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Natale …con i bambini! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 08/12/2019)

Per coinvolgere i bimbi negli addobbi Natalizi….evitando isterismi tipo “Nooo quello non lo toccare”,… “No no, quello lo posso fare solo io!!”… ecc, bisogna accettare di lavorare con materiali che siano adatti alla loro età!

Ricordo ancora Alessandro, il mio primogenito, al suo primo Natale! Buttava giù l’albero un giorno si e l’altro pure, distruggendo ad una ad una tutte le palline di vetro di Ikea che avevo appeso! 😥

Colpa dei bimbi o colpa nostra?

‘La seconda che hai detto’ 😁

A quei tempi Ale non aveva neanche 1 anni,…la sorellina, dopo di lui, è stata meno irruenta ma anche io più cauta!

Quando si hanno dei bimbi per casa tutto si adatta ai loro ritmi e alle loro necessita e se vogliamo goderci il momento insieme a loro dobbiamo assolutamente prendere coscienza di questo e, dopo aver fatto un profondo respiro, tuffarci velocemente indietro nel tempo, quando piccoli scolari, avevamo un rapporto quotidiano con carta e cartoncino, pastelli e forbicette!

Tutti materiali che i bambini possono maneggiare con facilità, divertendosi,non devono essere tossici e tanto meno inquinanti e che si possano riciclare con facilità. Bisognerà evitare colle chimiche e prediligere quelle naturali fatte in casa!

Tra i materiali consigliati, c’è la carta, magari di riciclo da riviste e giornali, che ai può piegare a formare origami; lavoretti/formine in pasta di sale, foglie e rametti da unire insieme con spago o lana!

Per info su come fare la colla fatta in casa, non tossica, perché si sa che i bimbi senza colla non vivono, potete seguire i consigli al seguente sito web:

https://www.ambientebio.it/alimentazione-biologica/colle-naturali-atossiche-fai-da-te/

E se avete trovato un po’ di tempo per decorare con i vostri bimbi, condividete con noi i vostri lavoretti! Li pubblicheremo, se avete piacere, nei prossimi post!

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Un Natale senza regali …. (Calendario dell’Avvento del La Buona Architettura – 07/12/2019)

Un Natale senza regali…ma poi tempo! Più tempo per se stessi e per gli altri!

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Ormai da anni il Natale ha perso il suo vero significato spirituale per trasformarsi in un sempre maggior carico di lavoro per ogni essere sulla faccia della terra, per correre tra impegni quotidiani, comunque improrogabili, e negozi di ogni tipo, in cerca di regali, anch’essi di ogni tipo, per dire a tutte le persone che amiamo,…e non…, che ci ricordiamo di loro, anche e soprattutto a Natale!

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Effettivamente il dono in se è un atto prezioso, e non ha nulla di negativo; tant’è che Babbo Natale, con i bambini, deve continuare a fare il suo lavoro!

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Il negativo arriva quando il regalo diventa un obbligo, un qualcosa che ‘se non lo fai è brutto’, ecc…!

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Il regalo non è più un gesto sentito, ma bensì una imposizione, un dovere, proprio nel periodo in cui dovremo essere tutti più buoni e ritagliarci del tempo per riflettere sulla sacralità di quanto avviene tra il 24 e il 25 dicembre!

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E invece siamo solo stressati e stanchi più del solito, e, ogni anno, pur ripetendo a noi stessi che non entreremo nel tunnel, ci ritroviamo al 26 dicembre stravolti, dopo corse pazze a comprare, a impacchettare, a sistemare, a cucinare, ecc… E i regali riempiono casa e la svuotano con tale facilità che è difficile anche ricordare cosa abbiamo preso e a chi!

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Voi ve li ricordate tutti i regali che avete fatto? E il motivo? Vi siete goduti con calma il  momento della scelta o siete stati anche voi travolti dal traffico prenatalizio?

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Se c’è un regalo che vorrei chiedere a chi mi ama è di non farmi regali, ma dedicarmi del tempo, o lasciare che io possa dedicarmi del tempo, soprattutto ora che sono madre e ogni tanto avrei bisogno di un minuto tutto mio! Un po’ di tempo per rilassarmi, per rallentare, per riflettere… !

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Voglio arrivare preparata al Natale, ma soprattutto voglio sapere come preparare i miei figli non tanto a venir travolti dai regalia ad accogliere e gioire del miracolo che ogni anno a Natale si celebra!

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C’è bisogno di tempo per fare questo…tempo da togliere agli impegni quotidiani, alla routine che ci consuma,… c’è bisogno di rallentare e prendersi il tempo per pensare!

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Non sarebbe bello un Natale con meno regali, ma più rilassamento, più coscienza, più condivisione?

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Per me il momento per eccellenza per rilassarsi e riflettere è quando ci si immerge dentro una bella vasca da bagno calda e silenziosa, con un bel libro o rivista in mano…

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Nella casa dove vivo ancora non c’è, e ogni tanto approfitto di quella dei miei genitori, che è già stata una confortevole compagna per tanti anni…

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Per voi cosa significa rilassarsi? E quale sarebbe un regalo, non materiale, che vorrete ricevere per Natale?

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All I want for Christmas is… Sparkle! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 06/12/2019)

Tutto quello che vorrei per Natale è Brillare!!!

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Brillare dentro e fuori!!! Chi non lo vorrebbe?

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Essere radiosi, splendenti, come le vetrine dei negozi in questi giorni, come i più belli addobbi delle riviste patinate, come le pubblicità in televisione, ecc…

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Tutto sembra brillare meno che noi, che pur trovandoci nel bel mezzo dell’Avvento, non riusciamo a liberarci dei soliti impegni, dei doveri quotidiani, della routine!!!

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Si… perché mentre lo spirito entra subito nel vivo, la vita rimane quella di sempre…e subito ci assale la malinconia, il senso di impotenza e ci buttiamo sui soliti acquisti veloci, per riempire quel vuoto, per riempire la casa, di un senso che non ha niente a che fare con la materialità!

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I 24 giorni che precedono il Natale purtroppo non sono liberi dagli impegni quotidiani, la vita di oggi non ce lo permette; il lavoro, la scuola, gli impegni di ogni genere.

Come fare allora?

C’è chi rinuncia a fare l’albero, chi minaccia di ridurre drasticamente i regali…io invece ho sempre pensato che Natale sia tutta un’altra storia!

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C’è un modo per vivere l’Avvento con serenità pur non stravolgendo le nostre vite e la soluzione è inserirlo a punta di piedi con semplicità tra le attività quotidiane e i doveri di tutti i giorni!

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1.  Iniziamo, per esempio, scegliendo di decorare casa in compagnia di amici e parenti, facendolo diventare un evento, un’occasione per stare insieme. Non sarà solo un dovere ma una buona occasione per condividere dei momenti con le persone care. Ogni giorno la nostra casa ci ricorderà della bella giornata trascorsa.

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2. Realizziamo dei decori fatti in casa, coinvolgendo i figli, il partner, e tutti quelli che hanno piacere o competenze per collaborare. Approfittiamo ogni anno per imparare qualcosa di nuovo. Un anno proviamo a fare i decori in pasta di sale, un altro anno di lana, di stoffa, ecc… L’importante che siano sempre materiali sostenibili e non inquinanti e in questo i migliori sono quelli naturali.

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3. Se il tempo da dedicare ai cari è poco, approfittiamo per passare del tempo insieme facendo dolci, sperimentando ricette Natalizie, scrivendo dediche a chi vogliamo bene.

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4. Se il tempo che avete poi è davvero pochissimo, accontentatevi anche di quel poco e fatene tesoro. Progettando bene il da farsi potrete comunque comporre tante belle cose per decorare la casa, magari più semplici, ma di grande effetto comunque. Non disperate perché tutto è possibile!

Si perde più tempo a girare per negozi in cerca di addobbi e regali…

È molto più piacevole e gratificante passare del tempo a costruire un regalo o ad inventarsi un addobbo piuttosto che tuffarsi nel traffico e nel caos dei negozi in questo periodo.

Riscopriamo la lentezza della preparazione …la calma della semplicità… Il piacere del fatto in casa, con amore!

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Nei prossimi post cercherò di farvi vedere cosa si può fare, anche solo con quello che abbiamo in casa, …prendendo un po’ anche spunto dall’infinito mondo del web!

 

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Un tuffo nel Natale del passato per migliorare quello futuro! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 04/12/2019)

Quando mia mamma era piccola mio nonno era solito a Natale tagliare un piccolo abete nel bosco e poi caricarselo a spalla fino al paese e quindi a casa.

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La tradizione è rimasta intatta per anni, tant’è che quando a Natale andavamo da Nonno e zia, trovavo sempre questo strano albero ‘pizzicoso’ e mi chiedevo come facessero ad addobbarlo se faceva così male!

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Che darei oggi per poter avere a casa un albero pizzicoso come quello…e di sicuro, se trovo il luogo dove ripiantarlo, sostituirò quello in plastica con uno vero!

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Ho sempre trovato l’albero già al suo posto e tutto addobbato; cosa ne potevo sapere di tutto il lavoro che c’era dietro!

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Oggi ripenso a mio nonno come un Babbo Natale che per la gioia dei suoi figli prima e dei suoi nipoti poi si caricava di tutta quella fatica, per un solo fine: donare felicità!

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Ogni epoca ha cercato di donarla a modo suo! Per mia mamma non esistevano i regali di Natale, qualcosina di gustoso lo portava la Befana; mio papà riceveva anche giochi, ma sempre dalla Befana!

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Parliamo solo di una cinquantina di anni fa eppure era l’epoca in cui non esisteva la spazzatura, il cibo di avanzo si portava agli animali o serviva a concimare la terra, tutto, ma proprio tutto si riutilizzava!

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A distanza di anni, cresciuta tra negozi sempre pieni di orpelli di ogni tipo per rimpizzare le case Natalizie, e con un Babbo Natale sempre molto generoso, cerco di capire come sia avvenuto questo salto!

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Cosa è successo, per farci passare da un Natale umile e pieno di senso a un Natale frenetico e consumistico, alla fine…senza senso?

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La mia cara amica architetto, Francesca Romana, di MBR Studio, scrive spesso nel suo sito http://www.casaminimalista.it quanto si viva meglio se ci si alleggerisce dai troppi oggetti inutili!

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Pensando a lei ,questi giorni,osservavo gli infiniti sovrammobili natalizi in vendita nei negozi; pensavo a quante persone andranno in regalo come “pensierino”, e quanti li compreranno presi da stimolo di tenerezza per poi doverli spostare, spolverare, riporre, riposizionare, ecc…

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Ma ci servono davvero? È Natale solo se abbiamo la casa addobbata?

E se quest’anno gli addobbi fossero naturali, e fatti a mano? Avrebbero un carico emotivo così forte che davvero darebbero un forte senso all’atmosfera Natalizia!

Addobbi utili, come crostatine, ciambelloni, messi in bella mostra dentro la vetrinetta e pronti ad essere gustati con i primi ospiti di passaggio!

Addobbi fatti con fogli e rami di potatura, con le bucce della frutta secca, ma anche alcune di quella fresca.

Addobbi in pasta di sale, di stoffa, …disegnati su di un foglio con tanta dedizione, magari dai più piccoli!

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La casa diventa così un vero regno dell’accoglienza, in pieno stile Natale!

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Preparare addobbi e dolci fatti in casa poi, regala momenti di rilassamento e riflessione che aiutano a godere a pieno della festa!

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Avete anche voi qualche addobbo fai da te? Magari di quelli antichi, fatti dai nonni o dai genitori quando erano piccoli? Quegli addobbi che ogni anno escono dalla scatola per evocare ricordi ed emozioni?

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Il tempo….per riflettere! (Calendario dell’Avvento de La Buona Architettura – 03/12/2019)

Il tempo…chi ne ha sempre tanto e chi non ne ha mai abbastanza!

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Sta diventando più prezioso dell’oro!

E se a Natale regalassimo il nostro tempo? Il tempo di preparare un dolce, di aiutare ad addobbare casa, ma anche a fare la spesa,…il tempo di dedicarsi a qualcuno, ascoltarlo, condividere del tempo insieme!

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Forse qualcuno se n’è accorto…molti sicuramente no…ma ieri, per mancanza di tempo, non ho potuto fare l’articolo del calendario dell’avvento per il 2 dicembre! Bene, ottimo! Prima ero tentata di mettermi al lavoro alle 11 di sera, per rispettare gli impegni presi. Poi ho pensato che in fondo anche questo è parte della vita e che era una ottima occasione per rifletterci sopra e capire quanto tempo e denaro sprechiamo inutilmente durante le festività natalizie!

E quanto di quel tempo è giusto restituire indietro alla nostra vita!

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“La consapevolezza dell’insostenibilità ambientale di molte festività, Natale in primis, sta crescendo. Questo avviene perché, ormai, i protagonisti degli eventi sono gli sprechi che hanno trasformato il Natale da festa religiosa a festa consumistica. Dai dati di Waste Watcher, presentati in occasione della consegna dei premi Vivere a Spreco Zero, è emerso che a Natale sprechiamo soprattutto denaro (43%) e cibo (41%), ma anche carta, imballaggi (11%) e tempo (5%). Non è difficile da credere se ragioniamo un attimo sui nostri programmi dicembrini. Tutto questo spreco si traduce in un impatto ambientale inutile che, come se non bastasse, si va ad aggiungere alla già grande impronta ecologica di questa festività (sovraproduzione di oggetti inutili, spreco energetico di negozi e case, traffico costante, cibo spazzatura, scarso o nullo riciclo dei rifiuti)…. Sembra che non ci sia felicità o realizzazione senza il possesso”…o senza l’ostentazione, aggiungerei io!

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E se a Natale regalassimo la nostra gratificazione?

“Niente stelle luminose e comete che attraversano le strade da un lato all’altro, niente luci colorate e alberelli in piazza. Per il trentesimo anno Cesara – paese del Cusio sulle alture del Lago d’Orta – rinuncia alle luminarie che caratterizzano le festività natalizie, preferendo solo piccoli lumini alle finestre delle case accesi nei fine settimana. Una scelta radicale voluta a suo tempo dal parroco don Renato Sacco che ha chiesto alla comunità di «spegnere le luci» e di accendere la solidarietà. Una decisione che ha trovato l’appoggio della popolazione e anche delle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni alla guida del piccolo centro cusiano.

«Risparmiamo per donare»

«Con i soldi risparmiati abbiamo fatto investimenti a favore dei poveri e bisognosi in Italia e nel resto del mondo perché solo donando gratuitamente, come ha fatto il Signore con noi, possiamo dirci pienamente cristiani – afferma don Renato Sacco -. Nei precedenti 29 anni sono stati raccolti, anche grazie alle tante offerte che ci sono giunte, oltre 133 mila euro. Nel nostro Natale non è cambiato nulla, ma abbiamo donato un sorriso a migliaia di bambini in Italia, un buon numero pure nel nostro territorio. Abbiamo aiutato famiglie colpite da terremoti e da alluvioni, sostenuto opere nella ricostruzioni di villaggi distrutti dalle guerre in Iraq a Mosul e ad Aleppo in Siria».

Sguardo sul mondo: quest’anno si aiutano i bimbi dello Yemen

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Una generosità che va dal Medio Oriente all’Africa sino al Pakistan, ma che non ha dimenticato chi ha problemi e fa fatica ad arrivare a fine mese anche nel Cusio, nel Vco e nel Novarese. Sarà così anche quest’anno. «Chiediamo a tutti di rinunciare alle luminarie, segno esterno non del Natale, ma del consumismo senza freni legato alla festività – prosegue il parroco -. Vogliamo fare una scelta “illuminante” perché sia davvero il giorno più bello dell’anno ponendo un segno alternativo in un mondo dominato dalla guerra. Riduciamo i consumi e gli sprechi e poniamo attenzione a chi vive in difficoltà. Quanto raccoglieremo quest’anno lo faremo avere ai bambini dello Yemen, Paese colpito da una crisi umanitaria inaccettabile e disumana, che viene bombardato anche con armi prodotte in Italia».

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Altra parte di quanto raccoglieremo andrà all’associazione «Salvamamme» che sostiene madri e bambini con problemi socio-economici. «A questo proposito – conclude don Sacco – chiediamo alle nostre famiglie, di donare giocattoli, anche usati, da regalare ai bambini di questa associazione. Sarà un regalo che parte dal cuore»

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Le “luci” naturali sono mistiche ed emozionanti e di gran lunga più belle delle loro brutte copie che sono le luminarie.

L’usanza delle luminarie è recente, risale ai primi anni del ‘900. Con il tempo sono diventate motivo di sfide tra città e cittadini, di lavoro sull’apparenza e sulla superficialità! Ma se il vero senso del Natale è tutta un’altra cosa, non sarebbe bello spegnere le luci e accendere il cuore?

Non sarebbe bello spegnere il consumismo e accendere la riflessione, l’altruismo? Partiamo da qui, il 3 dicembre, con il giusto tempo per riflettere ed arrivare al Natale in piena sostenibilità!

Approfondiremo come fare, nei prossimi giorni!

Fonti:

https://www.imperialbulldog.com/2018/12/10/natale-insostenibile/

https://www.lastampa.it/verbano-cusio-ossola/2018/12/06/news/il-paese-del-cusio-da-trent-anni-senza-luminarie-di-natale-noi-aiutiamo-i-bimbi-poveri-del-mondo-1.34065467

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Calendario dell’Avvento della Buona Architettura – 1 Dicembre 2019 – “Organizzazione”

A Natale siamo tutti più buoni, e così abbiamo deciso, anche quest’anno, di approfittare della preparazione all’Avvento per regalarvi quotidianamente consigli preziosi per un ottimo rapporto con l’architettura che vi circonda!

Viviamo immersi nell’architettura, ci relazioniamo con lei con una sfrontata sicurezza, la usiamo, la bistrattiamo, la adoriamo, ecc …tutto in modo così naturale che mai ve ne sareste resi conto se non fossi stata qui a raccontarvelo!

L’architettura è nelle case che abitiamo, nelle strade che percorriamo, nei servizi e negli spazi pubblici che utilizziamo, nel dettaglio delle lampade degli autobus, nel materiale con cui vengono realizzate le strade, tutte uguali tra l’altro… C’è un significato e una motivazione per ogni cosa, per ogni dettaglio, eppure non ce la siamo mai chiesta!

Malgrado il rapporto con l’architettura che ci circonda sia apparentemente casuale, una buona architettura può influenzare molto lo stile di vita!

Abbiamo deciso quindi, io ed Elisa, di raccontarvi qualche segreto per vivere meglio con La Buona Architettura!

Partiamo dalla casa, dal nido, dal nostro porto sicuro. Tutto inizia li e finisce lì!

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Case, gioie e dolori!

Costruiamo con fatica il nostro nido, di sicuro molta più di quella che fanno gli uccellini; quante case abbiamo visitato prima di trovare quella che ci calza a pennello?

E quanti negozi di mobili, con altrettanti operatori al nostro servizio, ci hanno visto impazzire tra mille scelte di piastrelle, di divani, di tende, di posate e piumoni, ecc..

Eppure, poi a viverla è sempre un’altra cosa!

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La motivazione c’è ed è legata alla sequenza con cui scegliamo le varie cose, gli elementi d’arredo…e ciò che andranno a contenere.

Il grande errore sta nello scegliere prima il contenitore, i mobili, gli arredi, e poi il contenuto, tutto ciò per cui servono.

Il vero protagonista è il contenuto, che giustifica la presenza dei mobili (contenitori appunto), il loro numero e la loro dimensione.

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Il problema si innesca quando non c’è coerenza tra la forma e le proporzioni del contenitore e del contenuto. Pensiamo alle basi profondissime delle cucine, dove spesso ci infiliamo a fatica a impilare pentole e padelle, o ai pensili sempre troppo profondi per ospitare tutti a vista bicchiere, tazze, ecc…

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Le chiamano misure standard…. Non per niente tutti gli armadi e le basi della cucina sono profondi come minimo 60 cm, le libreria tra i 30 e i 40 cm, e le ante sono sempre un multiplo di 30 o di 60, ecc…

Sono misure standard che sono state stabilite in concomitanza dell’evolversi dell’architettura razionalista e la necessità di misurare, definire, dare una risposta raziomale ad ogni cosa. Sono nati anche i concetti di camera minima per uno, due persone; altezza minima dei locali d’abitazione, ecc…

 

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Oggi giorno questi standard sono fallimentari perché non ci permettono di gestire lo spazio e soprattutto il suo contenuto nella maniera migliore!

Ritorniamo all’esempio della cucina: per avere sempre a portata di mano bicchieri, tazze e tazzine, sarebbe più comodo che non si perdessero nella profondità dei 36 cm, essendo loro non più grandi di 10 cm, ma che piuttosto fossero contenuti in armadi molto stretti!

Se per il piano di appoggio, più è grande e profondo è meglio è, lo stesso non vale per le basi. Pentole e padelle hanno una dimensione massima intorno ai 30 cm… Difficilmente di più. Eppure le basi sono da 60 cm, costringendoci a mettere cose avanti e dietro e a spostare tutto continuamente, con non poco carico di stress!

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Lo stesso dicasi per gli armadi delle camere da letto. Se i 60 cm si profondità sono comodi per i vestiti appesi, sono eccessivi per magliette e maglioni e ancora più per le cose più piccole come l’intimo. Servirebbero elementi a profondità diverse, così da ottimizzare al massimo lo spazio disponibile.

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Ricordiamoci che la casa è fatta in parte  da spazio da vivere e in parte da spazio  per contenere. Il giusto equilibrio permette di ottenere uno spazio davvero vivibile.

Le case sofferenti spesso hanno uno squilibrio e una mancata corretta distribuzione degli oggi e dei contenitori.

Le case piacevoli hanno una maggior percentuali di spazi per vivere che luoghi per contenere (Casaminimalista.it di Francesca Romana architetto, docet! Andate a curiosare tutti i suoi consigli utili per vivere la casa al meglio!

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Nei prossimi giorni vedremo nel dettaglio lo no spazio dell’architettura e quali sono le insidie che non ci permettono di viverlo bene! Quali i consigli e le soluzioni, secondo noi!

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Per adesso buon inizio di Avvento….che questo momento magico di riflessione e preghiera, sia anche un modo per riscoprire il vero senso dell’abitazione per le nostre vite!

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La casa dei sogni…

…..esiste?

La casa ci rappresenta, parla di noi al mondo, riflette quello che siamo a scala più grande…

Ma è proprio vero?

Questo simulacro, tempio sacro della nostra persona, può essere messo in seria discussione quando inizia ad essere uno spazio condiviso!

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Se il vestito infatti è solo sopra di noi, la casa, è come un abito più grande, che ci protegge e ci rappresenta, ma che non indossiamo da soli!

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La nostra prima esperienza è la casa condivisa: con i genitori, i fratelli, con i nonni, ..! Da piccolissimi non subiamo le necessità altrui e tutt’al più le invadiamo!

Piano piano, crescendo impariamo a dare valore al nostro spazio privato, la famosa cameretta, che gestiamo a modo nostro, così tanto nostro che non capiamo perché i nostri genitori non la condividano! 😅

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Crescendo sentiamo sempre di più la necessità di mettere la nostra impronta agli spazi che abitiamo, scriviamo sui muri, sui mobili, li decoriamo con fogli e foglietti, li vogliamo fortemente nostri. Una creatività adolescenziale, estremamente spontanea, che non ritroveremo mai più!

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Il grande passo avviene quando ci si sente pronti a vivere da soli,…..il momento in cui sentiamo di poter tirare fuori tutto noi stessi e realizzare uno spazio a nostra completa immagine e somiglianza!

È un momento di grande energia, in cui ci impegniamo con serietà a fare gli interior design fai da te, visitiamo negozi di cui non conoscevamo neanche l’esistenza, ci riempiamo la testa di mille nuovi materiali, scegliamo, alla fine, convinti che il meglio sia nelle nostre mani!

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Ancora non siamo coscienti di quanto una casa sia uno spazio tutto meno che statico.

Una volta sistemata di tutto punto, soddisfatti del bel quadro realizzato, ci sediamo a rimirala! 🙂

Gli sposini fanno vedere la nuova casa a tutti i parenti, invitiamo gli amici più cari nella nostra dimora, diamo il meglio di noi nell’organizzazione di pranzi e pranzetti per i più svariati ospiti!

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Ma cosa succede quando la famiglia aumenta, la casa si riempie, la condivisione si riaccende?

Abbiamo perso l’ingenuità della fanciullezza, la flessibile fantasia adolescenziale, ci siamo irrigiditi su un’immagine che crediamo sia l’unica che dobbiamo al mondo su noi stessi!

e8d4e44f90f354a6f1b5c4ba4ee35d33Ecco che inizia la contesa sulla gestione dello spazio, chi ordinato, chi disordinato, chi preciso, chi distratto, chi frettoloso, chi meticoloso e pignolo, ecc….chi troppo piccolo per vivere lo spazio con consapevolezza ma bensì con strepitosa spontaneità!c918aca5c7474af68b83b44c392aacf3Ed è così, che se iniziamo a condividere la nostra casa, specchio di noi verso l’esterno, con dei piccolini, abbiamo finalmente l’opportunità di capirne la sua dinamicità; la stessa che abbiamo sperimentato da piccoli ma che abbiamo troppo presto dimenticato!

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Condividere la casa con i figli è una straordinaria opportunità per capire quanto sia un oggetto in continuo divenire, proprio come la nostra vita, la nostra crescita  personale e come famiglia!

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Il segreto per gestire l’apparente caos di cui si nutrono i nostri piccolino, è creare uno sfondo il più neutro e semplice possibile.

Una casa piena di gingilli, peggio se delicati, non è a misura di famiglia! I bambini giocano con tutto e toccheranno e manipoleranno, qualsiasi oggetto abbastanza leggero da poter essere sollevato da loro!

I bambini hanno bisogno di spazi liberi, dove poter mettere in pratica i più fantasiosi giochi; limitare quindi al necessario vasi e vasetti, alzatine e mobiletti un po’ ovunque.

Non abbiate paura se vogliono fare i cuochi proprio in cucina, se non si fanno problemi a spargere la loro fantasia su ogni superficie, se il divano non ospita con parsomonia solo cuscini in perfetto ordine, ma bambole e bamboline, costruzioni, e macchinine, libri, penne e briciole… Non nascondo che ogni sera mi tocca sgombrare il tutto e rimettere i cuscini in decoroso ordine!

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Se avete dei bambini in giro per casa, e volete che siano felici, non ostinatevi a lottare contro la loro voglia di invadere tutto e sperimentare ogni cosa. Ceste e cestini aiuteranno a gestire meglio le loro cose, a insegnargli le prime regole dell’ordine,…ma non bloccheranno il loro dinamismo, il loro bisogno di vivere gli spazi piuttosto che osservarli e basta!

Dobbiamo imparare quindi a realizzare spazi da vivere e non solo da guardare!

Per noi e per i nostri figli! ♥️

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La Natura: Compagnia gentile delle nostre giornate in città!

C’è una compagnia gentile che avvolge le nostre frenetiche giornate cittadine, con statica parsimonia ed ineguagliabile eleganza: la natura!

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Alberi e arbusti, foglie e fiori, frutti, bacche , terra, prato,…decorano la città di asfalto e cemento come orecchini e collane sul viso di una donna!

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Accarezza i vialetti, si spinge a volte fino all’asfalto,strade sulle carrabili, impavida; altre volte ricopre tutto, in grande fretta, prima che l’uomo arrivi a tranciare ogni cosa!

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Si erge alta e coraggiosa e si preoccupa come prima cosa di proteggere; ripara dal sole e dal vento e canta piacevoli melodie sotto l’azione della pioggia e dell’aria!

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Ma è in autunno che la nostra amica silenziosa dà il meglio di sé regalandoci emozioni per tutti i sensi!

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Le foglie quasi blu degli abeti diventano  brillanti, sotto l’effetto della rugiada; gli alberi caducifoglie, mostrano tutta la loro personalità, cambiando colore a seconda del tipo: rosse accese sono le foglie dell’acero, ma anche del cachi; gialle quelle del ginko biloba, screziate di vari colori quelle della quercia, ma anche di molti altri,…giallo oro quelle del noce americano, ecc .. (Grazie a Lori Bai che mi ha permesso di conoscerlo), ecc…

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Fanno parte delle nostre giornate, in maniera silenziosa, le illuminano senza chiedere niente in cambio, ma ci siamo mai chiesti quanto fanno per la nostra vita?

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Provate a guardare la vostra città e immaginare che spariscano tutte le piante, tutto il verde. Che le coperte di foglie che ora ricoprono prati e viottoli non ci siano mai state, che le cangianti trasformazioni del paesaggio urbano, al passare delle stagioni non siano mai esistite, che sia tutto asfalto e cemento…

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Il paesaggio che diamo per scontato non è così scontato:

C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa” ….diceva Warren Buffet

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Allo stesso tempo la natura che ci circonda e che coccola il nostro spirito e le nostre emozioni, grazie alla sua sempre nuova bellezza, non è un oggetto che si può vendere o comprare, non si può far crescere in un battito di ciglia, non si può comandare…

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La natura è un progetto che cresce con noi, che fa parte della nostra vita per scelta, nostra e di chi prima di noi!

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Quando decidiamo di pavimentare per pigrizia, perché non abbiamo tempo di curare il prato; quando tagliamo un albero per fare spazio a nuova edificazione; quando diciamo “ma no, io ho il pollice nero”, ecc …rinneghiamo tutto quello che fa parte della nostra vita di tutti i giorni, silenziosamente! Rinneghiamo tutto ciò che ci rende felice, perché è lí e dà contorno! Un contorno così bello e naturale che sembra scontato, …ma senza il riconoscimento del suo valore da parte nostra è un contorno che viene messo a rischio ogni giorno!

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Alberi vengono capitozzati, ampi prati, cementificati, cespugli tagliati (per dare spazio, magari, a tavolinetti di attività commerciali all’aperto 😏), l’orto viene dimenticato, ecc..

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Tutto ciò che di bello abbiamo oggi ha impiegato decenni per crescere, per esserci; potremmo distruggerlo in un secondo se non prendiamo coscienza del suo valore!

La magia dell’autunno, che stiamo sperimentando in questi giorni, con le foglie che si accendono di mille colori per riscaldare le giornate più corte e più fredde, i prati rumorosi e scricchiolanti sotto le scarpe, la danza emozionate delle foglie che prendono il volo verso il basso e passandoci vicino si lanciano in una sfacciata carezza, potrebbe svanire per sempre sotto una coltre di seghe e ignoranza!

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Riscoprite il valore di questa compagnia gentile, e ricambiatela con gentilezza!

Oggi è la giornata mondiale della gentilezza, un’occasione in più per rifletterci sopra!

Cosa è la natura per voi? Quanta felicità porta nelle vostre vite? Cosa sarebbe una vita senza natura?

Avete mai pensato di fare un selfie con la vostra gentile amica? Potrebbe essere arrivato il momento!

C’è chi abbraccia gli alberi, chi sceglie di non raccogliere fiori per lasciarli lì per tutti, chi….

Tu cosa fai con e per la natura? Quanto valore ha nella tua vita?

(Questo articolo è dedicato a Sansone, cane gentile!)

Ph. Francesca Ianni architetto

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La magia del legno sotto la pioggia

Quando al parco di piazza Gauccia, a Colleferro, abbiamo deciso di inserire arredi in legno massello di castagno, progettati e realizzati in esclusiva per il parco, non potevamo immaginare quante emozioni ci avrebbero dato con il passare del tempo, grazie alla loro incredibile vitalità!

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Gli arredi da esterno sono mobili ‘immobili’, perché per evitare di subire furti o gravi danneggiamenti, devono essere ben saldati a terra; e così abbiamo fatto. Ogni panchina, ogni tavolo, ogni gioco, sono stati inseriti per decine di centimetri nel terreno e dal suo peso bloccate. Un abbondante strato di ghiaia tra legno e terra ha permesso il costante e preferibile drenaggio. Il castagno infatti è un legno che resiste molto bene all’umidità, ma assicurare un buon drenaggio evitando il ristagno d’acqua è un principio che si deve tenere sempre a mente in qualsiasi progetto, anche il più piccolo, il più umile.

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Il legno non ha subito alcun trattamento se non quello della pioggia e del vento, del sole e del freddo…

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Col tempo ha iniziato ad evolversi, con un fascino paragonabile solo alle foglie cangianti dell’autunno.

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Il sole lo ha reso caldo, morbido e luminoso, il vento lo ha levigato, la neve lo ha protetto, per un po’, poi lo ha lavato e rinfrescato! È stata la pioggia, però, la più benefica, perché unendosi con lui sono diventati una cosa sola, regalandogli la vita eterna che gli era stata tolta al momento del taglio.

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L’acqua lo ha modellato, lo ha pulito, lo ha levigato; l’ha pitturato, lo ha sfumato, l’ha reso unico in ogni suo punto.

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Ogni oggetto che subisce il passare del tempo si arricchisce di una storia, una storia che lo rende unico ed emozionante!

Gli arredi in materiale naturale più invecchiano e più diventano affascinanti, divenendo il teatro di amori e amicizie, di confronti e scontri.

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Gli arredi cittadini, le piazze, i parchi, sono tutto meno che immobili. Fremono sotto l’azione della vita che gli gira intorno, l’accolgono e la facilitano, o almeno ci provano.

E così, anche gli arredi di piazza Gaucci sono diventati presto l’occasione per molti giovani o meno giovani di ritrovarsi intorno ad un tavolo, per fare merenda, per parlare, per una pausa pranzo come si deve; la panchina delle casette, nata come panchina/gioco per i bimbi, oltre che seduta per gli adulti, con lo sfondo di un paesaggio di casette, dove giocare e inventare storie su un paeselli fantastici, è oggi anche un continuo e piacevole affaccio privilegiato su tutto il parco; e ancora, la tenda degli indiani, le arrampicate in legno, i tronchi per l’equilibrio, a volte originali sedute per gruppi di adolescenti, a volte, impervie montagne per bimbi piccolissimi, altre volte ancora, adeguati supporti ginnici, ecc..

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Lavorare per gli spazi pubblici è una emozione senza fine, perché significa lavorare con la vita. Presto l’uomo ha messo la sua impronta sul legno che abbiamo ‘piantato’, ha iniziato a relazionarcisi, ad apprezzare il suo calore e la sua costante morbidezza. La relazione più vitale, tra due esseri in continua evoluzione che si stimolano e si influenzano a vicenda!

L’esperienza più bella, è progettare con materiali sempre vivi!

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Ph. di Francesca Ianni architetto

Per il progetto di piazza Gaucci ringrazio Elisa Fiorini, mia amica e collega che ha collaborato al progetto, Nando Bianchi che, in quanto capo del Comitato di Quartiere ci ha permesso di realizzarlo e la ditta di Gianluca Savo che ci ha sopportato ed assecondato nella nostra personale ricerca.

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Dal fallimento di un Architetto al Successo di una MammArchitetto!

“Prego, prego! Scusa il disordine….” parole a cui  seguono una infinità di scuse quando qualcuno entra nella nostra abitazione; perchè la nostra casa non ci rappresenta mai abbastanza, agli occhi degli altri!

La casa perfetta, la casa vetrina, è parte di una cultura tutta italiana!

Mia mamma dice sempre che far trovare una casa ordinata e a posto è segno di rispetto verso l’ospite!

Ma quanto ci pesa questa casa sempre ordinata!?

È davvero questo una casa? Una vetrina?

E cosa succede quando questa vetrina ospita  due persone e più ? Quando inizia a popolarsi di bambini, di nipotini, …?

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Accade che anche un architetto può trovarsi impreparato! Perché la vetrina spesso è il luogo dove non si fanno mai avvicinare i bambini, è il luogo dove con le loro manine lasciano le impronte, dove con un attimo sanno fare crollare manichini e tendoni!

Ed è così che la casa, come immagine di noi stessi verso l’esterno, diventa l’incubo di qualsiasi genitore, intento a destreggiarsi tra la sua volontà e la libera sperimentazione dei più piccoli, ma anche l’incubo tra chi, condividendo gli spazi, li usa a modo proprio, invadendo i desideri dell’altro!

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Ricordo bene quando ero piccola e condividevo la camera con i miei fratelli e la gioia, quando cambiando casa, ho avuto la cameretta tutta per me, sempre perfetta, sempre ordinata,..ma a lungo andare anche sempre vuota!

Condividere gli spazi è una scelta non di immagine ma di piacere!

Condividere gli spazi significa anche condividere le esigenze: scegliersi, rispettarsi, liberarsi a vicenda!

Ed è così che se un Architetto può concepire una casa come una semplice immagine, una MammArchitetto deve fare i conti con l’infinita energia creativa dei bambini… esperienza stupenda, che costringe a mettersi in discussione, a concepire gli ambienti non più come immagini di bellezza, ma come luoghi del vivere, spazi come contenitori di vita, di esperienza! Ed è così che la casa da immagine di se stesso verso l’esterno, diventa contenitore della vita all’interno della famiglia! Un contenitore che deve innanzitutto far stare bene chi lo vive! Gli spazi quindi vengono gestiti in base alla funzione che andranno a soddisfare, in base alle persone che li andranno ad abitare!

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La comodità è l’imperativo di ogni ambiente; qualsiasi cosa troppo macchinosa alla fine viene abbandonata: le chiavi vengono lanciate sul primo comò disponibile, il cappotto su una sedia o un divano e così anche la borsa. Il tutto se non si crea uno spazio comodo, vicino all’ingresso, ad accogliere tutto questo. E vale ancora di più per i bambini ! Un attaccapanni vicino all’ingresso, altezza bambini, gli permetterà di imparare presto questo rito senza dover andare a cercare scarpe e cappotti in giro per casa al momento dell’uscita!

I bambini si divertono ad aiutare a riordinare, ma più sono piccoli e meno sono selettivi. Da piccolissimi delle grandi ceste in soggiorno gli permetteranno di giocare vicino agli altri membri della famiglia e di imparare a mettere tutto a posto con facilità! Da più grandi, dividendo i giochi per categorie, ma sempre in cestoni, potranno scegliere e selezionare e imparare a mettere a posto con più attenzione. Non si potrà mai pretendere che mettano le Barbie esposte come in una vetrina o che smontino tutte le costruzioni per rimetterle a posto, però possiamo innamorarci del loro modo personale di posizionare le cose, del loro modo di decorare lo spazio, della vita che ci mettono dentro! Ed ecco che un progetto diventa di colpo incredibilmente vivo ed il controllo sempre più effimero!

E fu così che un architetto diventato mamma,  si  trasformò in MammArchitetto, grazie alla consulenza e all’ispirazione costante che viene dai suoi figli!

Da una mamma per tutte le mamme! 💖

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