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Vi presento..la mia parola dell’anno

Quest’anno, per la prima volta, ho deciso di scegliere anche io una Parola guida che mi accompagni per tutto l’anno.

È una tendenza in atto da molti anni ma che ho sempre un po’ snobbato credendola limitante.

Dopo l’anno passato, sentito, ricco di riflessioni e conseguenti e inevitabili rivelazioni, ho deciso che la Parola dell’anno, sarebbe stato un monito per non dimenticare la consapevolezza raggiunta e portarla sempre con me nel mio percorso.

Ecco perché la parola dell’anno è EPIFANIA – RIVELAZIONE!

Un anno che ha canalato le mie attenzioni su scelte concrete, al netto di chiacchere e fronzoli; un anno in cui abbia dovuto fare out-out e scegliere velocemente ciò che era veramente importante per noi.

Ecco che ho pensato che il modo migliore e concreto in cui poteva dare il mio contributo era proprio parlarvi di me, delle scelte architettoniche fatte, dei fallimenti incontrati, delle vittorie ottenute.

Un intero anno di Rivelazioni, …da condividere!

Iniziamo con qualche chicca sull’ORGANIZZAZIONE e sulla SCELTA degli Arredi

  • Organizzazione

Quando dobbiamo organizzare e mettere a posto, innanzi tutto valutiamo se abbiamo veramente bisogno di tutto ciò che possediamo o se possiamo lasciare andare qualcosa. Questa valutazione ci permetterà di avere a portata di mano solo ciò di cui abbiamo veramente bisogno, evitando che le cose veramente importanti finiscano in fondo, soffocate e difficili da raggiungere ed utilizzare con comodità.

Scegliere le tre dimensioni del contenitore, altezza, larghezza e profondità, in base a ciò che andra a contenere: se per giacche e cappotti si ha bisongo di armadi alti non meno di 145 cm e profondi 60 cm, per riporre tazze e bicchieri possono andare bene armadietti anche più stretti di 20 cm. Posizionare oggetti piccoli e di uso quotidiano in mobili sporporzionati, sia in eccesso che in difetto, ne complica l’utilizzo e ci fa perdere tempo inutilmente.

  • Progettare gli spazi e quindi scegliere gli arredi

Prima di scegliere quali arredi inserire in un ambiente bisogna capire cosa andranno a contenere. Quindi il contenuto influenzerà il contenitore. Essere coscienti di questo ci permetterà di non eccedere con il mobili, né in eccesso e né in difetto, con evidente risparmio di tempo e denaro e la possibilità di godere della maggior parte dello spazio disposizione.

Riutilizzare prima di comprare nuovo. L’edilizia purtroppo è responsabile di una grande quantità di rifiuti ed inquinamento. Gli arredi economici hanno permesso a tutti di avere casa arredata completamente in fretta e con pochi soldi, ma a quale prezzo? Sono spesso infatti mobili che durano poco e che non possono essere riparati, a differenze di quelli tradizionali in legno massello o ferro battuto. Spesso un nuovo uso può portare a soluzioni originali, inaspettate e molto piacevoli. Piacevolezza amplificata da tutto il vissuto che il mobile porta con se e che inevitabilmente ci scalda sempre il cuore.

E voi l’avete scelta la vostra Parola dell’anno?

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L’Architettura ‘Fast&Furios’ che sta alienando il mestiere di Architetto

Quanti di noi vorrebbero metter su la propria casa o il proprio ufficio, proprio come Elsa fa per il suo Castello, nel cartone Disney ‘Frozen’?

Il passaggio dall’idea alla realizzazione viene sofferto un po’ da tutti, soprattutto dai non addetti ai lavori, che non hanno esperienza sulla tempistica, che può caratterizzare diversamente ogni intervento.

Eppure mi sembra così assurdo che un luogo dove si immagina di passare tutta la vita, possa e debba essere ‘cotto e magiato’ in quattro e quattrotto, come se sistemare il proprio nido, il proprio rifugio, lo spazio dove si proietta la nostra anima, sia solo un impegno gravoso da togliersi il prima possibile!

Un po’ come se dovessimo dedicare giusto una settimana della nostra vita a farci una cultura, per poi viverla; oppure dedicare comunque un tempo limitatissimo alla crescita personale per poi continuare a vivere, senza crescere più!

I prefabbricati in architettura e i negozi di arredamento non fanno altro che alimentare questa tendenza.

Una volta i mobili erano parte del corredo e spesso si tramandavano dai nonni ai figli e ai nipoti eppure le case erano molto eleganti e graziose.

Oggi, se entri in un mobilificio, puoi avere il progetto della tua cucina in 15-20 minuti; se è ancora troppo, sono disponibili, per ogni stanza, composizioni preconfezionate, a prezzo fisso, che stai sicuro che il 24-48 ore avrai un divano dove sprofondare davanti alla TV e un letto dove dormire.

Soluzioni chiavi in mano, composizioni preconfezionate e pronte solo per essere portate a casa Tua!

Si, casa tua, che di tuo non ha niente!

Perché non hai scelto niente se non la volontà di non scegliere, di non prenderti il giusto tempo per realizzarla e arredarla a tua immagine e somiglianza!

E si finisce per avere case tutte uguali, più o meno fredde o più o meno incasinate, terribilmente cloni dei cloni di noi stessi.

Siamo davvero tutti cloni, o in ognuno di noi vive un mondo unico e speciale e irripetibile?

E se la casa è la proiezione di noi bello spazio, se la casa è il nostro rifugio, l’ancora per ricrearsi e rigenerarsi, come possiamo davvero pensare che sia corretto decidere tutto davanti a una composizione preconfezionata?

Ho ordinato pochi giorni fa il mio primo mobile al falegname.

L’ho pensato, l’ho progettato; mi sono accordata in modo che sia sostenibile: niente colle, niente vernici. Ora inizia l’attesa…perché un oggetto fatto in mano a bisogno dei tempi umani per essere realizzato.

Quando questo elemento di arredo arriverà a casa mia, sarà già in amico, un compagno con cui ho iniziato ad avere relazione da un po’.

Non mi sono buttata nella frenesia del ‘preconfezionato’ e ho deciso di prendermi il giusto tempo per avere una casa che rispecchia la famiglia che siamo.

La mia casa crescerà e maturerà con me e sarà sempre più un luogo delle esperienze e dei ricordi, un luogo dove stare, e stare bene!

A cosa serve quindi un Architetto?

Per l’arredo e l’architettura Fast&Furios, a poco e niente…

Per una casa che parli di te, che sia unica come te e che sia viva e viva del tuo respiro, …ecco…per tutto questo c’è bisogno dell’architetto, che può guidarti in questi viaggio meraviglioso, calmo e profondo, alla scoperto del tuo Io esteriore!

Di seguito, immagini di interni particolari, con arredi spesso fatti a mano o di riuso.

Ph. da Pinterest

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Finalmente fuori….dal Computer!

“…Poi, ieri, sono uscita… Ed è stato come uscire improvvisamente fuori, dopo essere stati chiusi a lungo dentro una prigione!”

Eh sì… Ci conviviamo da molti anni con la tecnologia: accende la luce, è la sveglia della mattina e l’unica possibilità per essere in contatto continuamente, ma siamo talmente assuefatti da non farci più caso.

Eppure c’è stato un tempo in cui non avevamo il cellulare, non c’era il computer a casa, …la TV era un lusso..

C’era un tempo in cui più famiglie si dividevano un telefono….

Ops….forse sto andando troppo indietro!.

….C’era un tempo….

E poi ….la tecnologia è diventata tutto per noi e senza non avremmo potuto vivere… Il tempo della Quarantena!

Ci siamo incontrati sullo schermo, abbiamo fatto i compiti on line, gli ordini on line, la lista della spesa on line! Siamo stati davanti a computer, cellulari, tablet, talmente tanto tempo da sentirli quasi una parte del nostro corpo.

Poi, ieri, sono uscita… Ed è stato come uscire improvvisamente fuori, dopo essere stati chiusi a lungo dentro una prigione!

Ieri sono uscita dal computer dopo tanto tempo!

E la prima cosa che ho fatto, è stato osservare e apprezzare il bello e il valore di ciò che abbiamo… già!

Difficile non associare ad un architetto il termine stravolgimento! Tutti penso a noi come a quegli esseri pericolosi che ti mettono sottosopra casa.

Si, siamo noi, la categoria più temuta! E pur di fuggire alla nostra ‘furia ribaltatrice’ si sono inventati le peggio figure professionali, (e non me ne vogliano tutti quei bravi e seri professionisti) dai titoli più bizzarri, per spezzettare il più possibile quello che in generale fa una persona sola!

Cosa farebbe quindi un architetto, davanti ad un giardino abbandonato da mesi? (Molto più di quelli che ci ha imposto la quarantena)

Secondo la teoria, l’architetto, rade al suolo tutto per disegnare nuovi sentieri, inserire nuove piante, cespugli, profumi e colori, ….

Ma dato che io sono un architetto un po’ pazzo e un po’ curioso, molto mamma e sensibile assai…mi sono tuffata in un viaggio bellissimo dentro a un giardino, abbandonato, e l’ho sorvolato proprio come un’ape, soffermandomi con attenzione, nutrendomi di fiore in fiore, delle loro forme e dei loro colori!

Un giardino così va conservato proprio com’è.

È una esperienza unica e irripetibile, come irripetibile è l’opera che fa madre natura.

E così, anche l’architettura, il design, gli spazi interni ed i materiali, possono essere conservati, valorizzati, apprezzati per quello che sono.

In un periodo come questo, in cui siamo stati per molto tempo chiusi negli spazi confinati e ora usciamo, quasi volando, buttandoci per le strade, con voglia di sole e di vita, abbiamo avuto l’opportunità di osservare con molta attenzione sia lo spazio chiuso che quello esterno, che testeremo ancora meglio ora.

Ci siamo interrogati, indignati, difficilmente entusiasmati, …davanti agli spazi in cui viviamo, tanto da sentirci in dovete, appena possibile, di riempire tutti i più famosi negozi di arredamento sperando di portare un po’ di pace a casa nostra.

Ora le città ci aspettando a braccia aperte, con i loro prati un po’ più alti del solito, gli intonaci scrostati, le vetrine vecchio style…

Il SEGRETO non è cercare di CAMBIARE tutto, ma di VALORIZZARE ciò che già c’è, perché, ad osservare con attenzione, abbiamo tanto, ma tanto, per cui essere felici!

Ho deciso allora di associare le numerose immagini dei fiori e delle piante, che ho raccolto ieri, ad ambienti vintage o che hanno saputo valorizzare gli elementi storici presenti, ottenendo un ambiente nuovo, originale, ma unico e prezioso.

Quindi l’imperativo è…ripartiamo da quello che abbiamo…

Ripartiamo dalla valorizzazione di quello che abbiamo!

Ph. dei fiori – di Francesca Ianni architetto

Ph. di interni, esterni e modelle – da Pinterest

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Ripensare lo spazio dei nostri figli..

Inutile negarlo, i nostri figli sono a casa molto più tempo di prima, e con i loro modi di fare e di essere l’hanno invasa un po’ tutta!

Ci siamo trovati a condividere spazi e attività, abbiamo ripensato arredi e luoghi, siamo cresciuti scoprendo nuovi modi di vivere, spesso sorprendentemente piacevoli o sconvolgentemente difficili da gestire.

Per me non è la stata la prima volta che mi sono trovata a lavorare da casa con i bimbi sempre al mio fianco, avendo scelto da tempo di essere mammArchitetto e di fare della mia casa il mio studio, per poter essere il più possibile vicina ai miei figli; quindi questa quarantena non mi ha trovata impreparata…mentre un po’ di anni fa lo ero di sicuro!

Quindi forza e coraggio…sconvolgere le nor ali regole casalinghe, cosa in cui i bambini sono dei veri esperti, non è una esperienza facile per nessuno, ma presa dal giusto punto di vista può essere davvero stimolante e aprire nuovi interessanti orizzonti.

A paragonare la me prima e dopo i figli quasi quasi direi la nebbia e l’arcobaleno..

Malgrado dentro di me brillavano tutti i colori dell’arcobaleno, all’esterno, la voglia di controllare tutto, mi portava a creare ambienti statici, puliti, lineari, quasi un disegno, fermo, immobile.

Ma una casa non è un quadro o una vetrina ma uno spazio Vivo e come tale va progettato.

Lo spazio vivo è uno spazio in divenire, che prende la forma di chi lo abita, ed è morbido e flessibile abbastanza da permettere di fare stare bene anche più coinquilini.

La mia prima riflessione la ho avuta quando fresca sposina non facevo altro che rimettere a posto le cose che mio marito amava e ama lasciare sparse. Non capivo come non fosse più semplice rimettere direttamente a posto!

Poi un giorno ero sola in casa e le sue cose sparse mi facevano compagnia…erano una traccia del suo passaggio.

Così è stato sempre più anche per i miei figli.

Quando erano piccolissimi ho cercato di ‘controllare’ anche il loro ordine, dividendo con rigore i giochi per tipologia, materiale, colore,…e chi più ne ha più ne metta. Un lavoro enorme a creare contenitori e contenuto per poi ritrovare i giochi sparsi in modo casuale per i vari cesti!

E allora è arrivata l’illuminazione…

I giochi comunque li avevano rimessi a posto, ma erano troppo piccoli per fare divisioni di genere e soprattutto quei raggruppamenti non erano stati una idea loro ma una imposizione dall’alto.

La soluzione è stata, innanzi tutto, preferire a librerie e cassetti, tanti cesti. Meglio se con i manici, così che postevano portare i loro giochi preferiti dove volevano.

Mettere i cesti in ogni luogo di casa molto vissuto. Nel salone ci sono più cesti per le cose dei bimbi che quelle mie e di mio marito.

Creare anche in salone uno spazio per loro, dove saranno più propensi a rintanarsi sentendolo il loro ‘posto speciale’, lasciando un po’ più libero il resto. Meglio se lo scegliete e realizzate insieme.

Lasciate che casa sia permeata tutta dalla loro magia. Non abbiate paura di scomporre il set di sedie della sala da pranzo, decorando la sua con magiche ali o orpelli di vari colori.

Rendetelo protagonista facendo dei suoi disegni delle esposizioni degne di un museo

La regola è utilizzare materiali che si possano rimuovere facilmente e/o lavare.

Decorare quindi sedie e mobili con nastri di stoffa colorata o con peluche appesi.

Appendere i loro disegni con un piccolo pezzetto di scotch di carta decorato, così che si possa rimuovere e riporre quando arriveranno nuovi disegni, senza creare danni né al supporto e né al disegno, ecc.

E poi lasciatevi travolgere dal loro allegro e decorativo disordine che non è un vero disordine se poi ogni cosa ha il suo posto e concluderanno i giochi, ‘giocando’ a mettere a posto, con l’aiuto di mamma e papà 💪🥰…

Saranno ogni giorno più autonomi e finiranno per rimettere a posto anche da soli e scegliendo loro i luoghi più adatti.

Lasciate che la casa si colori del loro entusiasmo 🌈

Immagini da Pinterst

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Il valore del vicinato….in Architettura

“Mamma, hai visto? Prima non le vedevamo mai e adesso ci giochiamo sempre!”

Ha esordito così Alessandro qualche giorno fa parlando delle figlie dei nostri vicini.

In effetti ‘prima’, eravamo tutti pieni di impegni, si entrava e si usciva da casa di corsa, ci si salutava al volo…

Adesso siamo comunque pieni di impegni, ma, stando sempre a casa, i bimbi si sono dati da fare e piano piano hanno cercato quella socialità di cui abbiamo un po’ tutti bisogno!

L’essere umano ha bisogno della compagnia per vivere. Lo stare insieme, la collaborazione, lo scambio, ecc…sono tutte cose che hanno permesso alla nostra società di progredire, di andare avanti!

La quarantena ha portato all’attenzione un elemento, spesso ignorato nel momento della progettazione: il Vicinato!

Un tempo i vicini erano preziosissimi; non esisteva internet, la TV e il telefono. Tra vicini ci si aiutava, ci si consigliava, si ricevevano le notizie. Ancora adesso, per chi vive nei piccoli centro storico, il rapporto tra vicini è molto attivo.

A me piace così tanto quando sono al paesello, Collepardo, e spunta alla porta la vicina che chiede un limone, un’altra che porta il pane che gli ha commissionato mia zia, un’altra che bussa alla porta, sempre e comunque aperta, ed entra per salutare.

Nella città moderna, chiusi tra i palazzoni, questo filo continuo di relazioni, si spezza… Si spezza alla porta di casa, al portone del palazzo, al passaggio della prima auto rombante lungo la strada!

L’architettura moderna si è presa ben cura di assicurare la privacy e la riservatezza; infiniti muri pieni, alti parapetti, staccionate che toccano il cielo, …chiudono la vista a qualsiasi sguardo indiscreto…

Ma non bastava una tenda? … Da chiudere all’occorrenza, magari… Così che, quando serve, si possano spalancare invece queste finestre, e permettere quella socialità di cui siamo parte integrante!

In quarantena c’è chi si sente terribilmente solo, chi chiuso in gamba, e….chi no!

Il segreto sta nel vicinato, o meglio, nel modo in cui la nostra casa, permette di relazionarci con lui, pur rimanendo in sicurezza!

Quindi, quando si sceglie o si costruisce una casa, oltre all’ubicazione, l’esposizione, i materiali, la dimensione, … bisognerà valutare e tenere in considerazione un altro elemento: il rapporto con il vicinato!

Internet, il Word Wide Web, ci ha permesso di superare i limiti di tempo e di spazio; siamo arrivati ovunque, e abbiamo condiviso le più disparate conoscenze,…fino a che non è arrivato un minuscolo virus, che ha reso evidente, come sia necessario, insostituibile, invalicabile, il rapporto vis a vis!

Quali sono quindi le tipologie edilizie più favorevoli alla Socialità in sicurezza? Cioè che permettono di ‘scambiare quattro chiacchere” con i vicini, pur rimanendo nella propria casa!?

Le ville unifamiliari, stupende, spettacolari, ma isolatissime. Forse sono all’ultimo posto in classifica, ma oltre ad essere spesso bellissime, hanno tanto spazio per ospitare eventuali familiari bisognosi e spazi aperti per permettere di godere della natura, del sole, dell’aria.

Anche i palazzoni del dopoguerra, pur se ad alta intensità abitativa, riducono al minimo i rapporti sociali: i balconi, se esistenti, sono piccoli e schermati. Gli unici infissi, ‘erroneamente’ comunicando, sono quelli dei servizi che si affacciano sul vano interno.

Tanto gli abitati dei centri storici, quanto quelli composti da villette a schiera o da palazzetti raccolti, di due, tre piani, sono probabilmente gli edifici più sociali e allo stesso tempo sicuri!

I giardini vicini delle villette a schiera, permettono di intrattenersi con i vicini, pur rimanendo a distanza di sicurezza, così come le incastonare casette dei centri storici, con finestre che spuntano ovunque, da cui le nonne hanno fatto le più lunghe chiaccherate, mentre cucinavano o badavano ai bimbi.

E voi cosa preferite? La privacy dei palazzi moderni o la convivialità dei piccoli centri?

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Ph. da Pinterest

 

 

 

 

 

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Ristrutturare casa con i bambini…. naturalmente!

“Mamma, come è possibile che a noi bambini piacciono i colori vivaci e a voi adulti colori così tristi!?”

Così ha esordito stamattina mio figlio Alessandro (8anni), quando ha visto i colori che avevo preparato, per pitturare i mobili in giardino!

Glielo avevo promesso da tanti giorni…ma, evidentemente, mentre io studiavo come fare in casa i colori naturali, per un restauro Super-Sostenibile, nella loro testa si accavallavano luminosi arcobaleni da stendere ovunque!

“Mamma, il tavolo lo voglio fare arcobaleno”

Ribatte ancora Alessandro, mentre Arianna (quasi 6 anni) ha già in mano un pennarello! 😳

“Bimbi, mamma ha preparato tutti i colori che hanno varie sfumature di marrone perché quello è il colore dei mobili in giardino!”

Ribatto io…  🤞😙

“Intanto proviamo queste varie sfumature e vediamo come viene!”

Si lasciano convincere; prendono in mano i pennelli come fosse tutto l’armamentario per una grande avventura e ascoltano curiosi!

Gli spiego che ho preparato tre colori fatti in casa; uno è il caffè ristretto classico fatto con la moka; un’altro è te nero aromatizzato al limone e un altro è caffè d’orzo. Poi c’è l’aceto invecchiato, ma quello è un prezioso regalo di mio fratello Mauro, dato che ci vuole un po’ di tempo e pazienza per prepararlo! 💪😁

Il profumo migliore lo emana il barattolino contenente il tè! È piacevolissimo anche stenderlo perché l’odore si spande nell’aria!

Per rendere il lavoro più semplice ed evitare di sprecare, metto a mano a mano, le varie tipologie di pittura, in dei piccolissimi barattolini di vetro che avevo riposto dai tempi degli omogenizzati (quando ancora non sapevo niente della filosofia Zero Waste) e li distribuisco.

Il vetro per i bimbi non è il materiale più sicuro, ma è igienico, facilmente lavabile e riutilizzabile. E questo si è dimostrato anche abbastanza resistente, dato che ha superato indenne anche i continui ‘scivoloni’ di Ari! 😅

Una mattinata simpatica, sicura per l’ambiente ma anche per i bimbi, e da cui abbiamo imparato tante cose!

Come prima cosa, che si può restaurare un mobile, di legno, con due bambini di 6 e 8 anni, con serenità e in sicurezza! Ricordo ancora con angoscia, quando, un po’ di anni fa, ho deciso di pitturare le ringhiere arrugginite, e il continuo dover discutere con i bimbi, che volevano curiosare e toccare tutto e non potevano perché era pericoloso per via dei prodotti usati!

Il prodotto che scurisce di più e più velocemente è in assoluto l’aceto invecchiato. E diventa proprio nero nero, come la cenere, quando si passa una seconda mano di caffè. Me lo aveva accennato mio fratello Mauro, l’esperto, 😁 che reagiscono tra di noi per via della presenza di tannino nel caffè, ma non credevo così tanto!

Il tè è profumatissimo, ma lascia una velatura marrone nerastro che non amo molto!

Tutti questi odori, compreso quello dolce del te, non piacciono comunque ai bambini. Ma si sono presto abituati e non ci hanno fatto molto caso

Proverò ad utilizzare anche il cacao, per vedere se li incanta anche per il profumo!

Il caffè colora poco, ma con più passate diventa più coprente. L’orzo è in assoluto il colore più bello!

Non sono colori coprenti, ma molto stimolanti e materici!

Domani sapremo qualcosa di più sui risultati ottenuti.

Intanto godetevi le foto di oggi!

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Ph. Francesca Ianni architetto

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Casa, lavoro, figli… Multitasking e Smartworking! Di questi tempi …si può?

Molti erano già abituati allo smartworking, avevano già un angolo ben organizzato, tempo e spazi definiti!

Altri lo hanno dovuto improntare in fretta e furia, ma con tanta dedizione e buona volontà, visto anche il nobile scopo!

Certo nessuno era pronto a condividerlo con partner e figli!

Il concetto stesso di lavoro stride con il dinamismo e la libertà dei bambini.

Ho provato in prima persona, in tempi non sospetti, a lavorare da casa, con i bambini, costatando quanto sia difficile se non impossibile:

Il lavoro ha bisogno di attenzione e dedizione e allo stesso modo, se non di più, ne hanno bisogno i figli!

Che cosa sta succedendo quindi in quest giorni, in cui si mischiano i ruoli,  tutti insieme, chiusi sotto lo stesso tetto?

Come si fa ad ad essere mamma, moglie, lavoratrice, donna, … contemporaneamente?

Non si sta chiedendo troppo forse a queste famiglie? Nessuno deve fermarsi… Tutti chiusi a casa, ma sempre attivi, con lo smartworking, con la scuola digitale, …

Tutti insieme, a condividere spazi e doveri, e tanti, tanti gigabyte..

Un gruppo disomogeneo pronto ad affrontare ogni cosa…

I bimbi spiano i lavori dei più grandi, tenendosi stretti alla loro testa o girando di continuo tra le ginocchia e la sedia. Non ne vogliono sapere di finire quel disegno che la mamma o papà gli avevano preparato con cura, sperando di poter guadagnare un po’ di tempo tutto per se!

Gli adulti si fanno coinvolgere dai giochi dei più piccoli e scoprono pause pranzo o piccole pause caffè, di una bellezza mai provata prima!

Tante emozione si sommano, anch’esse, diverse ma tutte insieme nello stesso corpo!

Cosa succederà?

Chi accetta tutto questo come un momento di sorprendente e piacevole follia, in cui non bisogna chiedere troppo a se stessi, ne uscirà vincitore.  …..

Non è vero che tutto deve continuare, come prima, come niente fosse; perché niente è come prima e tante cose sono in ballo.

Per voi, mamme e papà, nonne e nonni, che cercate, un po’ come delle simpatiche parodie della dea Kali, di tenere tutto faticosamente in piedi,…

State facendo già tanto… Non chiedete di più a voi stessi…

E se mai questa idea dello smartworking vi iniziasse a piacere…

Ecco qualche esempio di Home Office con stile!

La parola d’ordine, quando si lavora da casa, è organizzazione e  stile…. perché l’estetica vuole la sua parte e la bellezza migliora l’umore e le prestazioni! 💪😅💖

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E non è detto che anche in quest’altro modo…in fondo…sia così male…

La collaborazione tra diverse competenze.. dà sempre interessanti frutti…

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I Cangianti ….Colori Pastello!

I colori pastello fanno subito primavera, ….ma non solo!

I colori pastello vengono associati ai bambini appena nati, alle camerette dei più piccolini, alle prime luci calde di marzo e aprile.

Pastello sono i decori Pasquali, le bomboniere del battesimo, i dolci più zuccherosi delle fiere.

Dopo tutto il colore pastello da una sensazione di rilassamento e spensieratezza ed è utile per i genitori con figli molto piccoli perché aiuta a rilassarli in un momento molto intenso della loro vita. I dolci celeste e rosa, ma anche verde, violetto, non sono per i bimbi piccoli, che per molti mesi dalla nascita non distinguono che pochi colori, ma per i loro genitori e per sostenere il loro stato d’animo.

Lo sapevate?

Ma i colori pastello, molto luminosi se associati al bianco o al nero, associati a colori scuri e polverosi, o forti e fosforescenti, riescono a regalare atmosfere inaspettate, riuscendo a diventare i compagni ideali per decorare tutti i momenti e gli eventi dell’anno!

Provare per credere…

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Tanti esempi da cui prendere ispirazione!

E voi…avete delle colori pastello in casa! Dove?

 

 

 

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Ieri ho smontato l’Albero…delle riflessioni!

Ieri ho smontato l’Albero…

No, non quello di casa… È ancora lì, con tutti i suoi addobbi! Quello lo toglierò insieme ai bimbi e a mia mamma, e alla loro infinita energia..

Ieri ho smontato l’Albero delle Riflessioni,

L’Albero delle Riflessioni sul Natale,

L’Albero realizzato insieme alla mia amica e collega Elisa per le luminari di Cori!

Ed una riflessione mi è arrivata subito, mentre, togliendo pezzo a pezzo, per riportarli tutti a casa, ripensavo ai momenti della sua composizione; …

“Signorí, so state fatte un po’ di critiche! Tutto sto nero!!!!”

Così genuinamente e con il sorriso, mi ha colto, un signore dai capelli bianchi e il fisico ben piazzato!

Caspita…che riflessione!!! Questa è la riflessione che abbiamo ispirato?

Il tema delle luminarie di Cori era sul riuso!

Abbiamo deciso quindi di realizzare una riproposizione dell’albero di Natale utilizzando materiali naturali e collant!

Un Albero che, per sua stessa natura e composizione, “Accendesse riflessioni sul Natale”, essendo anche una luminaria!

I collant spesso usati sono neri o color  carne e così anche la natura invernale…

I colori giusti per invitare all’introspezione, al silenzio, anche visivo, e all’ascolto della parte più interiore di noi stessi!

Illuminare quindi la parte più spirituale di questa festa santa, il suo significato più profondo, e l’unico modo era entrare nel buio della nostra anima, dove il nero può essere illuminato dalla presa di coscienza.

Banditi quindi i colori e il chiasso dei loro contrasti, così come sono stati banditi tutti gli sprechi e gli eccessi di tutta la parte più consumistica di questa festa, la parte che gli è stata costruita intorno, da abili commercianti d’anime.

Vi siete mai chiesti il significato dell’Albero di Natale? E degli addobbi? Che significato ha riempirsi casa di decori di plastica? A ricordarci che anche la nostra anima lo è un po’?

L’albero è simbolo di vita…la plastica no!

E l’albero di plastica cosa simboleggia?

Vi siete mai chiesti il significato di riempirci di cibo e oggetti, a Natale?

Ecco un po’ di foto del work in progress…

L’albero-luminaria è stato realizzato con:

– rami da potatura di alberi di prugno ornamentale (di piazza Gaucci a Colleferro…lasciati abbandonati sul prato)

– collant di riuso

– noci e nocciole scadute

– fili di luci da esterno ikea di riuso

– elementi di arredo di riuso (specchio, e due teli arredo)

– pallet per tenere incastrati i rami

 

Prima di iniziare con le foto però un infinito grazie a Carla Marafini e Anna Rita Del Ferraro, che hanno organizzato questo grande evento a Cori il 13 e 14 Dicembre 2019 e ci hanno permesso di partecipare. Complimenti!

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Ph. di Francesca Ianni arch. ed Elisa Fiorini Pdh

“Ridi ridi, che a me viene da star male! Testa o croce non esiste se decide il cuore!” (Testa o croce – Modà)

 

 

 

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All I want for Christmas is… Sparkle! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 06/12/2019)

Tutto quello che vorrei per Natale è Brillare!!!

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Brillare dentro e fuori!!! Chi non lo vorrebbe?

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Essere radiosi, splendenti, come le vetrine dei negozi in questi giorni, come i più belli addobbi delle riviste patinate, come le pubblicità in televisione, ecc…

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Tutto sembra brillare meno che noi, che pur trovandoci nel bel mezzo dell’Avvento, non riusciamo a liberarci dei soliti impegni, dei doveri quotidiani, della routine!!!

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Si… perché mentre lo spirito entra subito nel vivo, la vita rimane quella di sempre…e subito ci assale la malinconia, il senso di impotenza e ci buttiamo sui soliti acquisti veloci, per riempire quel vuoto, per riempire la casa, di un senso che non ha niente a che fare con la materialità!

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I 24 giorni che precedono il Natale purtroppo non sono liberi dagli impegni quotidiani, la vita di oggi non ce lo permette; il lavoro, la scuola, gli impegni di ogni genere.

Come fare allora?

C’è chi rinuncia a fare l’albero, chi minaccia di ridurre drasticamente i regali…io invece ho sempre pensato che Natale sia tutta un’altra storia!

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C’è un modo per vivere l’Avvento con serenità pur non stravolgendo le nostre vite e la soluzione è inserirlo a punta di piedi con semplicità tra le attività quotidiane e i doveri di tutti i giorni!

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1.  Iniziamo, per esempio, scegliendo di decorare casa in compagnia di amici e parenti, facendolo diventare un evento, un’occasione per stare insieme. Non sarà solo un dovere ma una buona occasione per condividere dei momenti con le persone care. Ogni giorno la nostra casa ci ricorderà della bella giornata trascorsa.

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2. Realizziamo dei decori fatti in casa, coinvolgendo i figli, il partner, e tutti quelli che hanno piacere o competenze per collaborare. Approfittiamo ogni anno per imparare qualcosa di nuovo. Un anno proviamo a fare i decori in pasta di sale, un altro anno di lana, di stoffa, ecc… L’importante che siano sempre materiali sostenibili e non inquinanti e in questo i migliori sono quelli naturali.

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3. Se il tempo da dedicare ai cari è poco, approfittiamo per passare del tempo insieme facendo dolci, sperimentando ricette Natalizie, scrivendo dediche a chi vogliamo bene.

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4. Se il tempo che avete poi è davvero pochissimo, accontentatevi anche di quel poco e fatene tesoro. Progettando bene il da farsi potrete comunque comporre tante belle cose per decorare la casa, magari più semplici, ma di grande effetto comunque. Non disperate perché tutto è possibile!

Si perde più tempo a girare per negozi in cerca di addobbi e regali…

È molto più piacevole e gratificante passare del tempo a costruire un regalo o ad inventarsi un addobbo piuttosto che tuffarsi nel traffico e nel caos dei negozi in questo periodo.

Riscopriamo la lentezza della preparazione …la calma della semplicità… Il piacere del fatto in casa, con amore!

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Nei prossimi post cercherò di farvi vedere cosa si può fare, anche solo con quello che abbiamo in casa, …prendendo un po’ anche spunto dall’infinito mondo del web!

 

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