingegneri!

Chi, invece, si è congelato al freddo e al gelo, sa cosa intendo!

Se oggi abbiamo potuto ammirare il paesaggio imbiancato e godere dei suoi effetti rilassanti è perché, tanto tempo fa, qualcuno ha studiato il modo di riscaldare i nostri spazi con il gas e i termosifoni!

Non voglio con queste mie parole interrompere la magia, anzi, vi posto subito un pò di foto scattate oggi a Colleferro (RM)

 

E’ fantastica!

Quindi se oggi non ci sono caduti tetti in testa, non siamo congelati dal freddo e via dicendo è perché il mondo dell’edilizia ha messo in atto una serie di studi che hanno permesso di realizzare edifici forti per reggere il peso della neve e saggi per tenere il freddo a distanza!

Non avrebbe senso qui solo una celebrazione della categoria se non si sfruttasse l’occasione per sensibilizzare sul tema e in particolar modo sull’importanza di fare progetti in regola e sull’efficientamento energetico degli edifici!

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In questi ambiti il fai da te spesso non porta a risultati soddisfacenti, per questo è importante affidarsi ai professionisti quando si decide di intervenire sulle strutture della propria abitazione e allo stesso tempo è importante non sottovalutare lo spreco di energie di un edifico non isolato a dovere: l’isolante infatti è un pò come la nostra pelle, fa respirare il corpo ma allo stesso tempo lo protegge; lì dove si crea una ferita nella pelle si ha una perdita di materiale dal corpo. Lo stesso vale per la casa: l’isolante, se non ben dimensionato e distribuito rimane solo un ornamento! Come fare? Agire solo se si è preparati o contattare un esperto (architetto o ingegnere)!

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Come l’adeguamento strutturale vale non solo per le nuove costruzioni ma anche quelle esistenti e si può fare tranquillamente con il legno, allo stesso modo si può migliorare l’efficienza energetica di un edificio antico. La normativa ormai impone alle nuove costruzioni il raggiungimento di un certo livello di isolamento termico che, posso assicurare, è notevole! A seconda delle dimensioni dell’edificio e del tipo di riscaldamento, i consumi possono arrivare vicini allo zero!

Per gli edifici esistenti l’isolamento può essere fatto esternamente, internamente (anche se meno efficiente) o all’interno delle murature grazie all’isufflaggio di materia liquida.

Come per le strutture mi sento di consigliare vivamente il legno, anche per l’isolante bisogna cercare tra i tanti disponibili di origine naturale!

La scelta del materiale, infatti, oltre alla posa e alla corretta realizzazione, può influenzare il risultato finale in termini di salubrità e qualità degli ambienti!

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Non me ne vogliano gli architetti per questa super sintesi del problema, ma lo scopo era innanzi tutto sensibilizzare sul tema e non spiegarne tutte le soluzioni.

Ph. archivio privato Francesca Ianni architetto

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Chi ha paura dell’Architetto?

“Costa tanto”, “Decide tutto lui”… “Ha idee strane!”…

Quante se ne sento sugli architetti?

Nell’antichità l’architetto era l’uomo di cultura per eccellenza, doveva sapere quasi tutto, della tecnica, dei materiali, ma anche del clima, della psicologia, ecc… Come dimenticare la soluzione geniale che ha studiato il Brunelleschi per la Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, e tutti gli esempi eccellenti che si sono susseguiti nell’antichità!

Anche oggi l’architetto deve essere un po’ tuttologo, perché vicino agli studi tecnici deve accostare un eccellente buon gusto, una strepitosa sensibilità verso il genere umano, una conoscenza della storia, del design, dei colori, della natura, e così via!

Troppi si sono improvvisati architetti pensando che fosse un gioco facile, ed invece l’architettura è come prima cosa Amore, amore per questo mestiere che è ancora prima una Passione!

Non abbiate quindi paura dell’Architetto perché…

1. Un architetto vi ascolta e non fa di testa sua!

Il dialogo è molto importante in tutte le situazioni e così anche quando ci si avvia ad un nuovo progetto è importante saper comprendere a fondo le esigenze del cliente e quindi i requisiti che dovrà avere il prodotto finale. Il progetto non è solo una questione estetica o funzionale ma implica una profonda conoscenza ed attenzione verso il fruitore finale. Conoscenza che avviene solo attraverso un continuo dialogo ed un attento ascolto!

2. Un architetto può farvi risparmiare e anche molto

Un architetto infatti sa come valorizzare i vostri immobili, gli spazi e le preesistente in generale! Vi siete accorti di come stanno tornando di moda cementine e marmittoni? Un architetto sa come valorizzarli dando all’appartamento un aspetto nuovo e originale!

Una volta si sarebbe demolito tutto, oggi l’architetto aiuta a conservare e riutilizzare!

Il riuso spesso regala spazi davvero belli, originali ed unici!

Prima di buttare via qualcosa quindi, provate a contattare un architetto!

3. Un architetto non fa cose strane, bensì cerca di trovare nuove soluzioni

Purtroppo l’architettura degli ultimi cinquant’anni non ci ha regalato esempi interessanti, pochi progetti a misura d’uomo, mega sculture senza senso, una infinità di ecomostri!

Anche io ho paura di alcuni architetti, ma non ho paura di me stessa, perché so che solo attraverso l’ascolto attento si può arrivare a buone soluzioni e solo essendo molto umili si può davvero fare bene! L’architetto deve dimenticare di autocelebrarsi per celebrare piuttosto la vita, quella vita che scorre tra le stanze, su e giù per una montagna, di corsa in un giardino!

4. L’architetto è il dottore degli spazi

Come non si vive bene quando si ha una malattia così non si sta bene quando lo spazio intorno a noi è gestito male; ricordo sempre le parole di una professoressa dell’Università quando ci spiegava come fosse importante potersi muovere con fluidità negli spazi ed entrando nel dettaglio ci raccomandava che tra la porta e la porta finestra di una stanza non ci fossero elementi d’arredo che potessero essere da ostacolo! La casa poi è lo specchio in cui ci vediamo ogni giorno, se non è piacevole per tutti e cinque i sensi, non ci farà stare bene!

Chi ha ancora paura dell’Architetto??

Spiegateci il perché, raccontateci le vostre esperienze, lasciatevi andare ai commenti più cattivi, senza remore…..e magari qualche architetto può anche raccontarci perché e se ha mai avuto paura di un cliente!

Di seguito alcuni esempi di riuso eccellentemente riusciti e con poca spesa

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Foto da Pinterest