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I Cangianti ….Colori Pastello!

I colori pastello fanno subito primavera, ….ma non solo!

I colori pastello vengono associati ai bambini appena nati, alle camerette dei più piccolini, alle prime luci calde di marzo e aprile.

Pastello sono i decori Pasquali, le bomboniere del battesimo, i dolci più zuccherosi delle fiere.

Dopo tutto il colore pastello da una sensazione di rilassamento e spensieratezza ed è utile per i genitori con figli molto piccoli perché aiuta a rilassarli in un momento molto intenso della loro vita. I dolci celeste e rosa, ma anche verde, violetto, non sono per i bimbi piccoli, che per molti mesi dalla nascita non distinguono che pochi colori, ma per i loro genitori e per sostenere il loro stato d’animo.

Lo sapevate?

Ma i colori pastello, molto luminosi se associati al bianco o al nero, associati a colori scuri e polverosi, o forti e fosforescenti, riescono a regalare atmosfere inaspettate, riuscendo a diventare i compagni ideali per decorare tutti i momenti e gli eventi dell’anno!

Provare per credere…

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Tanti esempi da cui prendere ispirazione!

E voi…avete delle colori pastello in casa! Dove?

 

 

 

Ph. da Pinterest

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Ieri ho smontato l’Albero…delle riflessioni!

Ieri ho smontato l’Albero…

No, non quello di casa… È ancora lì, con tutti i suoi addobbi! Quello lo toglierò insieme ai bimbi e a mia mamma, e alla loro infinita energia..

Ieri ho smontato l’Albero delle Riflessioni,

L’Albero delle Riflessioni sul Natale,

L’Albero realizzato insieme alla mia amica e collega Elisa per le luminari di Cori!

Ed una riflessione mi è arrivata subito, mentre, togliendo pezzo a pezzo, per riportarli tutti a casa, ripensavo ai momenti della sua composizione; …

“Signorí, so state fatte un po’ di critiche! Tutto sto nero!!!!”

Così genuinamente e con il sorriso, mi ha colto, un signore dai capelli bianchi e il fisico ben piazzato!

Caspita…che riflessione!!! Questa è la riflessione che abbiamo ispirato?

Il tema delle luminarie di Cori era sul riuso!

Abbiamo deciso quindi di realizzare una riproposizione dell’albero di Natale utilizzando materiali naturali e collant!

Un Albero che, per sua stessa natura e composizione, “Accendesse riflessioni sul Natale”, essendo anche una luminaria!

I collant spesso usati sono neri o color  carne e così anche la natura invernale…

I colori giusti per invitare all’introspezione, al silenzio, anche visivo, e all’ascolto della parte più interiore di noi stessi!

Illuminare quindi la parte più spirituale di questa festa santa, il suo significato più profondo, e l’unico modo era entrare nel buio della nostra anima, dove il nero può essere illuminato dalla presa di coscienza.

Banditi quindi i colori e il chiasso dei loro contrasti, così come sono stati banditi tutti gli sprechi e gli eccessi di tutta la parte più consumistica di questa festa, la parte che gli è stata costruita intorno, da abili commercianti d’anime.

Vi siete mai chiesti il significato dell’Albero di Natale? E degli addobbi? Che significato ha riempirsi casa di decori di plastica? A ricordarci che anche la nostra anima lo è un po’?

L’albero è simbolo di vita…la plastica no!

E l’albero di plastica cosa simboleggia?

Vi siete mai chiesti il significato di riempirci di cibo e oggetti, a Natale?

Ecco un po’ di foto del work in progress…

L’albero-luminaria è stato realizzato con:

– rami da potatura di alberi di prugno ornamentale (di piazza Gaucci a Colleferro…lasciati abbandonati sul prato)

– collant di riuso

– noci e nocciole scadute

– fili di luci da esterno ikea di riuso

– elementi di arredo di riuso (specchio, e due teli arredo)

– pallet per tenere incastrati i rami

 

Prima di iniziare con le foto però un infinito grazie a Carla Marafini e Anna Rita Del Ferraro, che hanno organizzato questo grande evento a Cori il 13 e 14 Dicembre 2019 e ci hanno permesso di partecipare. Complimenti!

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Ph. di Francesca Ianni arch. ed Elisa Fiorini Pdh

“Ridi ridi, che a me viene da star male! Testa o croce non esiste se decide il cuore!” (Testa o croce – Modà)

 

 

 

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Tutto intorno a te è Architettura! (…e cosa c’entra l’architetto..)

Mi hanno chiesto tante volte:

“Perché Mammarchitetto, piuttosto che più semplicemente Architetto?!”

A qualcuno è suonato strano , così strano quasi da non associarlo all’architettura ma piuttosto all’assistenza all’infanzia!

In realtà nella scelta di questo appellattivo così inusuale c’è un significato molto più profondo che è la base del mio operato: l’attenzione alla persona, la stessa infinita, amorevole, quasi ossessiva, attenzione, che solo le mamme sanno avere verso i figli!

L’architettura infatti non è altro che lo sfondo dove si muove la vita delle persone; ma non uno sfondo passivo bensì uno sfondo attivo che influenza i nostri stati d’animo con i suoi colori, i nostri movimenti in base alla diversa disposizione degli spazi e degli oggetti nello spazio, le nostre percezioni a seconda dei diversi materiali, ecc…, ci fa compagnia nei momenti più belli e piu brutti della nostra vita ed entra a gamba tesa in tutti i nostri ricordi!

Non per niente spesso una scelta “architettonica”, per i non addetti ai lavori, si basa su ricordi ed esperienze, su sensazioni positive o negative, ispirate ad eventi passati o su consigli appassionati di chi dice di averle provate tutte e aver trovato la soluzione miracolosa!

Innanzi tutto vi svelo un primo grande segreto: la soluzione miracolosa non esiste perché ogni caso è a se, come ogni persona è unica! Ci sono soluzioni tecniche più valide di altre ma le necessità che deve soddisfare un ambiente architettonico, per essere a misura d’uomo, deve essere calato sulla persona che ne usufruirà che, solo così,l sentirà veramente suo!

Inutile dire che l’architettura preconfezionata di certe catene di arredamento a prezzi bassi, ha contribuito a creare ambienti tutti uguali spesso sterili e privi di personalità!

Spesso, prima di entrare in casa, soprattutto di ragazzi giovani, so già cosa aspettarmi!

La ragione di tutto questo è legata ad un appiattimento culturale, da parte soprattutto degli operatori del settore, che, dimenticando l’amore e l’attenzione al dettaglio e la vastità di scelte stilistiche, che i tempi passati ci hanno tralasciato, si sono inariditi nelle limitazioni della produzione di massa!

Allo stesso tempo la crisi imperversa e non si può pensare di spendere ancora miliardi per l’architettura! Non lo so si può chiedere alla gente e non lo so si può pretendere dai Comuni e dalle Nazioni!

La soluzione quindi è il degrado e la massificazione a cui ci stanno lentamente assuefacendo?

NO! La Soluzione è l’Architetto!

L’Architetto oggi deve impegnarsi ed ingegnarsi più che in ogni altra epoca storica perché deve riuscire ad ottere il massimo in termini di qualità e risultati dal minimo delle risorse; deve riconquistare la fiducia del popolo deriso e deluso dalla delirante architettura moderna e contemporanea; deve essere empatico, fortemente empatico, e mettere il suo cuore al servizio delle persone, …anche quando le persone lo vedono solo come un tecnico! Per fare questo ci sono dei tempi tecnici che non sono quelli della ‘fast architecture’ o dei grandi segni delle archistar; per fare questo c’è bisogno di riprendersi il tempo per pensare, per riflettere, per capire e farai capire, per una architettura ‘slow’, più consapevole!

Un architetto è una persona, al servizio delle persone, che si prende cura del loro animo e del loro vissuto! L’architettura è tutta intorno a noi e solo attraverso l’aiuto di un esperto può aiutarci a vivere come veramente vogliamo!

E il vostro architetto di fiducia cosa ha fatto per voi?

Raccontatecelo nei commenti sotto!

 

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Ph. da Pinterest

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Qual’è la progettazione più bella e più difficile?

Qual’è la #progettazione più #bella e più #difficile?

#Progettare per i #bambini!!!

E’ #bello perchè nell’#immedesimarsi (#necessità di ogni #progettazione) si respira un pò della loro #spensieratezza;

E’ #difficile perchè per quanto siamo stati anche noi bambini, da adulti proprio non possiamo capirli!

L’unica #soluzione è #ASCOLTARLI, con un #ascolto #attivo e #COINVOLGERLI nelle #decisioni attraverso la #progettazione #partecipata!

Può sembrare tutto ovvio o scontato, ma già quando avete scelto la cameretta dei vostri figli avete mai pensato di interrogarli, di includerli, di capire di cosa avessero bisogno loro? O vi siete fatti coinvincere a incastrare qua e la scaffali chiusi e aperti come se le energie infinite dei bambini si potessero incasellare?

Di cosa hanno bisogno i bambini quindi? Vi svelo un primo segreto: I BAMBINI hanno bisogno di SPAZIO, spazio per giocare, spazio per sperimentare, spazio per vivere!!! Hanno bisogno di spazio per spostare le sedie e i tavoli e creare un castello, spazio dove fare le capriole, spazio dove costruire una torre con i giochi ma anche con altro… E allora perchè le camerette esco tutte già belle e composte latsciando ai bambini solo la libertà di sedersi o sdraiarsi! Ricordo che quando con i miei ci eravamo trasferiti nella casa nuova, e ancora non avevamo tutti i mobili, io e mio fratello, ogni sera, ci divertivamo a cambiare posto ai letti apribili!

Anche gli #spazi #pubblici non sono da meno nel rispetto del #diritto dei bambini alla #città: la progettazione è relegata a pochi “esperti” e tra questi mai figura neanche un bambino!

I bambini subiscono le scelte degli adulti:

“Come tutti sanno l’unico contributo della scuola al processo decisionale pubblico avviene periodicamente quando i locali scolastici vengono usati come seggi elettorali. I bambini hanno un giorno di vacanza. I riti di civismo non devono essere esposti ai loro occhi ironici e curiosi” (L.Moretti, V. Petrucci, Il gioco non si arresta; gangemi editore)

Mentre i centri storici ancora sono i luoghi del gioco diffuso e della sperimentazione, nelle città moderne, tra parcheggi e strade carrabili, sono stati occupati tutti gli spazi liberi per il gioco e i bambini sono costretti in aree delimitate e con giochi monotematici che stancano preso l’animo dinamico dei piu piccoli; questo perchè l acittà dei bambini è decisa dagli adulti; un pò come se venisse uno sconosciuto a decidere per noi come vestire o quale divano mettere in casa!

Per chi volesse saperne di più sulla progettazione partecipata con i bambini vi consiglio il libro “Il gioco non si arresta, pratiche di progettazione partecipata per il diritto alla città di bambini e di ragazzi” a cura dell’architetto Viviana Petrucci e dell’educatrice interculturale Laura Moretti

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Foto: illustrazione di Gemma Capdevila

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Chi ha paura dei colori scuri?

Chi ha paura dei colori scuri?

Io ne ho avuta per un po’, forse perché ho conosciuto solo ambienti interamente cupi, sia per la scelta dei toni che per la mancanza di luce naturale o di una cattiva gestione di quella artificiale

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Ho iniziato a familiarizzare con i colori scuri grazie ad un libro dal titolo “le conseguenze del colore” di Hans Blomquist, che mi ha fatto riflettere su come spesso possano contribuire a realizzare un ambiente rilassante e silenzioso, un po’ come quando scende la notte e ci ricorda che è arrivato il momento di riposare

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Anche per le camere da letto, come per le aree riservate al riposino pomeridiano dei bimbi nelle scuole, i colori scuri, simulano la notte e inducono più facilmente il sonno!

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I colori scuri inoltre sono ottimi per dare risalto solo ad alcuni elementi più chiari, facendone sparire altri sullo sfondo;

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Grazie ad una attenta gestione dei colori e dell’illuminazione possiamo decidere cosa porre in risalto e cosa no, un po’ come quando in una mostra d’arte s’impone una luce forte sull’opera in questione e tutto il resto è buoio

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Basta che un elemento sia chiaro, brillante come l’oro o illuminato, per poter risaltare su un contesto dai toni cupi!

Diverso è il caso in cui su uno sfondo dai colori chiari e luminosi si posiziona un elemento scuro; quest’ultimo, malgrado il contrasto, non risulterà ma apparirà come un buco, un vuoto della composizione!

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Non abbiate paura quindi di giocare con i colori, sono degli strumenti potenti che possono cambiare le sorti di uno spazio! Fate solo attenzione a calibrare e scegliere con cura ogni dettaglio perché è lì che si dedice se il risultato di Ale sarà piacevole e vivibile o no!

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Allora, di chi voi dopo questo post ha voglia di ricolorare il mondo intorno a sé?

 

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La Modernità in Architettura

Che cos’è la #modernità?

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La vicenda del villino di via Ticino, nel quartiere #Coppedé a #Roma, e tutte le polemiche conseguenti, non riescono a lasciarmi indifferente!
Se qualche giorno fa mi sono interrogata sulla #bellezza e se fosse veramente #relativa, oggi preme forte una nuova questione:

Ma che cos’è la modernità?

Ce se ne riempie la bocca, chi usandola come termine dispregiativo e chi inneggiando al cambiamento e all’innovazione!

Innanzi tutto la modernità non è #innovazione, perché se quest’ultima presuppone un cambiamento in meglio, la modernità è un #cambiamento e basta!

La modernità è qualcosa di diverso dal passato e dal futuro e quello che oggi si intende come modernità, sarà tradizione nel futuro!

La modernità quindi non è un avanzamento rispetto al passato ma solo un cambiamento:
La storia ci insegna come sia insito nell’essere umano la necessità del cambiamento, della novità ed è particolarmente evidente nel succedersi delle mode!
Come dopo gli eccessi #barocchi si è avuta necessità di tornare ad una #sobrietà #rinascimentale, così dopo le architetture #razionaliste, propense alla sperimentazione della #forma, si auspica ora una maggior #cura nei #dettagli e con essa una maggior #attenzione alla #persona!

Se il #movimento #moderno si è imposto per il suo desiderio di staccarsi dalla tradizione, intesa non solo come tecnica architettonica e artistica ma anche come usi e costumi, le conseguenze non sono state sempre virtuose dato che molti seguaci, persa la motivazione originale, hanno prodotto edifici vuoti di estetica e di contenuto di cui il peggiore esempio sono le palazzine che hanno rapidamente invaso gran parte delle nostre città!
Ancora oggi, chi è nato negli anni in cui il movimento moderno ha preso piede, non riesce a cedere lo scettro ad un nuovo modo di fare architettura e arte perché sente forte ancora la voglia di rivalsa che simboleggiava il razionalismo verso la tradizione!
Io sono nata in un altro periodo, non ho subito le imposizioni di una cultura rigida che si basava sul patriarcato; ho sofferto invece queste architetture vuote, con poco valore e qualità e sento forte il bisogno del ritorno ad una architettura della persona e per la persona! Parlo di ritorno, anche se ritorno non è, perché è sempre un andare avanti, con nuove aspettative e nuovi valori, perché vedo nell’architettura storica, quella spontanea, una attenzione alle necessità primarie, che si sono perse nel progetto su carta, responsabile di una distanza a volte incolmabile!

Che cos’è per voi la modernità?

Ph. Pinterest

#francescaianniarchitetto
#mammarchitetto

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Il progetto esperienza

Il #progetto di #architettura è innanzi tutto una #esperienza!
Un’esperienza in cui confluisce ciò che hai accumulato nella vita fino a quel punto, ciò che puoi immaginare per il futuro, ciò che puoi imparare nel tuo rapporto di conoscenza dell’utente finale e del committente!
Il progetto è qualcosa che ti passa dentro e ti segna e te lo porterai con te nelle prossime avventure!
Il progetto è una esperienza sia che si tratti di una cantina che di un museo, di un giardino o di un piano urbanistico; il progetto è per le persone, parla di persone, è fatto dalle persone e non può prescindere da sentimenti, emozioni, riflessioni, perchè il viaggio attraverso la conoscenza degli utenti finali di un tuo qualsiasi gesto è qualcosa di cosi importante che non puoi fare a meno di metterci il cuore! Buon lavoro a tutti gli amici e colleghi architetti…

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