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Il Castello di Colleferro….come la vedo io!

Un Bene Culturale, che sia un edificio, un complesso o un’area naturale, ecc.., per poter essere mantenuto deve essere utilizzato.

L’uso infatti assicura la regolare manutenzione.

Un Edificio Storico non può ospitare però qualsiasi funzione ma sole quelle, tra le tante, che sono in linea con la sua vocazione.

Ecco anche perché è importante, prima di intervenire con il Restauro e il Riuso, in ogni contesto, fare un’attenta analisi storico-critica, e dei materiali, in modo da evitare cambi di destinazione che finirebbero per snaturare il bene che si vuole Conservare!

Il caso del Castello di Colleferro è molto interessante, perché la storia aveva scelto per lui una destinazione d’uso, ad oggi, molto redditizia:

Nato, con molta probabilità, con funzione difensiva della Valle del Sacco, a protezione di Artena e Valmontone, nel XVII secolo si avviò a passare da rocca fortificata a casale di campagna.

Ancora altre fonti storiche raccontano che tra il 1779 e 1781, vi fu la realizzazione del fienile, di una rimessa per bovi e di una cordonata (1784).

Dati che mi riportano alla mente tutte le volte che, passando davanti al Castello di Colleferro e alla sua imponente distesa verde tutta intorno, mi incantavo davanti a quelle enormi balle di paglia e ancora non capivo perché fossero tutti così disordinati da lasciarle in giro per i campi. 😅

Il grande parco del castello, era quindi una saggia fonte di grano e paglia e …..tante altre interessanti e redditizie funzioni ad esso legate!

Il grano e le balle di paglia, non danno solo cibo agli uomini, agli animali e alla terra…

Sono anche ottimi per

  • Shooting fotografici (matrimonio, moda, cinema, personali, ecc..) ….sappiamo inoltre quanto i social oggi si avvantaggiano di luoghi suggestivi e inaspettati
  • Pic nic, ma anche lussuose cene all’aria aperta, con possibilità di avviare una piccola attività di ristorazione all’interno di una parte del Castello, con prodotti che vengono direttamente dal grano prodotto in loco
  •  Realizzazione di arredi da esterno per eventi, anche di livello. Pensiamo alla tendenza in atto da moltissimi anni, di inserire nei locali più alla moda o nel corso di importanti eventi, sedute realizzate con le balle di paglia. Dalle panchine ai divani, fino al bancone di un bar. Con la paglia si fa veramente di tutto.
  • Realizzazione di isolamento termico, e muratura, nelle case in bioedilizia. La paglia è infatti un ottimo isolante termico e regolatore dell’umidità. Unito ad intonaci di terra e paglia, realizza ambienti tra i più confortevoli in assoluto.

Avete idea di quanto costi un servizio fotografico?

E l’affitto di una location per eventi e shooting di moda?

Purtroppo l’amministratore comunale ha deciso di destinarlo a ‘villa comunale’, cancellando in un attimo tutta la storia e la naturale prosecuzione di destinazione d’uso che il parco e il castello avrebbero potuto mantenere, pur rimanendo aperto al pubblico.

Sarebbe stato un luogo suggestivo, uno spazio pubblico unico al mondo, o tra pochi, un luogo dalle grande potenzialità economiche che avrebbero assicurato anche la giusta manuntenzione al vero e unico Bene Culturale in questione che è il Castello il cui parco è la pertinenza.

Quindi non diamo attenzione solo alla pertinenza, perché si perde l’obiettivo e con esso la conservazione di ciò che è veramente importante, una fra tutte la Visuale Libera sul Castello, che i tanti fuscelli di albero, promettono, tra 20 o 30 anno, di offuscare.

Niente contro gli alberi, sia chiaro, ma piantati nel posto giusto e al momento giusto.

L’albero è un riparo, è uno schermo. Posto troppi vicino ad un Bene Culturale ne offusca la vista.

Piantato poi quando fa troppo caldo o troppo freddo, qualsiasi pianta rischia di morire con molta facilità con conseguente assurdo spreco di denaro.

E il “Progetto di idee per il Parco del Castello’…che fine ha fatto?

Ph. da Pinterest e dal web

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C’è Bosco e Bosco! Il caso delle Foreste Urbane.

Il 21 marzo 2018 è stata la giornata internazionale della Foreste Urbane, con il  tema dell’anno “Foreste e città sostenibili” !

Noi architetti non possiamo non sentirci chiamati in causa su un tema così importante! Piena di curiosità ho cercato su Google “Urban forest” e “foreste urbane” e cosa è apparso?  Il bosco verticale di Boeri ed esempi simili!!

MA COSA C’ENTRA un grattacielo di cemento con il concetto di foresta o bosco urbano?

Come è possibile che un tema così importante si riduca a mera campagna pubblicitaria?

Persino il video ufficiale dell’evento non ha disdegnato un esempio così Insostenibile per l’architettura

(Per approfondimenti leggere: http://www.aboutplants.eu/portal/cms/content-paesaggio/1849-il-verde-verticale-davvero-sostenibile.html)

 

È il momento di fare chiarezza…

Cosa dice la Fao in merito alle Foreste Urbane?

Definizione proposta dalla FAO e utilizzata nell’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi di Carbonio (INFC, 2005):

“Il bosco è un territorio con copertura arbo-
rea superiore al 10%, su un’estensione maggiore di 0,5 ettari e con alberi alti, a maturità, almeno 5 metri e una larghezza minima della tessera di 20 metri ”

Quali sono allora alcuni esempi noti che avrebbe dovuto mostrare Google in testa alle ricerche?

Central Park, New York, USA

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High Line, New York, USA – Piet Oufolf

(Trasformazione di una vecchia linea ferroviaria in parco pubblico)

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Jardin de Turia, Valencia, Spagna

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Bois de Boulogne, Parigi, Francia

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Villa Borghese, Roma, Italia

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Le foreste urbane sostenibili sono quelle con i piedi per terra, anzi, con le radici…!!

Ma anche…..

Le Foreste commestibili (Food Forest), …per combattere l’insicurezza alimentare!

(Approfondimento: http://laboa.org/index.php/food-forest-ovvero-foreste-di-cibo/ )

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Quanti altre foreste urbane si possono scovare nel mondo?

Seul…

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Berlino….

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Ecc..

Aiutatemi e aiutate architetti e politici ad evitare che incomprensioni verbali si traducano in errori madornali!

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Ph. da Pinterest