“Mamma, hai visto? Prima non le vedevamo mai e adesso ci giochiamo sempre!”
Ha esordito così Alessandro qualche giorno fa parlando delle figlie dei nostri vicini.
In effetti ‘prima’, eravamo tutti pieni di impegni, si entrava e si usciva da casa di corsa, ci si salutava al volo…
Adesso siamo comunque pieni di impegni, ma, stando sempre a casa, i bimbi si sono dati da fare e piano piano hanno cercato quella socialità di cui abbiamo un po’ tutti bisogno!
L’essere umano ha bisogno della compagnia per vivere. Lo stare insieme, la collaborazione, lo scambio, ecc…sono tutte cose che hanno permesso alla nostra società di progredire, di andare avanti!
La quarantena ha portato all’attenzione un elemento, spesso ignorato nel momento della progettazione: il Vicinato!
Un tempo i vicini erano preziosissimi; non esisteva internet, la TV e il telefono. Tra vicini ci si aiutava, ci si consigliava, si ricevevano le notizie. Ancora adesso, per chi vive nei piccoli centro storico, il rapporto tra vicini è molto attivo.
A me piace così tanto quando sono al paesello, Collepardo, e spunta alla porta la vicina che chiede un limone, un’altra che porta il pane che gli ha commissionato mia zia, un’altra che bussa alla porta, sempre e comunque aperta, ed entra per salutare.
Nella città moderna, chiusi tra i palazzoni, questo filo continuo di relazioni, si spezza… Si spezza alla porta di casa, al portone del palazzo, al passaggio della prima auto rombante lungo la strada!
L’architettura moderna si è presa ben cura di assicurare la privacy e la riservatezza; infiniti muri pieni, alti parapetti, staccionate che toccano il cielo, …chiudono la vista a qualsiasi sguardo indiscreto…
Ma non bastava una tenda? … Da chiudere all’occorrenza, magari… Così che, quando serve, si possano spalancare invece queste finestre, e permettere quella socialità di cui siamo parte integrante!
In quarantena c’è chi si sente terribilmente solo, chi chiuso in gamba, e….chi no!
Il segreto sta nel vicinato, o meglio, nel modo in cui la nostra casa, permette di relazionarci con lui, pur rimanendo in sicurezza!
Quindi, quando si sceglie o si costruisce una casa, oltre all’ubicazione, l’esposizione, i materiali, la dimensione, … bisognerà valutare e tenere in considerazione un altro elemento: il rapporto con il vicinato!
Internet, il Word Wide Web, ci ha permesso di superare i limiti di tempo e di spazio; siamo arrivati ovunque, e abbiamo condiviso le più disparate conoscenze,…fino a che non è arrivato un minuscolo virus, che ha reso evidente, come sia necessario, insostituibile, invalicabile, il rapporto vis a vis!
Quali sono quindi le tipologie edilizie più favorevoli alla Socialità in sicurezza? Cioè che permettono di ‘scambiare quattro chiacchere” con i vicini, pur rimanendo nella propria casa!?
Le ville unifamiliari, stupende, spettacolari, ma isolatissime. Forse sono all’ultimo posto in classifica, ma oltre ad essere spesso bellissime, hanno tanto spazio per ospitare eventuali familiari bisognosi e spazi aperti per permettere di godere della natura, del sole, dell’aria.
Anche i palazzoni del dopoguerra, pur se ad alta intensità abitativa, riducono al minimo i rapporti sociali: i balconi, se esistenti, sono piccoli e schermati. Gli unici infissi, ‘erroneamente’ comunicando, sono quelli dei servizi che si affacciano sul vano interno.
Tanto gli abitati dei centri storici, quanto quelli composti da villette a schiera o da palazzetti raccolti, di due, tre piani, sono probabilmente gli edifici più sociali e allo stesso tempo sicuri!
I giardini vicini delle villette a schiera, permettono di intrattenersi con i vicini, pur rimanendo a distanza di sicurezza, così come le incastonare casette dei centri storici, con finestre che spuntano ovunque, da cui le nonne hanno fatto le più lunghe chiaccherate, mentre cucinavano o badavano ai bimbi.
E voi cosa preferite? La privacy dei palazzi moderni o la convivialità dei piccoli centri?





























Ph. da Pinterest























































Ecco che inizia la contesa sulla gestione dello spazio, chi ordinato, chi disordinato, chi preciso, chi distratto, chi frettoloso, chi meticoloso e pignolo, ecc….chi troppo piccolo per vivere lo spazio con consapevolezza ma bensì con strepitosa spontaneità!
Ed è così, che se iniziamo a condividere la nostra casa, specchio di noi verso l’esterno, con dei piccolini, abbiamo finalmente l’opportunità di capirne la sua dinamicità; la stessa che abbiamo sperimentato da piccoli ma che abbiamo troppo presto dimenticato!
































































