È una domanda che vorrei poter fare a tutti gli architetti!
Riscoprire la genesi di ogni tipo di esperienza, infatti, può aiutare a riprendere le fila di una strada che sembrava smarrita!
L’architettura, come dice anche Stefano Serafini (filosofo e psicologo) nel convegno “Una città sostenibile da una prospettiva biofilica” sta passando una fase di ‘schizofrenia’!!
In un momento così debole per l’architettura italiana, questo termine è stato per me illuminante: non c’è nessuna forza oscura dietro a tanto susseguirsi di esempi fallimentari ma solo una vera e concreta incapacità!
L’architettura della banalità e del cemento ha fatto credere a chiunque di poter fare l’architetto e la mediocrità si è sparsa a macchia d’olio, accelerando per favorire la speculazione, ed espandendosi così tanto da far credere che è tutto ciò a cui si può aspirare!
Tutto questo mi ha obbligato a fare un passo indietro sulle mie origini e confrontarmi con il senso di smarrimento di fronte a tutto questo entusiasmo per il piatto cemento!
PERCHÉ ho DECISO di DIVENTARE Architetto, quindi?

Per il brivido provato nel percorre le navate infinite, per le colonne fredde al tatto ma calde nell’aspetto; per i dettagli curati e sempre nuovi! L’edilizia tradizionale è una gioia per gli occhi e per il cuore!
Mi sono entusiasmata studiando i greci e i romani, poi ho perso la testa per il romanico e il gotico per rimanere senza parole davanti alla maestosità dell’arte e dell’architettura/scultura rinascimentale e barocca!

I nostri bei centri storici mi hanno poi regalato l’opportunità di poter sperimentare dal vivo i benefici di cotanta arte e sapienza!
Una danza tra le cose belle, che più belle non si può!
Ho scelto di fare l’architetto, come una missione, come un privilegio! Ho scelto di fare l’architetto per moltiplicare queste bellezze e portarle fin dentro le case!

Poi diventi architetto e ti accorgi che tutto quel grigiume che circonda città nuove e periferie non è stato uno sbaglio ma bensì una scelta precisa, concepita ed acclamata! Scopri che, per quanto ti batti, la massa acclama il cemento considerandolo l’unica scelta!
Cosa è successo? Sognavo la Bella e Buona Architettura e mi ritrovo con le mani legate!

L’architettura tradizionale non è un esempio fine a se stesso, è replicabile; nell’attenzione ai dettagli, al decoro, alla scala umana e soprattutto ai bisogni dell’uomo!
L’architettura tradizionale era concepita a scala umana e per questo è tanto bella e piacevole!

Lo sviluppo dell’informatica ci ha fatto credere che si potesse progettare in maniera astratta; ma una architettura per le persone non potrà mai astrarre da loro!

E voi perché siete diventati architetti?
Vi segnalo l’interessantissimo intervento dell’architetto e professore Ettore Maria Mazzola per lo stesso convegno “Una città sostenibile da una prospettiva biofilica”, di cui vi allego il link:
Ph. da Pinterest