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L’Architettura ‘Fast&Furios’ che sta alienando il mestiere di Architetto

Quanti di noi vorrebbero metter su la propria casa o il proprio ufficio, proprio come Elsa fa per il suo Castello, nel cartone Disney ‘Frozen’?

Il passaggio dall’idea alla realizzazione viene sofferto un po’ da tutti, soprattutto dai non addetti ai lavori, che non hanno esperienza sulla tempistica, che può caratterizzare diversamente ogni intervento.

Eppure mi sembra così assurdo che un luogo dove si immagina di passare tutta la vita, possa e debba essere ‘cotto e magiato’ in quattro e quattrotto, come se sistemare il proprio nido, il proprio rifugio, lo spazio dove si proietta la nostra anima, sia solo un impegno gravoso da togliersi il prima possibile!

Un po’ come se dovessimo dedicare giusto una settimana della nostra vita a farci una cultura, per poi viverla; oppure dedicare comunque un tempo limitatissimo alla crescita personale per poi continuare a vivere, senza crescere più!

I prefabbricati in architettura e i negozi di arredamento non fanno altro che alimentare questa tendenza.

Una volta i mobili erano parte del corredo e spesso si tramandavano dai nonni ai figli e ai nipoti eppure le case erano molto eleganti e graziose.

Oggi, se entri in un mobilificio, puoi avere il progetto della tua cucina in 15-20 minuti; se è ancora troppo, sono disponibili, per ogni stanza, composizioni preconfezionate, a prezzo fisso, che stai sicuro che il 24-48 ore avrai un divano dove sprofondare davanti alla TV e un letto dove dormire.

Soluzioni chiavi in mano, composizioni preconfezionate e pronte solo per essere portate a casa Tua!

Si, casa tua, che di tuo non ha niente!

Perché non hai scelto niente se non la volontà di non scegliere, di non prenderti il giusto tempo per realizzarla e arredarla a tua immagine e somiglianza!

E si finisce per avere case tutte uguali, più o meno fredde o più o meno incasinate, terribilmente cloni dei cloni di noi stessi.

Siamo davvero tutti cloni, o in ognuno di noi vive un mondo unico e speciale e irripetibile?

E se la casa è la proiezione di noi bello spazio, se la casa è il nostro rifugio, l’ancora per ricrearsi e rigenerarsi, come possiamo davvero pensare che sia corretto decidere tutto davanti a una composizione preconfezionata?

Ho ordinato pochi giorni fa il mio primo mobile al falegname.

L’ho pensato, l’ho progettato; mi sono accordata in modo che sia sostenibile: niente colle, niente vernici. Ora inizia l’attesa…perché un oggetto fatto in mano a bisogno dei tempi umani per essere realizzato.

Quando questo elemento di arredo arriverà a casa mia, sarà già in amico, un compagno con cui ho iniziato ad avere relazione da un po’.

Non mi sono buttata nella frenesia del ‘preconfezionato’ e ho deciso di prendermi il giusto tempo per avere una casa che rispecchia la famiglia che siamo.

La mia casa crescerà e maturerà con me e sarà sempre più un luogo delle esperienze e dei ricordi, un luogo dove stare, e stare bene!

A cosa serve quindi un Architetto?

Per l’arredo e l’architettura Fast&Furios, a poco e niente…

Per una casa che parli di te, che sia unica come te e che sia viva e viva del tuo respiro, …ecco…per tutto questo c’è bisogno dell’architetto, che può guidarti in questi viaggio meraviglioso, calmo e profondo, alla scoperto del tuo Io esteriore!

Di seguito, immagini di interni particolari, con arredi spesso fatti a mano o di riuso.

Ph. da Pinterest

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Ripensare lo spazio dei nostri figli..

Inutile negarlo, i nostri figli sono a casa molto più tempo di prima, e con i loro modi di fare e di essere l’hanno invasa un po’ tutta!

Ci siamo trovati a condividere spazi e attività, abbiamo ripensato arredi e luoghi, siamo cresciuti scoprendo nuovi modi di vivere, spesso sorprendentemente piacevoli o sconvolgentemente difficili da gestire.

Per me non è la stata la prima volta che mi sono trovata a lavorare da casa con i bimbi sempre al mio fianco, avendo scelto da tempo di essere mammArchitetto e di fare della mia casa il mio studio, per poter essere il più possibile vicina ai miei figli; quindi questa quarantena non mi ha trovata impreparata…mentre un po’ di anni fa lo ero di sicuro!

Quindi forza e coraggio…sconvolgere le nor ali regole casalinghe, cosa in cui i bambini sono dei veri esperti, non è una esperienza facile per nessuno, ma presa dal giusto punto di vista può essere davvero stimolante e aprire nuovi interessanti orizzonti.

A paragonare la me prima e dopo i figli quasi quasi direi la nebbia e l’arcobaleno..

Malgrado dentro di me brillavano tutti i colori dell’arcobaleno, all’esterno, la voglia di controllare tutto, mi portava a creare ambienti statici, puliti, lineari, quasi un disegno, fermo, immobile.

Ma una casa non è un quadro o una vetrina ma uno spazio Vivo e come tale va progettato.

Lo spazio vivo è uno spazio in divenire, che prende la forma di chi lo abita, ed è morbido e flessibile abbastanza da permettere di fare stare bene anche più coinquilini.

La mia prima riflessione la ho avuta quando fresca sposina non facevo altro che rimettere a posto le cose che mio marito amava e ama lasciare sparse. Non capivo come non fosse più semplice rimettere direttamente a posto!

Poi un giorno ero sola in casa e le sue cose sparse mi facevano compagnia…erano una traccia del suo passaggio.

Così è stato sempre più anche per i miei figli.

Quando erano piccolissimi ho cercato di ‘controllare’ anche il loro ordine, dividendo con rigore i giochi per tipologia, materiale, colore,…e chi più ne ha più ne metta. Un lavoro enorme a creare contenitori e contenuto per poi ritrovare i giochi sparsi in modo casuale per i vari cesti!

E allora è arrivata l’illuminazione…

I giochi comunque li avevano rimessi a posto, ma erano troppo piccoli per fare divisioni di genere e soprattutto quei raggruppamenti non erano stati una idea loro ma una imposizione dall’alto.

La soluzione è stata, innanzi tutto, preferire a librerie e cassetti, tanti cesti. Meglio se con i manici, così che postevano portare i loro giochi preferiti dove volevano.

Mettere i cesti in ogni luogo di casa molto vissuto. Nel salone ci sono più cesti per le cose dei bimbi che quelle mie e di mio marito.

Creare anche in salone uno spazio per loro, dove saranno più propensi a rintanarsi sentendolo il loro ‘posto speciale’, lasciando un po’ più libero il resto. Meglio se lo scegliete e realizzate insieme.

Lasciate che casa sia permeata tutta dalla loro magia. Non abbiate paura di scomporre il set di sedie della sala da pranzo, decorando la sua con magiche ali o orpelli di vari colori.

Rendetelo protagonista facendo dei suoi disegni delle esposizioni degne di un museo

La regola è utilizzare materiali che si possano rimuovere facilmente e/o lavare.

Decorare quindi sedie e mobili con nastri di stoffa colorata o con peluche appesi.

Appendere i loro disegni con un piccolo pezzetto di scotch di carta decorato, così che si possa rimuovere e riporre quando arriveranno nuovi disegni, senza creare danni né al supporto e né al disegno, ecc.

E poi lasciatevi travolgere dal loro allegro e decorativo disordine che non è un vero disordine se poi ogni cosa ha il suo posto e concluderanno i giochi, ‘giocando’ a mettere a posto, con l’aiuto di mamma e papà 💪🥰…

Saranno ogni giorno più autonomi e finiranno per rimettere a posto anche da soli e scegliendo loro i luoghi più adatti.

Lasciate che la casa si colori del loro entusiasmo 🌈

Immagini da Pinterst

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Il valore del vicinato….in Architettura

“Mamma, hai visto? Prima non le vedevamo mai e adesso ci giochiamo sempre!”

Ha esordito così Alessandro qualche giorno fa parlando delle figlie dei nostri vicini.

In effetti ‘prima’, eravamo tutti pieni di impegni, si entrava e si usciva da casa di corsa, ci si salutava al volo…

Adesso siamo comunque pieni di impegni, ma, stando sempre a casa, i bimbi si sono dati da fare e piano piano hanno cercato quella socialità di cui abbiamo un po’ tutti bisogno!

L’essere umano ha bisogno della compagnia per vivere. Lo stare insieme, la collaborazione, lo scambio, ecc…sono tutte cose che hanno permesso alla nostra società di progredire, di andare avanti!

La quarantena ha portato all’attenzione un elemento, spesso ignorato nel momento della progettazione: il Vicinato!

Un tempo i vicini erano preziosissimi; non esisteva internet, la TV e il telefono. Tra vicini ci si aiutava, ci si consigliava, si ricevevano le notizie. Ancora adesso, per chi vive nei piccoli centro storico, il rapporto tra vicini è molto attivo.

A me piace così tanto quando sono al paesello, Collepardo, e spunta alla porta la vicina che chiede un limone, un’altra che porta il pane che gli ha commissionato mia zia, un’altra che bussa alla porta, sempre e comunque aperta, ed entra per salutare.

Nella città moderna, chiusi tra i palazzoni, questo filo continuo di relazioni, si spezza… Si spezza alla porta di casa, al portone del palazzo, al passaggio della prima auto rombante lungo la strada!

L’architettura moderna si è presa ben cura di assicurare la privacy e la riservatezza; infiniti muri pieni, alti parapetti, staccionate che toccano il cielo, …chiudono la vista a qualsiasi sguardo indiscreto…

Ma non bastava una tenda? … Da chiudere all’occorrenza, magari… Così che, quando serve, si possano spalancare invece queste finestre, e permettere quella socialità di cui siamo parte integrante!

In quarantena c’è chi si sente terribilmente solo, chi chiuso in gamba, e….chi no!

Il segreto sta nel vicinato, o meglio, nel modo in cui la nostra casa, permette di relazionarci con lui, pur rimanendo in sicurezza!

Quindi, quando si sceglie o si costruisce una casa, oltre all’ubicazione, l’esposizione, i materiali, la dimensione, … bisognerà valutare e tenere in considerazione un altro elemento: il rapporto con il vicinato!

Internet, il Word Wide Web, ci ha permesso di superare i limiti di tempo e di spazio; siamo arrivati ovunque, e abbiamo condiviso le più disparate conoscenze,…fino a che non è arrivato un minuscolo virus, che ha reso evidente, come sia necessario, insostituibile, invalicabile, il rapporto vis a vis!

Quali sono quindi le tipologie edilizie più favorevoli alla Socialità in sicurezza? Cioè che permettono di ‘scambiare quattro chiacchere” con i vicini, pur rimanendo nella propria casa!?

Le ville unifamiliari, stupende, spettacolari, ma isolatissime. Forse sono all’ultimo posto in classifica, ma oltre ad essere spesso bellissime, hanno tanto spazio per ospitare eventuali familiari bisognosi e spazi aperti per permettere di godere della natura, del sole, dell’aria.

Anche i palazzoni del dopoguerra, pur se ad alta intensità abitativa, riducono al minimo i rapporti sociali: i balconi, se esistenti, sono piccoli e schermati. Gli unici infissi, ‘erroneamente’ comunicando, sono quelli dei servizi che si affacciano sul vano interno.

Tanto gli abitati dei centri storici, quanto quelli composti da villette a schiera o da palazzetti raccolti, di due, tre piani, sono probabilmente gli edifici più sociali e allo stesso tempo sicuri!

I giardini vicini delle villette a schiera, permettono di intrattenersi con i vicini, pur rimanendo a distanza di sicurezza, così come le incastonare casette dei centri storici, con finestre che spuntano ovunque, da cui le nonne hanno fatto le più lunghe chiaccherate, mentre cucinavano o badavano ai bimbi.

E voi cosa preferite? La privacy dei palazzi moderni o la convivialità dei piccoli centri?

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Ph. da Pinterest

 

 

 

 

 

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Ristrutturare casa con i bambini…. naturalmente!

“Mamma, come è possibile che a noi bambini piacciono i colori vivaci e a voi adulti colori così tristi!?”

Così ha esordito stamattina mio figlio Alessandro (8anni), quando ha visto i colori che avevo preparato, per pitturare i mobili in giardino!

Glielo avevo promesso da tanti giorni…ma, evidentemente, mentre io studiavo come fare in casa i colori naturali, per un restauro Super-Sostenibile, nella loro testa si accavallavano luminosi arcobaleni da stendere ovunque!

“Mamma, il tavolo lo voglio fare arcobaleno”

Ribatte ancora Alessandro, mentre Arianna (quasi 6 anni) ha già in mano un pennarello! 😳

“Bimbi, mamma ha preparato tutti i colori che hanno varie sfumature di marrone perché quello è il colore dei mobili in giardino!”

Ribatto io…  🤞😙

“Intanto proviamo queste varie sfumature e vediamo come viene!”

Si lasciano convincere; prendono in mano i pennelli come fosse tutto l’armamentario per una grande avventura e ascoltano curiosi!

Gli spiego che ho preparato tre colori fatti in casa; uno è il caffè ristretto classico fatto con la moka; un’altro è te nero aromatizzato al limone e un altro è caffè d’orzo. Poi c’è l’aceto invecchiato, ma quello è un prezioso regalo di mio fratello Mauro, dato che ci vuole un po’ di tempo e pazienza per prepararlo! 💪😁

Il profumo migliore lo emana il barattolino contenente il tè! È piacevolissimo anche stenderlo perché l’odore si spande nell’aria!

Per rendere il lavoro più semplice ed evitare di sprecare, metto a mano a mano, le varie tipologie di pittura, in dei piccolissimi barattolini di vetro che avevo riposto dai tempi degli omogenizzati (quando ancora non sapevo niente della filosofia Zero Waste) e li distribuisco.

Il vetro per i bimbi non è il materiale più sicuro, ma è igienico, facilmente lavabile e riutilizzabile. E questo si è dimostrato anche abbastanza resistente, dato che ha superato indenne anche i continui ‘scivoloni’ di Ari! 😅

Una mattinata simpatica, sicura per l’ambiente ma anche per i bimbi, e da cui abbiamo imparato tante cose!

Come prima cosa, che si può restaurare un mobile, di legno, con due bambini di 6 e 8 anni, con serenità e in sicurezza! Ricordo ancora con angoscia, quando, un po’ di anni fa, ho deciso di pitturare le ringhiere arrugginite, e il continuo dover discutere con i bimbi, che volevano curiosare e toccare tutto e non potevano perché era pericoloso per via dei prodotti usati!

Il prodotto che scurisce di più e più velocemente è in assoluto l’aceto invecchiato. E diventa proprio nero nero, come la cenere, quando si passa una seconda mano di caffè. Me lo aveva accennato mio fratello Mauro, l’esperto, 😁 che reagiscono tra di noi per via della presenza di tannino nel caffè, ma non credevo così tanto!

Il tè è profumatissimo, ma lascia una velatura marrone nerastro che non amo molto!

Tutti questi odori, compreso quello dolce del te, non piacciono comunque ai bambini. Ma si sono presto abituati e non ci hanno fatto molto caso

Proverò ad utilizzare anche il cacao, per vedere se li incanta anche per il profumo!

Il caffè colora poco, ma con più passate diventa più coprente. L’orzo è in assoluto il colore più bello!

Non sono colori coprenti, ma molto stimolanti e materici!

Domani sapremo qualcosa di più sui risultati ottenuti.

Intanto godetevi le foto di oggi!

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Ph. Francesca Ianni architetto

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Casa, lavoro, figli… Multitasking e Smartworking! Di questi tempi …si può?

Molti erano già abituati allo smartworking, avevano già un angolo ben organizzato, tempo e spazi definiti!

Altri lo hanno dovuto improntare in fretta e furia, ma con tanta dedizione e buona volontà, visto anche il nobile scopo!

Certo nessuno era pronto a condividerlo con partner e figli!

Il concetto stesso di lavoro stride con il dinamismo e la libertà dei bambini.

Ho provato in prima persona, in tempi non sospetti, a lavorare da casa, con i bambini, costatando quanto sia difficile se non impossibile:

Il lavoro ha bisogno di attenzione e dedizione e allo stesso modo, se non di più, ne hanno bisogno i figli!

Che cosa sta succedendo quindi in quest giorni, in cui si mischiano i ruoli,  tutti insieme, chiusi sotto lo stesso tetto?

Come si fa ad ad essere mamma, moglie, lavoratrice, donna, … contemporaneamente?

Non si sta chiedendo troppo forse a queste famiglie? Nessuno deve fermarsi… Tutti chiusi a casa, ma sempre attivi, con lo smartworking, con la scuola digitale, …

Tutti insieme, a condividere spazi e doveri, e tanti, tanti gigabyte..

Un gruppo disomogeneo pronto ad affrontare ogni cosa…

I bimbi spiano i lavori dei più grandi, tenendosi stretti alla loro testa o girando di continuo tra le ginocchia e la sedia. Non ne vogliono sapere di finire quel disegno che la mamma o papà gli avevano preparato con cura, sperando di poter guadagnare un po’ di tempo tutto per se!

Gli adulti si fanno coinvolgere dai giochi dei più piccoli e scoprono pause pranzo o piccole pause caffè, di una bellezza mai provata prima!

Tante emozione si sommano, anch’esse, diverse ma tutte insieme nello stesso corpo!

Cosa succederà?

Chi accetta tutto questo come un momento di sorprendente e piacevole follia, in cui non bisogna chiedere troppo a se stessi, ne uscirà vincitore.  …..

Non è vero che tutto deve continuare, come prima, come niente fosse; perché niente è come prima e tante cose sono in ballo.

Per voi, mamme e papà, nonne e nonni, che cercate, un po’ come delle simpatiche parodie della dea Kali, di tenere tutto faticosamente in piedi,…

State facendo già tanto… Non chiedete di più a voi stessi…

E se mai questa idea dello smartworking vi iniziasse a piacere…

Ecco qualche esempio di Home Office con stile!

La parola d’ordine, quando si lavora da casa, è organizzazione e  stile…. perché l’estetica vuole la sua parte e la bellezza migliora l’umore e le prestazioni! 💪😅💖

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E non è detto che anche in quest’altro modo…in fondo…sia così male…

La collaborazione tra diverse competenze.. dà sempre interessanti frutti…

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Una Favola di Carnevale…

Questa Favola nasce da un gruppo di genitori che amano pazzamente i loro figli e da una maestra illuminata che ama i suoi alunni come figli.

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Questo gruppo, sensibile ai problemi ambientali, accoglie ben volentieri la proposta della maestra di vestire i bambini, per l’annuale sfilata scolastica di carnevale, da insetti utili all’ambiente!

Un messaggio per il mondo a tutelare chi ci tutela.

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Gli insettici sono guerrieri pericolosi: ‘dovrebbero’ proteggere le piante, ma uccidono anche tutti gli insetti, senza selezione, tra cui quelli buoni come le coccinelle, i bombi, le lucciole, le cavallette, ecc, che invece sono i primi veri e salutari difensori della natura!

“SIAMO VOSTRI AMICI, AIUTATECI!”

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Una scelta di sensibilizzazione forte, invitando a prendersi cura della natura, con prodotti naturali, come il bicarbonato, il sapone di marsiglia, … sufficienti a risolvere quasi tutti i problemi.

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La natura sopravvive da sempre in un circolo virtuoso. Interromperlo può diventare pericoloso!

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Quindi “aiutateci ad aiutare”, urlano a gran voce bimbi e famiglie;

“Aiutateci ad aiutare gli insetti buoni, i guerrieri silenziosi, che hanno reso la natura bella e rigogliosa, fino ad oggi”

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L’impegno era così sentito che non solo si è scelto il tema della maschera ma anche di non consumare per realizzarla.

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Quindi via al riuso: Reinventando gonne e calze come ali di farfalla, maglioni, pantaloni e vestiti verdi, come steli dei fiori giganti, carta e tulle di riuso, foulard, cappelli, spago, …e tanta tanta fantasia, si sono realizzati vestiti a costo e a rifiuto quasi zero!

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I coriandoli e alcuni decori, con foglie secche di alloro, conservate dalla potatura.

A Carnevale ci si può divertire e svagare rispettando e accudendo il mondo che ci circonda!

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La favola di carnevale non ha salvato solo il mondo e i piccoli insetti, ma anche il cuore di tante mamme e papà, che si sono buttati  a capofitto e senza remore, nell’impresa di costruire i costumi e quindi un messaggio, nella maniera più sostenibile possibile, mettendo ognuno del proprio e dimostrando che la collaborazione è la strada migliore per il successo!

Questa favola continua…

Intanto godetevi il tutorial a cui ci siamo ispirati per realizzare i fiori con le tovaglie di carta e la carta crespa:

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Questa storia… è dedicata

A tutti i genitori della II A della Scuola Giovanni Paolo II

Alla Maestra Luciana, maestra illuminata della scuola primaria e insegnante di vita

 

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Ph. di Francesca Ianni arch.

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La casa dei sogni…

…..esiste?

La casa ci rappresenta, parla di noi al mondo, riflette quello che siamo a scala più grande…

Ma è proprio vero?

Questo simulacro, tempio sacro della nostra persona, può essere messo in seria discussione quando inizia ad essere uno spazio condiviso!

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Se il vestito infatti è solo sopra di noi, la casa, è come un abito più grande, che ci protegge e ci rappresenta, ma che non indossiamo da soli!

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La nostra prima esperienza è la casa condivisa: con i genitori, i fratelli, con i nonni, ..! Da piccolissimi non subiamo le necessità altrui e tutt’al più le invadiamo!

Piano piano, crescendo impariamo a dare valore al nostro spazio privato, la famosa cameretta, che gestiamo a modo nostro, così tanto nostro che non capiamo perché i nostri genitori non la condividano! 😅

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Crescendo sentiamo sempre di più la necessità di mettere la nostra impronta agli spazi che abitiamo, scriviamo sui muri, sui mobili, li decoriamo con fogli e foglietti, li vogliamo fortemente nostri. Una creatività adolescenziale, estremamente spontanea, che non ritroveremo mai più!

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Il grande passo avviene quando ci si sente pronti a vivere da soli,…..il momento in cui sentiamo di poter tirare fuori tutto noi stessi e realizzare uno spazio a nostra completa immagine e somiglianza!

È un momento di grande energia, in cui ci impegniamo con serietà a fare gli interior design fai da te, visitiamo negozi di cui non conoscevamo neanche l’esistenza, ci riempiamo la testa di mille nuovi materiali, scegliamo, alla fine, convinti che il meglio sia nelle nostre mani!

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Ancora non siamo coscienti di quanto una casa sia uno spazio tutto meno che statico.

Una volta sistemata di tutto punto, soddisfatti del bel quadro realizzato, ci sediamo a rimirala! 🙂

Gli sposini fanno vedere la nuova casa a tutti i parenti, invitiamo gli amici più cari nella nostra dimora, diamo il meglio di noi nell’organizzazione di pranzi e pranzetti per i più svariati ospiti!

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Ma cosa succede quando la famiglia aumenta, la casa si riempie, la condivisione si riaccende?

Abbiamo perso l’ingenuità della fanciullezza, la flessibile fantasia adolescenziale, ci siamo irrigiditi su un’immagine che crediamo sia l’unica che dobbiamo al mondo su noi stessi!

e8d4e44f90f354a6f1b5c4ba4ee35d33Ecco che inizia la contesa sulla gestione dello spazio, chi ordinato, chi disordinato, chi preciso, chi distratto, chi frettoloso, chi meticoloso e pignolo, ecc….chi troppo piccolo per vivere lo spazio con consapevolezza ma bensì con strepitosa spontaneità!c918aca5c7474af68b83b44c392aacf3Ed è così, che se iniziamo a condividere la nostra casa, specchio di noi verso l’esterno, con dei piccolini, abbiamo finalmente l’opportunità di capirne la sua dinamicità; la stessa che abbiamo sperimentato da piccoli ma che abbiamo troppo presto dimenticato!

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Condividere la casa con i figli è una straordinaria opportunità per capire quanto sia un oggetto in continuo divenire, proprio come la nostra vita, la nostra crescita  personale e come famiglia!

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Il segreto per gestire l’apparente caos di cui si nutrono i nostri piccolino, è creare uno sfondo il più neutro e semplice possibile.

Una casa piena di gingilli, peggio se delicati, non è a misura di famiglia! I bambini giocano con tutto e toccheranno e manipoleranno, qualsiasi oggetto abbastanza leggero da poter essere sollevato da loro!

I bambini hanno bisogno di spazi liberi, dove poter mettere in pratica i più fantasiosi giochi; limitare quindi al necessario vasi e vasetti, alzatine e mobiletti un po’ ovunque.

Non abbiate paura se vogliono fare i cuochi proprio in cucina, se non si fanno problemi a spargere la loro fantasia su ogni superficie, se il divano non ospita con parsomonia solo cuscini in perfetto ordine, ma bambole e bamboline, costruzioni, e macchinine, libri, penne e briciole… Non nascondo che ogni sera mi tocca sgombrare il tutto e rimettere i cuscini in decoroso ordine!

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Se avete dei bambini in giro per casa, e volete che siano felici, non ostinatevi a lottare contro la loro voglia di invadere tutto e sperimentare ogni cosa. Ceste e cestini aiuteranno a gestire meglio le loro cose, a insegnargli le prime regole dell’ordine,…ma non bloccheranno il loro dinamismo, il loro bisogno di vivere gli spazi piuttosto che osservarli e basta!

Dobbiamo imparare quindi a realizzare spazi da vivere e non solo da guardare!

Per noi e per i nostri figli! ♥️

Ph. da Pinterest

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Dal fallimento di un Architetto al Successo di una MammArchitetto!

“Prego, prego! Scusa il disordine….” parole a cui  seguono una infinità di scuse quando qualcuno entra nella nostra abitazione; perchè la nostra casa non ci rappresenta mai abbastanza, agli occhi degli altri!

La casa perfetta, la casa vetrina, è parte di una cultura tutta italiana!

Mia mamma dice sempre che far trovare una casa ordinata e a posto è segno di rispetto verso l’ospite!

Ma quanto ci pesa questa casa sempre ordinata!?

È davvero questo una casa? Una vetrina?

E cosa succede quando questa vetrina ospita  due persone e più ? Quando inizia a popolarsi di bambini, di nipotini, …?

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Accade che anche un architetto può trovarsi impreparato! Perché la vetrina spesso è il luogo dove non si fanno mai avvicinare i bambini, è il luogo dove con le loro manine lasciano le impronte, dove con un attimo sanno fare crollare manichini e tendoni!

Ed è così che la casa, come immagine di noi stessi verso l’esterno, diventa l’incubo di qualsiasi genitore, intento a destreggiarsi tra la sua volontà e la libera sperimentazione dei più piccoli, ma anche l’incubo tra chi, condividendo gli spazi, li usa a modo proprio, invadendo i desideri dell’altro!

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Ricordo bene quando ero piccola e condividevo la camera con i miei fratelli e la gioia, quando cambiando casa, ho avuto la cameretta tutta per me, sempre perfetta, sempre ordinata,..ma a lungo andare anche sempre vuota!

Condividere gli spazi è una scelta non di immagine ma di piacere!

Condividere gli spazi significa anche condividere le esigenze: scegliersi, rispettarsi, liberarsi a vicenda!

Ed è così che se un Architetto può concepire una casa come una semplice immagine, una MammArchitetto deve fare i conti con l’infinita energia creativa dei bambini… esperienza stupenda, che costringe a mettersi in discussione, a concepire gli ambienti non più come immagini di bellezza, ma come luoghi del vivere, spazi come contenitori di vita, di esperienza! Ed è così che la casa da immagine di se stesso verso l’esterno, diventa contenitore della vita all’interno della famiglia! Un contenitore che deve innanzitutto far stare bene chi lo vive! Gli spazi quindi vengono gestiti in base alla funzione che andranno a soddisfare, in base alle persone che li andranno ad abitare!

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La comodità è l’imperativo di ogni ambiente; qualsiasi cosa troppo macchinosa alla fine viene abbandonata: le chiavi vengono lanciate sul primo comò disponibile, il cappotto su una sedia o un divano e così anche la borsa. Il tutto se non si crea uno spazio comodo, vicino all’ingresso, ad accogliere tutto questo. E vale ancora di più per i bambini ! Un attaccapanni vicino all’ingresso, altezza bambini, gli permetterà di imparare presto questo rito senza dover andare a cercare scarpe e cappotti in giro per casa al momento dell’uscita!

I bambini si divertono ad aiutare a riordinare, ma più sono piccoli e meno sono selettivi. Da piccolissimi delle grandi ceste in soggiorno gli permetteranno di giocare vicino agli altri membri della famiglia e di imparare a mettere tutto a posto con facilità! Da più grandi, dividendo i giochi per categorie, ma sempre in cestoni, potranno scegliere e selezionare e imparare a mettere a posto con più attenzione. Non si potrà mai pretendere che mettano le Barbie esposte come in una vetrina o che smontino tutte le costruzioni per rimetterle a posto, però possiamo innamorarci del loro modo personale di posizionare le cose, del loro modo di decorare lo spazio, della vita che ci mettono dentro! Ed ecco che un progetto diventa di colpo incredibilmente vivo ed il controllo sempre più effimero!

E fu così che un architetto diventato mamma,  si  trasformò in MammArchitetto, grazie alla consulenza e all’ispirazione costante che viene dai suoi figli!

Da una mamma per tutte le mamme! 💖

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Ph. da Pinterest

 

 

 

 

 

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Tutto intorno a te è Architettura! (…e cosa c’entra l’architetto..)

Mi hanno chiesto tante volte:

“Perché Mammarchitetto, piuttosto che più semplicemente Architetto?!”

A qualcuno è suonato strano , così strano quasi da non associarlo all’architettura ma piuttosto all’assistenza all’infanzia!

In realtà nella scelta di questo appellattivo così inusuale c’è un significato molto più profondo che è la base del mio operato: l’attenzione alla persona, la stessa infinita, amorevole, quasi ossessiva, attenzione, che solo le mamme sanno avere verso i figli!

L’architettura infatti non è altro che lo sfondo dove si muove la vita delle persone; ma non uno sfondo passivo bensì uno sfondo attivo che influenza i nostri stati d’animo con i suoi colori, i nostri movimenti in base alla diversa disposizione degli spazi e degli oggetti nello spazio, le nostre percezioni a seconda dei diversi materiali, ecc…, ci fa compagnia nei momenti più belli e piu brutti della nostra vita ed entra a gamba tesa in tutti i nostri ricordi!

Non per niente spesso una scelta “architettonica”, per i non addetti ai lavori, si basa su ricordi ed esperienze, su sensazioni positive o negative, ispirate ad eventi passati o su consigli appassionati di chi dice di averle provate tutte e aver trovato la soluzione miracolosa!

Innanzi tutto vi svelo un primo grande segreto: la soluzione miracolosa non esiste perché ogni caso è a se, come ogni persona è unica! Ci sono soluzioni tecniche più valide di altre ma le necessità che deve soddisfare un ambiente architettonico, per essere a misura d’uomo, deve essere calato sulla persona che ne usufruirà che, solo così,l sentirà veramente suo!

Inutile dire che l’architettura preconfezionata di certe catene di arredamento a prezzi bassi, ha contribuito a creare ambienti tutti uguali spesso sterili e privi di personalità!

Spesso, prima di entrare in casa, soprattutto di ragazzi giovani, so già cosa aspettarmi!

La ragione di tutto questo è legata ad un appiattimento culturale, da parte soprattutto degli operatori del settore, che, dimenticando l’amore e l’attenzione al dettaglio e la vastità di scelte stilistiche, che i tempi passati ci hanno tralasciato, si sono inariditi nelle limitazioni della produzione di massa!

Allo stesso tempo la crisi imperversa e non si può pensare di spendere ancora miliardi per l’architettura! Non lo so si può chiedere alla gente e non lo so si può pretendere dai Comuni e dalle Nazioni!

La soluzione quindi è il degrado e la massificazione a cui ci stanno lentamente assuefacendo?

NO! La Soluzione è l’Architetto!

L’Architetto oggi deve impegnarsi ed ingegnarsi più che in ogni altra epoca storica perché deve riuscire ad ottere il massimo in termini di qualità e risultati dal minimo delle risorse; deve riconquistare la fiducia del popolo deriso e deluso dalla delirante architettura moderna e contemporanea; deve essere empatico, fortemente empatico, e mettere il suo cuore al servizio delle persone, …anche quando le persone lo vedono solo come un tecnico! Per fare questo ci sono dei tempi tecnici che non sono quelli della ‘fast architecture’ o dei grandi segni delle archistar; per fare questo c’è bisogno di riprendersi il tempo per pensare, per riflettere, per capire e farai capire, per una architettura ‘slow’, più consapevole!

Un architetto è una persona, al servizio delle persone, che si prende cura del loro animo e del loro vissuto! L’architettura è tutta intorno a noi e solo attraverso l’aiuto di un esperto può aiutarci a vivere come veramente vogliamo!

E il vostro architetto di fiducia cosa ha fatto per voi?

Raccontatecelo nei commenti sotto!

 

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Un lungo silenzio ..per ascoltare (…e riportare la bellezza a casa)

Le vacanze sono ufficialmente finite, ottobre è alle porte, ormai si può iniziare serenamente a pensare alla stagione fredda, e ai magici momenti che anche lei ci riserverà!

Un lungo silenzio per ascoltare, per ascoltarvi!

Un grande filosofo greco, Zenone di Cizio (ma di sicuro non solo lui) ha detto: “La ragione per cui abbiamo due orecchie ed una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno”

Il web è sempre più un fiume in piena, non riusciamo a stargli dietro, qualcuno ne fa quasi un lavoro a tempo pieno, altri, senza dare troppo peso alle conseguenze, si accontentano del titolo ma poi si dedicano con solerzia a commentare, dedicando il loro prezioso tempo ad una causa tutta sua perché manca la base del dialogo che è l’ascolto.

Senza farla troppo lunga, vi ho osservato ed ascoltato, seguendovi, con affetto, nei racconti, in prima persona, delle vostre belle vacanze, per capirvi ancora di più, ancora meglio! Per aiutarvi poi e seguirvi nelle scelte, per riportare la bellezza a casa!

Cosa ho capito quindi?

La bella stagione ci ha fatto presto riscoprire il nostro ancestrale rapporto con la natura, siamo corsi al mare ai primi caldi e in montagna quando il caldo era insostenibile!

In entrambi i casi la natura è venuta in nostro soccorso incantandoci con i suoi giochi di luce a contatto con il caldo sole o ammaliandoci con le melodie note, ma sempre inaspettate!

Ne abbiamo approfittato per visitare le bellezze dell’architettura e dell’urbanistica, tutte concentrate nei centri storici, piccoli o grandi, l’attenzione ai dettagli sta solo lì!

Ci siamo inebriati di bellezza, guastandoci ogni dettaglio, dai decorati frontini, agli articolati capitelli, dai colori caldi e delicati, alla perfetta articolazione dei pieni vuoti, che possiamo trovare solo negli edifici tradizionali.

Le dimensioni contenute degli spazi storici hanno favorito il traffico pedonale a discapito di quello carrabile permettendoci di gustare un buon caffè e un dolcetto proprio fronte strada, così come ci piace, a contatto stretto con la vita!

Ci piace infatti farci travolgere dal traffico di persone e non di macchine!

Ci piace vedere sguardi e sorrisi, in un complesso articolato fatto di dettagli a scala umana.

Abbiamo apprezzato i colori dei centri storici e delle città turistiche, sempre caldi, corposi, e allo stesso tempo delicati ed eleganti.

I luoghi turistici sanno che l’individualità è importante, e che nella scelta di ogni dettagli si evince la cura per ogni persona.

Il fatto in serie ci avvilisce, l’originalità e l’unicità del fatto a mano ci onora e ci gratifica.

Ecco perché le più belle piazze hanno arredi particolari, studiati nel dettaglio e per quell’ambiente.

Ecco perché la bellezza, la comodità e la cura continua ne fanno una costante attrazione per i turisti.

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Siamo andati alla ricerca del bello e del curato, abbiamo scelto luoghi accuditi, in cui l’attenzione all’oggetto è anche attenzione alla persona e alla sua anima!

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Potendo, si è preferito soggiornare in case tradizionali, dove respirare tanta storia e tante esperienze uniche. I palazzi storici, le case tradizionali, fino alle masserie o fienili e monasteri ristrutturati, respirano vita, vita passata, ma esperienze sempre presenti! È il contributo corale, succedutosi negli anni,  che spesso rende un luogo davvero magico.

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Il sud d’Italia vi ha incantato con i suoi infiniti decori, il nord con le belle montagne e l’efficienza impeccabile.

Il grande assente?

Il cemento e le sue infinite distese senza soluzione di continuità;

La desolante architettura filo-razionalista, priva di decori e di dettagli e con essi spesso anche di attenzione

Il fatto in serie, troppe volte in maniera frettolosa e superficiale

Tornati a casa, le foto postate sui social sono crollate drasticamente, le nostre periferie grigie, piene di cemento ed asfalto, degradate ed anonime hanno presto spento i nostri sensi e il nostro entusiasmo e con essi la macchinetta fotografica!

Chi ha voglia di fotografare l’asfalto o il traffico delle macchine?

Almeno su internet risparmiamocelo!

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Non bisogna aspettare 12 mesi per ritrovare la serenità e i giusti stimoli perduti!

Si può imparare dai luoghi stupendi che hanno deliziato i nostri occhi e il nostro cuore e, consci delle scelte giuste, possiamo poi riapplicarle nelle case ma anche nelle piazze e negli spazi pubblici, fino alle facciate dei palazzi!

Molte teorie già esistono in merito, e l’esperienza diretta ce le può confermare!

L’attenzione al dettaglio è fondamentale, non bisogna avere paura di dedicare tempo ad un progetto di restauro o di progettazione, perché le più grandi opere hanno impiegato anni per essere realizzate. La fretta spesso si lega alla superficialità!

Bisogna scegliere con cura i materiali, preferendo quelli naturali e non tossici, e abbinarli con sapienza. I colori complementari si illuminano a vicenda, mentre le tonalità simili creano un’atmosfera più pacata.

Le sfumature sono migliaia e c’è una differenza infinita tra un colore pastoso, polveroso, corposo, luminoso, ecc… Questo si riflette sul risultato finale in maniera preponderante!

Il dettaglio e il decoro sono la nostra vita, non scegliamoli in base alla praticita ma alla bellezza.

Spesso gli elementi naturali hanno bisogno di molta meno manutenzione e invecchiano rimanendo sempre belli!

Abbandoniamo definitivamente il cemento, il razionalismo e il fatto in serie e torniamo a progettare a scala umana e con attenzione alla persona!

Ph. da Pinterest