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Finalmente fuori….dal Computer!

“…Poi, ieri, sono uscita… Ed è stato come uscire improvvisamente fuori, dopo essere stati chiusi a lungo dentro una prigione!”

Eh sì… Ci conviviamo da molti anni con la tecnologia: accende la luce, è la sveglia della mattina e l’unica possibilità per essere in contatto continuamente, ma siamo talmente assuefatti da non farci più caso.

Eppure c’è stato un tempo in cui non avevamo il cellulare, non c’era il computer a casa, …la TV era un lusso..

C’era un tempo in cui più famiglie si dividevano un telefono….

Ops….forse sto andando troppo indietro!.

….C’era un tempo….

E poi ….la tecnologia è diventata tutto per noi e senza non avremmo potuto vivere… Il tempo della Quarantena!

Ci siamo incontrati sullo schermo, abbiamo fatto i compiti on line, gli ordini on line, la lista della spesa on line! Siamo stati davanti a computer, cellulari, tablet, talmente tanto tempo da sentirli quasi una parte del nostro corpo.

Poi, ieri, sono uscita… Ed è stato come uscire improvvisamente fuori, dopo essere stati chiusi a lungo dentro una prigione!

Ieri sono uscita dal computer dopo tanto tempo!

E la prima cosa che ho fatto, è stato osservare e apprezzare il bello e il valore di ciò che abbiamo… già!

Difficile non associare ad un architetto il termine stravolgimento! Tutti penso a noi come a quegli esseri pericolosi che ti mettono sottosopra casa.

Si, siamo noi, la categoria più temuta! E pur di fuggire alla nostra ‘furia ribaltatrice’ si sono inventati le peggio figure professionali, (e non me ne vogliano tutti quei bravi e seri professionisti) dai titoli più bizzarri, per spezzettare il più possibile quello che in generale fa una persona sola!

Cosa farebbe quindi un architetto, davanti ad un giardino abbandonato da mesi? (Molto più di quelli che ci ha imposto la quarantena)

Secondo la teoria, l’architetto, rade al suolo tutto per disegnare nuovi sentieri, inserire nuove piante, cespugli, profumi e colori, ….

Ma dato che io sono un architetto un po’ pazzo e un po’ curioso, molto mamma e sensibile assai…mi sono tuffata in un viaggio bellissimo dentro a un giardino, abbandonato, e l’ho sorvolato proprio come un’ape, soffermandomi con attenzione, nutrendomi di fiore in fiore, delle loro forme e dei loro colori!

Un giardino così va conservato proprio com’è.

È una esperienza unica e irripetibile, come irripetibile è l’opera che fa madre natura.

E così, anche l’architettura, il design, gli spazi interni ed i materiali, possono essere conservati, valorizzati, apprezzati per quello che sono.

In un periodo come questo, in cui siamo stati per molto tempo chiusi negli spazi confinati e ora usciamo, quasi volando, buttandoci per le strade, con voglia di sole e di vita, abbiamo avuto l’opportunità di osservare con molta attenzione sia lo spazio chiuso che quello esterno, che testeremo ancora meglio ora.

Ci siamo interrogati, indignati, difficilmente entusiasmati, …davanti agli spazi in cui viviamo, tanto da sentirci in dovete, appena possibile, di riempire tutti i più famosi negozi di arredamento sperando di portare un po’ di pace a casa nostra.

Ora le città ci aspettando a braccia aperte, con i loro prati un po’ più alti del solito, gli intonaci scrostati, le vetrine vecchio style…

Il SEGRETO non è cercare di CAMBIARE tutto, ma di VALORIZZARE ciò che già c’è, perché, ad osservare con attenzione, abbiamo tanto, ma tanto, per cui essere felici!

Ho deciso allora di associare le numerose immagini dei fiori e delle piante, che ho raccolto ieri, ad ambienti vintage o che hanno saputo valorizzare gli elementi storici presenti, ottenendo un ambiente nuovo, originale, ma unico e prezioso.

Quindi l’imperativo è…ripartiamo da quello che abbiamo…

Ripartiamo dalla valorizzazione di quello che abbiamo!

Ph. dei fiori – di Francesca Ianni architetto

Ph. di interni, esterni e modelle – da Pinterest

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Ieri ho smontato l’Albero…delle riflessioni!

Ieri ho smontato l’Albero…

No, non quello di casa… È ancora lì, con tutti i suoi addobbi! Quello lo toglierò insieme ai bimbi e a mia mamma, e alla loro infinita energia..

Ieri ho smontato l’Albero delle Riflessioni,

L’Albero delle Riflessioni sul Natale,

L’Albero realizzato insieme alla mia amica e collega Elisa per le luminari di Cori!

Ed una riflessione mi è arrivata subito, mentre, togliendo pezzo a pezzo, per riportarli tutti a casa, ripensavo ai momenti della sua composizione; …

“Signorí, so state fatte un po’ di critiche! Tutto sto nero!!!!”

Così genuinamente e con il sorriso, mi ha colto, un signore dai capelli bianchi e il fisico ben piazzato!

Caspita…che riflessione!!! Questa è la riflessione che abbiamo ispirato?

Il tema delle luminarie di Cori era sul riuso!

Abbiamo deciso quindi di realizzare una riproposizione dell’albero di Natale utilizzando materiali naturali e collant!

Un Albero che, per sua stessa natura e composizione, “Accendesse riflessioni sul Natale”, essendo anche una luminaria!

I collant spesso usati sono neri o color  carne e così anche la natura invernale…

I colori giusti per invitare all’introspezione, al silenzio, anche visivo, e all’ascolto della parte più interiore di noi stessi!

Illuminare quindi la parte più spirituale di questa festa santa, il suo significato più profondo, e l’unico modo era entrare nel buio della nostra anima, dove il nero può essere illuminato dalla presa di coscienza.

Banditi quindi i colori e il chiasso dei loro contrasti, così come sono stati banditi tutti gli sprechi e gli eccessi di tutta la parte più consumistica di questa festa, la parte che gli è stata costruita intorno, da abili commercianti d’anime.

Vi siete mai chiesti il significato dell’Albero di Natale? E degli addobbi? Che significato ha riempirsi casa di decori di plastica? A ricordarci che anche la nostra anima lo è un po’?

L’albero è simbolo di vita…la plastica no!

E l’albero di plastica cosa simboleggia?

Vi siete mai chiesti il significato di riempirci di cibo e oggetti, a Natale?

Ecco un po’ di foto del work in progress…

L’albero-luminaria è stato realizzato con:

– rami da potatura di alberi di prugno ornamentale (di piazza Gaucci a Colleferro…lasciati abbandonati sul prato)

– collant di riuso

– noci e nocciole scadute

– fili di luci da esterno ikea di riuso

– elementi di arredo di riuso (specchio, e due teli arredo)

– pallet per tenere incastrati i rami

 

Prima di iniziare con le foto però un infinito grazie a Carla Marafini e Anna Rita Del Ferraro, che hanno organizzato questo grande evento a Cori il 13 e 14 Dicembre 2019 e ci hanno permesso di partecipare. Complimenti!

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Ph. di Francesca Ianni arch. ed Elisa Fiorini Pdh

“Ridi ridi, che a me viene da star male! Testa o croce non esiste se decide il cuore!” (Testa o croce – Modà)

 

 

 

architettura sostenibile · Buona architettura · Comunicazione · Fashion · moda · natura · Orto urbano · Progetto vita · Rigenerazione urbana · Salute · Verde

Troppe chiacchere in architettura: il verde davvero sostenibile!

All’Università un professore ci spiegò un giorno: “le tavole di un architetto non dovrebbero mai avere testi perché dobbiamo essere bravi a comunicare anche solo con le immagini”

L’architettura infatti ha poco a che fare con le chiacchere e molto con i fatti e se è vero che della cultura non bisogna mai averne abbastanza è anche vero che l’architettura è cultura che si fa materia, che si fa funzione, che è custode di sentimenti e sensazioni!

Succede poi che a forza di parlare ci si scordi del fare e si finisce per interpretare le parole ognuno a modo suo, col rischio di incorrere in errori irrimediabili!

Questo è quello che sta avvenendo per l’architettura sostenibile, o green, o verde, o come preferite definirla!

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Dolce e Gabbana, 2014-2015

Non c’è progetto che non si vanti di essere sostenibile, verde, ma poi nella sostanza sono pochi gli esempi meritevoli di questo titolo e poche quindi le occasioni da cui imparare!

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Birgit Kos by Mario Testino for Vouge US August 2017

Difficile infatti spiegare a parole le diverse sensazioni che si provano a stare in uno scantinato o sopra una collina! Lo sappiamo tutti cosa si prova eppure se dovessimo raccontarlo a qualcuno che non lo ha mai vissuto dovremmo appellarci a sinonimi, improvvisare stati d’animo, fare esempi che si avvicinano, ma non sarebbe mai come sperimentarlo dal vivo!

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Succede così che a forza di raccontare che basta un po’ di verde per cambiare le sorti di un edificio o di una città, ci ritroviamo invasi da improbabili pareti verdi, che durano il tempo della fiera, piante e fiori che sbucano dal pavimento pur non avendo le giuste condizioni per fiorire, …grattacieli di cemento appellati come “biofilici” solo perché nel progetto sono stati inseriti tanti begli alberi, che sopravviveranno solo a patto di una INsostenibile e continua manutenzione!

49d2fddb96b4d17e7df865036f9a078cPer godere degli effetti benefici della natura, bisogna viverla, starci a stretto contatto, ma  con quella vera, quella che affonda le radici nella terra e da essa si nutre!

Non c’è wallpaper a tema o lampada-vaso che tenga che possano uguagliare la vista di un bel viale alberato o una passeggiata in un parco; non c’è vasca o piscina che regalino i benefici di un bagno nel mare d’agosto!

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Ho invoca l’aiuto del mondo della moda, e delle sue capacità di comunicazione, per  farvi capire, immedesimandovi nelle modelle, la differenza tra lo stare a contatto con la natura e illudersi di farlo!

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Queste immagini, quasi al limite della realtà, rendono bene la sensazione fresca e selvaggia della foresta, del bosco o di un folto giardino!

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Vouge Brazil, May 2017, Josephine Scrivere by Giampaolo Sgura

Scorrendo oltre potete invece vedere esempi in cui la natura c’è, ma sotto forma di rappresentazione o ispirazione e anche se i colori e le forme sono molto simili, l’ambiente, e di conseguenza le sensazioni, cambiano completamente!

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Vogue China August 2016 Vanessa Moody by Camilla Akrans

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Foto di Annie Leibovitz

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Alessandro Michele per Gucci

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Gucci, Spring 2016

 

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Gucci, Spring 2016

 

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Vouge Germano, october 2013, Codie Young by Giampaolo Sgura

Tutto è più statico, rigido e monotono!

Mancano le sfumature e l’imprevedibilità, l’aria umida e sana, ..manca la vita!

Non c’è la facciamo ad essere più bravi della natura, inutile intestardirsi! E allo stesso tempo non ne possiamo fare a meno, è un bisogno primario e ancestrale!

Quindi non fatevi intontare da chiacchere senza sostanza e fate di tutto per tutelare la natura, quella vera!

Non pavimentate un giardino solo perché il prato sporca e ha bisogno di manutenzione; non rinunciate ad un balcone o terrazzo pieno di verde, non accette che vengano abbattuti alberi senza poi piantarne di nuovi e a quantità!

Le sorti della città sono in mano a ogni singolo cittadino!

Ph. da Pinterest