Quanti di noi vorrebbero metter su la propria casa o il proprio ufficio, proprio come Elsa fa per il suo Castello, nel cartone Disney ‘Frozen’?
Il passaggio dall’idea alla realizzazione viene sofferto un po’ da tutti, soprattutto dai non addetti ai lavori, che non hanno esperienza sulla tempistica, che può caratterizzare diversamente ogni intervento.
Eppure mi sembra così assurdo che un luogo dove si immagina di passare tutta la vita, possa e debba essere ‘cotto e magiato’ in quattro e quattrotto, come se sistemare il proprio nido, il proprio rifugio, lo spazio dove si proietta la nostra anima, sia solo un impegno gravoso da togliersi il prima possibile!
Un po’ come se dovessimo dedicare giusto una settimana della nostra vita a farci una cultura, per poi viverla; oppure dedicare comunque un tempo limitatissimo alla crescita personale per poi continuare a vivere, senza crescere più!
I prefabbricati in architettura e i negozi di arredamento non fanno altro che alimentare questa tendenza.
Una volta i mobili erano parte del corredo e spesso si tramandavano dai nonni ai figli e ai nipoti eppure le case erano molto eleganti e graziose.
Oggi, se entri in un mobilificio, puoi avere il progetto della tua cucina in 15-20 minuti; se è ancora troppo, sono disponibili, per ogni stanza, composizioni preconfezionate, a prezzo fisso, che stai sicuro che il 24-48 ore avrai un divano dove sprofondare davanti alla TV e un letto dove dormire.
Soluzioni chiavi in mano, composizioni preconfezionate e pronte solo per essere portate a casa Tua!
Si, casa tua, che di tuo non ha niente!
Perché non hai scelto niente se non la volontà di non scegliere, di non prenderti il giusto tempo per realizzarla e arredarla a tua immagine e somiglianza!
E si finisce per avere case tutte uguali, più o meno fredde o più o meno incasinate, terribilmente cloni dei cloni di noi stessi.
Siamo davvero tutti cloni, o in ognuno di noi vive un mondo unico e speciale e irripetibile?
E se la casa è la proiezione di noi bello spazio, se la casa è il nostro rifugio, l’ancora per ricrearsi e rigenerarsi, come possiamo davvero pensare che sia corretto decidere tutto davanti a una composizione preconfezionata?
Ho ordinato pochi giorni fa il mio primo mobile al falegname.
L’ho pensato, l’ho progettato; mi sono accordata in modo che sia sostenibile: niente colle, niente vernici. Ora inizia l’attesa…perché un oggetto fatto in mano a bisogno dei tempi umani per essere realizzato.
Quando questo elemento di arredo arriverà a casa mia, sarà già in amico, un compagno con cui ho iniziato ad avere relazione da un po’.
Non mi sono buttata nella frenesia del ‘preconfezionato’ e ho deciso di prendermi il giusto tempo per avere una casa che rispecchia la famiglia che siamo.
La mia casa crescerà e maturerà con me e sarà sempre più un luogo delle esperienze e dei ricordi, un luogo dove stare, e stare bene!
A cosa serve quindi un Architetto?
Per l’arredo e l’architettura Fast&Furios, a poco e niente…
Per una casa che parli di te, che sia unica come te e che sia viva e viva del tuo respiro, …ecco…per tutto questo c’è bisogno dell’architetto, che può guidarti in questi viaggio meraviglioso, calmo e profondo, alla scoperto del tuo Io esteriore!
Di seguito, immagini di interni particolari, con arredi spesso fatti a mano o di riuso.
Ph. da Pinterest










































































































































































































































































































































































Ecco che inizia la contesa sulla gestione dello spazio, chi ordinato, chi disordinato, chi preciso, chi distratto, chi frettoloso, chi meticoloso e pignolo, ecc….chi troppo piccolo per vivere lo spazio con consapevolezza ma bensì con strepitosa spontaneità!
Ed è così, che se iniziamo a condividere la nostra casa, specchio di noi verso l’esterno, con dei piccolini, abbiamo finalmente l’opportunità di capirne la sua dinamicità; la stessa che abbiamo sperimentato da piccoli ma che abbiamo troppo presto dimenticato!














